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Le<br />

interviste!<br />

Creep<br />

Advisor<br />

ALAIN VOUDì<br />

Vi lasciamo, dunque, con una breve intervista al nostro giurato, così che possiate farvi un’opinione su<br />

di lui.<br />

1) Recentemente sul nostro forum ci siamo posti una domanda: da dove nascono le idee<br />

Neil Gaiman, in questo articolo parla di confluenza e sogni a occhi aperti.<br />

Ora questa domanda la giriamo a te: da dove pensi nascano le idee E, soprattutto, da dove nascono<br />

le tue<br />

Scandalizzo qualcuno se rispondo “di solito, sotto la doccia” <strong>È</strong> vero, giuro!<br />

A parte questo, ho letto l’articolo di Gaiman, e concordo con lui (come potrebbe essere altrimenti <strong>È</strong><br />

uno dei miei autori preferiti!): la fonte delle migliori idee è la contaminazione, il paradosso, il pensiero laterale,<br />

la connessione violenta (e più violenta è, migliori sono i risultati) di concetti appartenenti a domini<br />

diversi tra loro.<br />

Cambiare punto di vista, proprio come insegnava Robin Williams in L’attimo fuggente; ribaltare le situazioni;<br />

portare eventi reali alle loro estreme e più paradossali conseguenze: tutte queste tecniche possono<br />

fornire buoni spunti per una trama interessante. Bastano poi pochi decenni di pratica e qualche<br />

centinaio di ore di duro lavoro, e voilà: la tua storia è pronta... per essere rifiutata dagli editori e/o ignorata<br />

dal pubblico.<br />

Ma anche questo <strong>È</strong> Scrivere, baby!<br />

2) Raccontaci un po’ la tua esperienza al Trofeo RiLL. <strong>È</strong> un concorso che consiglieresti agli autori<br />

esordienti Come ti sei trovato<br />

Lo confesso candidamente: mi sono lanciato nel Trofeo a mo’ di sfida a me stesso. Dopo una serie invidiabile<br />

di pubblicazioni con gran parte delle collane Delos, coronate dalla collaborazione con una testata<br />

di livello nazionale come i Gialli Mondadori, ti viene quel momento di dubbio nel quale inizi a pensare<br />

che quello che scrivi venga accolto non tanto per la sua qualità intrinseca quanto per il tuo nome<br />

“amico”. Per uscire da quel momento (che viene a tutti, perfino ai Grandi), l’unica scelta sensata è quella<br />

di metterti in gioco in un ambiente nuovo, in cui ripartire da perfetto sconosciuto; per gente come Stephen<br />

King o J.K.Rowling questo ha significato cambiare nome e pubblicare sotto pseudonimo; a me, pavido<br />

e minuscolo quale sono, è bastato allontanarmi di due passi da casa per confondermi tra la folla<br />

degli altri 345 autori di mezzo mondo che hanno partecipato al Trofeo di quest’anno. Vincere il secondo<br />

premio, in queste condizioni, ha rappresentato una salutare conferma: allora, forse, quello che scrivo<br />

non fa poi così pena, via! (...ma non montarti la testa: non hai vinto!)<br />

Se lo consiglierei Assolutamente sì! Si tratta di uno dei più blasonati e famosi trofei italiani per la narrativa<br />

fantastica (quella di quest’anno era la ventesima edizione), e permette ai vincitori di proporsi a una<br />

vetrina internazionale, visto che i loro racconti vengono tradotti e pubblicati anche all’estero.<br />

E come se già questo non bastasse, il risultato più impagabile viene dal confronto con professionisti di<br />

grande esperienza, tra i quali non posso non citare Alberto Panicucci, che del Trofeo è motore immoto (e<br />

neanche tanto immoto, in effetti). Certo, si tratta di un concorso di livello elevatissimo, e i partecipanti<br />

sono straordinariamente preparati: per un esordiente ciò rappresenta una sfida ai limiti dell’impossibile.<br />

Ma la posta in palio è tale da meritare senza dubbio il rischio di un insuccesso... o due... o tre...<br />

3) Questa domanda continueremo a portela finché non ci darai una risposta soddisfacente: quando<br />

potremo vedere in commercio un vero e proprio romanzo tuo Non racconti, non novelle, né storie a<br />

puntate. Proprio un vero romanzo.<br />

Vuoi la verità Chiusi nel cassetto ne ho due già finiti, uno da rivedere, uno a metà e uno da iniziare.<br />

Il migliore tra questi, temo, è quello ancora da iniziare.<br />

Non trattenere il fiato, aspettandolo.<br />

4) Quando scrivi utilizzi una scaletta o lasci che sia la storia a proseguire il suo corso, senza schemi<br />

Non inizio a scrivere finché non ho tutta la storia ben chiara in testa: devo sapere da dove voglio partire,<br />

conoscere tutti i principali punti cardine e soprattutto avere ben chiaro il finale. Ciò non significa che<br />

non possa poi apportare aggiunte o varianti in corso d’opera, beninteso: anzi, lo faccio spessissimo; ma<br />

sempre rispettando la struttura di base, che è quella che infonde il significato intrinseco alla storia.<br />

Segue...<br />

Pag. 35

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