È-Magazine-n°2pdf1
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Consigli di<br />
scrittura!<br />
Scatoloni<br />
In soffitta<br />
“La solita procedura un ***,non vedi<br />
che hai messo il timbro sbagliato<br />
Razza di deficiente, possibile che non<br />
si possa mai fare affidamento su di te<br />
E poi ti chiedi perché tua moglie ha voluto<br />
il divorzio! Guardati, incapace, sei<br />
sempre il solito occhialuto secchione<br />
che inciampa sui lacci delle scarpe.<br />
Metti il timbro giusto o ti licenzio!”<br />
Eccolo qua, Marco l’irascibile che<br />
rimprovera aspramente il povero Giorgio<br />
per delle inezie, e che lo fa sentire<br />
un verme rinfacciandogli i suoi fallimenti<br />
privati o la sua difficile adolescenza.<br />
E non serve nemmeno che scriva<br />
“Marco odiava Giorgio”, se mostro che<br />
quando Marco parla con gli altri non è<br />
altrettanto spietato. Il lettore ci arriva da<br />
solo.<br />
Posso provarci fino allo sfinimento a<br />
dire al lettore come voglio che veda un<br />
mio personaggio, affibbiandogli liste di<br />
aggettivi o esprimendo il mio giudizio<br />
ogni venti righe (“Marco era un antipatico,<br />
irascibile, fastidioso, disprezzabile<br />
ometto”). Tanto il lettore non lo vede<br />
come dico io.<br />
L’unica cosa che posso fare è mostrarlo<br />
così come voglio che appaia.<br />
Lo stesso discorso fatto per i personaggi<br />
si applica anche a paesaggi, abitazioni,<br />
animali, quadri, città… tutto ciò che<br />
voglio descrivere.<br />
“Atene è la città più bella del mondo”<br />
non invoglia nessuno ad andarci, e infatti<br />
non ci sono guide turistiche che la descrivono<br />
così.<br />
“Atene riesce a far convivere le luci, i<br />
rumori, la vitalità e gli odori della metropoli<br />
caotica con lo spettro placido e sacro<br />
dei monumenti antichi” è già diverso.<br />
Presentata così, sta al lettore decidere<br />
se è la città più bella del mondo o no.<br />
Questa fantastica tecnica, però, ha dei<br />
risvolti negativi enormi, se ci si attiene<br />
senza distinzione per tutta la durata di<br />
uno scritto.<br />
Finisce che si scrivono quattro pagine<br />
solo per dire che Marco la mattina beve il<br />
caffè amaro in piedi davanti alla finestra,<br />
quando magari sapere cosa beve Marco,<br />
come, e a che ora non serve a niente.<br />
Come regolarsi<br />
Di solito si utilizza lo show don’t tell<br />
quando si vuole mettere in risalto un<br />
pezzo della storia. Una scena chiave,<br />
un momento importante, qualcosa che<br />
deve spiccare in mezzo al resto.<br />
Lasciando i momenti “di collegamento”<br />
tra due pezzi importanti semplicemente<br />
raccontati.<br />
Posso tranquillamente raccontare<br />
che Marco si alza alle sette, beve il caffè<br />
amaro in piedi davanti alla finestra,<br />
si veste, dà da mangiare al pesce,<br />
monta in macchina e va in ufficio. Perché<br />
non è qualcosa da mettere in risalto,<br />
qualcosa di importante.<br />
Ma se Marco andando in ufficio in<br />
macchina investe una vecchina e viene<br />
travolto da un senso di colpa che lo<br />
tormenterà per il resto della storia…<br />
beh, lì lo devo mostrare. Non posso<br />
solo dirlo, incrociando le dita nella speranza<br />
che il lettore lo recepisca come<br />
punto di svolta nella vita di Marco.<br />
Qualche informazione tecnica:<br />
http://it.wikipedia.org/wiki/Show,_don’t_t<br />
ell<br />
Un divertente e completo campionario<br />
di esempi:<br />
http://fantasy.gamberi.org/2010/11/18/<br />
manuali-3-mostrare/<br />
Questa piccola guida è opera di:<br />
Bee<br />
Per altri consigli di scrittura potete<br />
dare un'occhiata alla sezione degli<br />
Scatoloni in soffitta, sul nostro forum.<br />
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