Mondiale Rally - Svezia - Italiaracing

Mondiale Rally - Svezia
5 DOMANDE
PER CAPIRE A cura di Guido Rancati
L’impressione è che la vittoria al Monte-Carlo
abbia dato ancora più coraggio
ad Hirvonen. Potrebbe essere l’anno
giusto per il finlandese
Vincere resta la miglior cura ricostituente
e non ci piove. Ma il Pallido era
convinto dei suoi mezzi ancor prima di
spuntarla con la Fiesta Super2000
sulle strade dell’Ardeche, della Drome
e delle Alpi Marittime: come ricorda
ogni tanto Malcolm Wilson, era stato
il duello vittorioso di due anni fa in Turchia
a far scattare qualcosa nella sua
testa. Da allora in poi, qualcosa è
cambiato nel suo modo di affrontare
le corse. Da allora in poi, ogni anno
può essere quello buono.
Dal canto suo Sébastien Loeb ha dato
l’ennesima prova di intelligenza. Alla
fine ha prevalso il pensiero per il traguardo
di fine anno…
Ci ha provato e riprovato, l’Extraterrestre.
Si è arreso solo quando i numeri
non potevano proprio più supportare
le sue ambizioni. I diciotto punti con
i quali ha iniziato la stagione sono più
di un brodino, ma lo costringono a
inseguire. E per farlo, avrà bisogno
che la squadra lo supporti con materiale
adeguato come, forse, non ha fatto
in Svezia.
Dani Sordo ha sciupato nel finale una
prestazione all’inizio sontuosa. È la
prova provata che sia lo spagnolo sia
Latvala non possono ambire a traguardi
più alti
Quella che ha costretto il cantabrico
a rinunciare al bronzo è stata una
dimenticanza, un errore sciocco e non
tutto, non solo imputabile a lui. Ma
quello che ha fatto di buono nel Varland
resta. E resta quello che ha fatto
pure il finlandese. Insomma, il bello
per entrambi potrebbe arrivare in
tempi brevi. Anche se devono confrontarsi
con due fuoriclasse...
Della serie un grande avvenire alle
spalle, i tanto attesi Gronholm e Petter
Solberg non hanno lasciato troppe
tracce sulle nevi svedesi. Ma non
sarebbe meglio lasciare spazio a qualche
giovane promettente
Il mondo delle corse in generale e
quello dei rally in particolare ha un’insana
tendenza a guardare più dietro
che davanti. E’ un problema serio e,
forse, cronico. Ma al di là della classifica
finale, Gronholm ha dimostrato
che con un’auto competitiva può
ancora dire la sua, almeno in certe
gare. Anche se non può farcela a contrastare
né Hirvonen, né Loeb.
Tanti erano gli occhi incollati sui
monitor ad aspettare i tempi di Kimi
Raikkonen, che si è esibito in una
prestazione altalenante pur con
qualche apparizione nella top-ten. La
gavetta si prospetta durissima per
l’ex ferrarista, ma per il momento,
forse, Iceman merita almeno l’onore
delle armi…
Quello, se l’è guadagnato e senza se
e senza ma. Senza forse. Certo, ha
commesso qualche errore di troppo e
uno, il primo, l’ha pagato pesantemente.
Però il come ha sfruttato con una
certa costanza la ripetizione delle prove
speciali lascia intravvedere che un
posto nel gruppetto a ridosso dei primissimi
potrà essere alla sua portata
in tempi brevi. Intanto, in qualche
occasione, ha contenuto il distacco
dai migliori in un secondo e poco più
al chilometro e non è poco. Per dire,
il celebratissimo Valentino Rossi non
c’è ancora riuscito...
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