Il rotary nel pensiero di Federico Weber

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veramente se non secondo le necessità altrui, dunque prendendo coscienza di esse, individuandole ed insieme disponendo ed utilizzando gli strumenti atti a soccorrerle. Ne segue la necessità di adattamento, di aggiornamento, dato che per una società nuova i mezzi e gli strumenti della routine non servono a niente. Ora, come ciascuno di noi, così ogni associazione ha una sua storia. Bisogna allora esaminarsi, per vedere se non ci trasciniamo dietro strutture superate, se non subiamo passivamente il peso delle origini, se all'epoca dell'elettronica e del computer non conserviamo la mentalità del tempo dell'artigianato. Il tempo passa e non si può venire a patti col tempo, bisogna piegarsi alla sua legge. Ogni associazione, per non fossilizzarsi, deve essere mutevole, seguendo le indicazioni, leggendo i segni, adattandosi alle richieste del tempo. Certo, nonostante la struttura di una sua amministrazione burocratica centralizzata, che resta, ed un governo, che passa come le meteore, il Rotary ha compreso la necessità di aggiornamento ed ha accolto - non voglio dire soltanto subìto - una sua inevitabile evoluzione. Non temo, però, di dire che essa è ancora insufficiente. Molto c'è da fare circa questa triplice serie di problemi: quello degli uomini, quello delle strutture, quello delle iniziative e del campo dell'azione. Non abbiamo nulla da rinnegare dell'ideale rotariano, dobbiamo realizzarlo in un mondo nuovo, in condizioni nuove, con mezzi nuovi. Per poterlo fare, dobbiamo vederci con occhi nuovi, vincendo la placida naturalezza con cui si guarda e si accetta ciò che appare scontato e indiscutibile. Diversamente, le tradizioni diventano prigioni. Spalanchiamo allora le porte e le finestre del nostro ritiro, perché entrino l'aria e il grido del mondo! Agli inizi del secolo, la solitudine e la frustrazione dell'uomo erano grandi, oggi sono immense. Ne è un aspetto, ma solo un aspetto, lo smarrimento dei giovani, di cui le stesse aberrazioni sono spesso il grido deviato per una società giusta e felice. Sì, perché è per la gioia che l'uomo è fatto. E questa società, dal vorace sguardo 42
economico, sta divorando se stessa. Nell'abbondanza, è una società dell'insignificanza, priva di modelli validi e di ideali alti, mentre altrove un uomo su tre vive nella penuria. So per certo che non possiamo salvare il mondo. Ma qualcosa pure possiamo fare. Nella misura in cui la nostra iniziativa opera una trasformazione, noi introduciamo nel mondo un po' più di verità e di bene. Ci tocca moltiplicare i nostri sforzi, coordinare le nostre iniziative per essere più efficaci - è il problema dell'adattamento e dell'organizzazione - e mettere in atto la generosità dell'animo, la ricchezza del cuore - è il problema degli uomini. Quello che tutti possiamo fare è uscire dalla nostra prigione personale, per entrare in quella altrui. Costituirsi! Questo è servizio grande, partecipazione attiva, amore del prossimo. È così che l'io e il tu, invece di opporsi e combattersi, diventano un noi unanime e fraterno. Operare in questo senso è l'onore, è la dignità del Rotary. 43
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Chiedo a tutti un esame di coscienz
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Commissione per lo sviluppo dell’
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