Il rotary nel pensiero di Federico Weber
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questa totalità e <strong>nel</strong>la partecipazione ad essa, si forma ed ha<br />
senso la cultura personale. Pertanto, il mondo umano, in quanto<br />
cultura, ha il fine <strong>di</strong> fornire ai suoi componenti e alla loro vita le<br />
strutture solide <strong>di</strong> cui hanno bisogno per esistere e vivere con una<br />
certa sicurezza.<br />
La società è un aspetto della cultura, quale l'ho definita. La<br />
società non è una ipostasi, come si può essere portati a credere,<br />
ma un aspetto, anche se fondamentale, della convivenza umana,<br />
perché essa struttura le relazioni dei singoli con gli altri uomini.<br />
Essa è "naturale" prodotto dell'uomo. Ma pur prodotta dall'uomo,<br />
una volta costituita, la società ha una sua realtà oggettiva, che<br />
s'impone all'uomo come qualcosa <strong>di</strong> esterno a lui, cioè ha una sua<br />
consistenza che non può essere assorbita dalla coscienza<br />
in<strong>di</strong>viduale. In quanto poi essa è un'attività umana oggettivata, la<br />
società ha una sua logica, come avviene <strong>nel</strong>lo strumento fatto<br />
dall'uomo e al quale, una volta fatto, l'uomo deve piegarsi e<br />
adattarsi. Questa logica s'impone in forma globale e in modo<br />
coercitivo.<br />
Di questo carattere globale coercitivo, il linguaggio è un caso<br />
particolarmente significativo. <strong>Il</strong> linguaggio è mezzo <strong>di</strong><br />
comunicazione e il luogo della comunicazione, è il veicolo sensibile<br />
portatore <strong>di</strong> senso intelligibile. Ebbene, bisogna parlare la lingua<br />
<strong>di</strong> una società determinata, cioè accettarne le forme, le regole, la<br />
pronuncia, se si vuol essere accettati. È all'interno <strong>di</strong> una lingua<br />
che i singoli si comprendono gli uni gli altri e perfino comprendono<br />
se stessi.<br />
Questo comprendersi e comprendere gli altri si vede<br />
chiaramente quando si considera la configurazione <strong>di</strong> ogni<br />
in<strong>di</strong>viduo: esso appare oggettivamente reale, <strong>nel</strong>la misura in cui<br />
entra in un quadro <strong>di</strong> riferimenti stabiliti e riconosciuti dalla società<br />
- quali nome, ascendenza legale, stato civile, professione, ecc.<br />
L'altrui e la mia biografia sono oggettivamente rappresentabili solo<br />
attraverso le strutture e i dati significanti del mondo sociale. Ne<br />
abbiamo la controprova <strong>nel</strong> caso <strong>di</strong> una persona della quale non<br />
si può <strong>di</strong>re nulla circa nome, ascendenza, citta<strong>di</strong>nanza ecc. Certo<br />
egli è, ma è tutto un'incognita. Insomma, la vita in<strong>di</strong>viduale si<br />
presenta come oggettivamente reale, quando è situata all'interno<br />
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