STORIE DI QUALITÀ: VELA VERDE OMAREVERDE, OMAREVERDE, OMAREVEE... NAUTICA SOSTENIBILE: LE NUOVE REGOLE PER LE AREE MARINE PROTETTE. 20 IMQ NOTIZIE N. <strong>91</strong>
Da una parte le aree marine italiane protette, un patrimonio originale e straordinario nel panorama europeo e mediterraneo, capace di coniugare tutela della biodiversità, fruizione turistica e sviluppo sostenibile; dall’altra il comparto produttivo nazionale della nautica da diporto, che rappresenta uno dei settori di eccellenza del made in Italy, che negli anni ha investito molte risorse in tecnologie di valenza ambientale posizionandosi al vertice del mercato mondiale. Due mondi, apparentemente distanti, avvicinati attraverso il tavolo di confronto istituito presso il Ministero dell'Ambiente, con la partecipazione del Ministero dei Trasporti, delle Capitanerie di Porto, degli Enti gestori delle aree marine protette, delle associazioni di categoria della nautica e delle associazioni ambientaliste. Il risultato è un “Protocollo tecnico per la nautica sostenibile nelle aree marine protette” che individua nuove regole per la fruizione delle zone tutelate da parte della nautica da diporto e l’avvio di una revisione complessiva dei regolamenti di queste aree. Un passaggio reso necessario dal rapido accrescimento del loro numero che ormai interessa circa il 12% del mare italiano, avvenuto in presenza di un quadro normativo frammentario e spesso incoerente. Al contempo, anche la navigazione da diporto è stata normata in maniera non sempre commisurata ai reali impatti prodotti sul mare e sulle coste. Ragionare di nautica sostenibile significa oggi promuovere le tecnologie più idonee a garantire una fruizione etica del mare e delle aree costiere da parte dell’uomo, sia per finalità turistiche che di trasporto. L’attività di ricerca e di sviluppo si concentra dunque sul miglioramento delle tecnologie esistenti, spaziando dalle caratteristiche degli scafi e dei materiali utilizzati per realizzarli, fino ad arrivare alle motorizzazioni ed ai combustibili impiegati. I lavori del tavolo di confronto hanno anche individuato alcuni punti di debolezza del settore rispetto alla nautica, suggerendo raccomandazioni e soluzioni praticabili da adottarsi nel medio-lungo periodo mediante l'attivazione di un numero verde nazionale e di un sito internet dedicato alle aree marine protette, l'adozione di un programma di incentivi all'utenza per l'installazione delle "casse nere" sulle imbarcazioni usate, l'adozione di un piano di interventi finanziari affinché i porti turistici e i marina contigui o all'interno delle aree marine si dotino di attrezzature idonee alla raccolta dei liquami e la finalizzazione dei regolamenti alla destagionalizzazione. La prima area a recepire il protocollo è stata il Regno di Nettuno, istituita come area marina protetta nel dicembre 2007 intorno alle isole di Ischia e Procida e Vivara. Lì le imbarcazioni da diporto possono navigare in assetto “dislocante”, ovvero con tutta la superficie di galleggiamento a contatto con l'acqua. Altri vincoli sono la velocità non superiore a cinque nodi, una navigazione entro trecento metri dalla costa, la dotazione di casse per la raccolta dei liquami e motori conformi alla disciplina comunitaria in materia di emissioni gassose e acustiche. Resta il divieto assoluto, naturalmente, per ogni tipo di acquascooter. Regole precise anche in caso di avvistamento di cetacei, una delle specie marine a maggior rischio di estinzione. Non sono consentite soste superiori ai trenta minuto né è possibile avvicinarsi a meno di 100 metri dal luogo dell'avvistamento. DAL GIAPPONE IL TRAGHETTO A ZERO EMISSIONI Sarà il primo traghetto “plug-in” al mondo, capace di trasportare 800 passeggeri. Nascerà in Giappone dal colosso navale IHI Corporation, società impegnata da tempo su progetti di riduzione di gas serra. Il progetto di base prevede un'imbarcazione di trenta metri alimentata dalla propulsione fornita da un motore a batterie ricaricabili. In realtà non si tratta di una novità assoluta nel mercato dei trasporti navali: piccole imbarcazioni alimentate a batteria, esistono da tempo, ma in questo caso si tratterebbe di una prima assoluta per tipologia e grandezza del mezzo. Non emetterebbe biossido di carbonio o ossido di azoto, l'obiettivo di IHI Corporation è anche quello di tagliare i costi del carburante. Il mezzo, una volta in funzione, dovrebbe essere in grado di percorrere circa 120 chilometri con una carica di sei-otto ore. Per la filiale responsabile del settore innovazione, la IHI Marine United, il lancio sul mercato sarà fissato per il 2015, data in cui è prevedibile siano commercialmente disponibili batterie ricaricabili ad alte prestazioni e a costo inferiori a quelli attuali. 21