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BARCA PER NASCERE, PER VIVERE,<br />
PER SPOSARSI. MA BARCA ANCHE<br />
PER LASCIARE LA VITA TERRENA.<br />
BREVE VIAGGIO TRA RITI E UTILIZZI<br />
DELLA BARCA NELLE DIVERSE EPO-<br />
CHE E CULTURE.<br />
A cosa serva oggi una barca, è argomento<br />
piuttoso noto. Lo è forse meno a<br />
cosa servisse molti anni fa, all’epoca dei<br />
nostri antenati, quando le barche vantavano<br />
passeggeri insoliti o decisamente illustri.<br />
Stiamo pensando ad esempio a<br />
Noè e alla sua arca che trasportò un campionario<br />
di animali tali da fare invidia a<br />
tutti gli zoo del futuro. Oppure ai tempi<br />
dei grandi miti e al più famoso dei capitani<br />
(o, come si direbbe oggi, di skipper)<br />
di barca: il sole. Perché forse non è a tutti<br />
noto che il bellissimo Helios/Apollo, divinità<br />
del sole, prima di farsi convincere da<br />
modelli di trasporto tecnologicamente<br />
più avanzati, inizialmente usava percorrere<br />
la volta celesta con una barca. Poi,<br />
allora come oggi, le mode cambiarono e<br />
anche lui si decise ad abbandonare la vecchia<br />
barca per un più rapido cocchio.<br />
Tra gli Egizi era di gran voga la Barca<br />
sacra, un battello fluviale elevato a simbolo<br />
di imbarcazione rituale che veniva<br />
usata come mezzo di trasporto in ambito<br />
funerario e religioso.<br />
Un utilizzo, quello funerario, che ha accompagnato<br />
la barca in molte epoche e<br />
in molti luoghi. In età preromana, ad<br />
esempio, quando le barche venivano decorate<br />
con piume di uccelli acquatici che,<br />
appartenenti alla sfera dell’acqua, dell’aria<br />
e della terra, rappresentavano il collegamento<br />
col mondo dell’aldilà e<br />
conducevano le anime dei defunti nella<br />
loro destinazione ultraterrena. Ma anche<br />
tra gli antichi veneti che, avendo collocato<br />
le necropoli al di là dei fiumi, erano obbligati<br />
a trasportare i corpi dei defunti, diretti<br />
verso la loro ultima dimora, solcando<br />
le acque fluviali. E, ancora, tra i boriosi vichinghi<br />
che usavano deporre il corpo dei<br />
comandanti nella loro imbarcazione per<br />
poi seppellirle o dargli fuoco.<br />
Ma accanto alla morte, per fortuna anche<br />
nei riti legati alla barca c’è la vita. E così<br />
ecco la barca diventare, in territori come<br />
l’Oceania frammentata in migliaia di isole,<br />
strumento indispensabile di comunicazione<br />
e di gioia, in perfetta armonia con<br />
il diffuso immaginario che identifica quei<br />
mari come Paradiso terrestre. Dunque la<br />
barca protagonista anche di matrimoni,<br />
con il corteo nuziale che raggiunge il<br />
luogo della cerimonia navigando su piroghe<br />
costruite appositamente per l’occasione.<br />
O il battesimo della barca stessa,<br />
quando l’imbarcazione appena costruita<br />
viene portata a “bere l’acqua del mare<br />
dopo essere stata addobbata a festa con<br />
collane di fiori freschi e benedetta dall’Arì,<br />
una sorta di sacerdote mah’oi vestito con<br />
un gonnellino di foglie di pandano e<br />
palma da cocco, che battezza la barca<br />
con foglie di Ti, pianta sacra che scaccia<br />
gli spiriti maligni. Un rito ben diverso dal<br />
nostro varo delle barche, fatto con la bottiglia<br />
di champagne lanciata contro lo<br />
scafo dalla madrina e l’auspicio, per i superstiziosi,<br />
che la bottiglia si rompa, ma<br />
che non spacchi la chiglia, come accaduto<br />
in un episodio diventato famoso,<br />
sotto gli occhi allibiti di tutti i presenti.<br />
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