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guido-von-list-il-segreto-delle-rune-das-geheimnis-der-runen-italiano

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Guido Karl Anton List nacque da una famiglia della media borghesia viennese <strong>il</strong> 5 ottobre<br />

1848. Dai genitori ereditò la passione <strong>delle</strong> gite all’aria aperta che eccitavano la sua indole<br />

romantica e contemplativa. Cominciò presto ad amare i monumenti antichi disseminati per<br />

la campagna, d<strong>il</strong>ettandosi anche con i pennelli e con scritti semi-poetici.<br />

Nei suoi Deutsch-Mythologische Landschaftsb<strong>il</strong><strong>der</strong> pubblicati in un unico volume nel 1894,<br />

spiccano le raffigurazioni di castelli e megaliti preistorici emananti atmosfere misteriose,<br />

oltre che quadretti sulle vallate e i monti austriaci e moravi. L’adolescente List amava<br />

dunque esprimere le sue naturali predisposizioni all’arte nei confronti di una tradizione<br />

popolare che magnificava la grandezza del passato, anche se l’Impero degli Asburgo stava<br />

volgendo sempre più verso l’assemblamento di etnie e culture diverse: un’evoluzione che<br />

List e tutti i movimenti völkisch criticheranno duramente. Ma prima ancora di rifiutare la<br />

decadenza dell’Impero austro-ungarico, al giovanissimo List capitò un episodio che<br />

influenzò decisamente i suoi pensieri nei confronti del cristianesimo, quando, all’età di 14<br />

anni, accompagnò suo padre e alcuni amici a visitare le catacombe della cattedrale di<br />

Santo Stefano a Vienna. Nel buio dei cunicoli, lo impressionarono fortemente i Vesti di un<br />

altare che la sua fervida immaginazione trasformò da paleocristiano in pagano. La naturale<br />

predisposizione per tutto ciò che significava antichità germanica trasfigurò ai suoi occhi un<br />

normale altare in un simbolo e da quel giorno <strong>il</strong> giovane List intraprese la strada della sua<br />

ricerca. Se da un lato seguì i desi<strong>der</strong>i paterni, studiando in una scuola commerciale,<br />

dall’altro continuò a mescolare congetture fanta-storiche con pitture che ne raffiguravano i<br />

contenuti, alternando i lunghi e, per lui, monotoni periodi di vita comune, con<br />

fantasticazioni che coinvolgevano <strong>il</strong> passato, <strong>il</strong> presente e <strong>il</strong> futuro dei suoi connazionali.<br />

Assai congeniali alle sue idee metafisiche si dimostrarono le escursioni in montagna. Nel<br />

1871 List si iscrisse all’Österreichischer Alpenverein (Associazione Alpina Austriaca), di cui<br />

divenne segretario.<br />

Come lui, nel nostro secolo, si dimostreranno altrettanto interessati allo sv<strong>il</strong>uppo di<br />

concetti trascendentali attraverso camminate e ascensioni alpinistiche i pensatori della<br />

destra europea - basti pensare al famoso testo di Julius Evola, Meditazioni <strong>delle</strong> vette.<br />

Senza dimenticare che <strong>il</strong>lustri artisti immortalarono a più riprese le tematiche romantiche<br />

dell’uomo-viandante solitario, assiso in cima a un monte a ricercare l’elevazione dello<br />

spirito, come <strong>il</strong> celeberrimo quadro di Caspar David Friedrich, “Viandante su un banco di<br />

nebbia”. Il cantore dell’ Uebermensch, Friedrich Nietzsche, scrisse le sue pagine più<br />

profonde dopo frequenti escursioni collinari e <strong>il</strong> profeta pagano Zarathustra verrà da lui<br />

descritto come un pensatore che, dopo anni di romitaggio, prova <strong>il</strong> bisogno - sbagliato - di<br />

ritornare tra gli uomini.<br />

Non c’è da meravigliarsi che anche Guido List appartenesse al vasto novero di tali singolari<br />

pensatori: era lo spirito dell’epoca. I suoi contemporanei lo definirono ben presto mistico,<br />

anche perché cominciò a celebrare puntualmente le importanti festività dei Solstizi, date<br />

bas<strong>il</strong>ari della religione europea pre-cristiana. Nel volume di Balzli troviamo alcune<br />

descrizioni dei solstizi estivi celebrati da List e da pochi altri amici; questi ultimi, in verità,<br />

amavano la montagna senza porsi altri obiettivi e in alcune occasioni di maltempo<br />

preferivano naturalmente ripararsi per la notte in qualche rifugio. Non così List.<br />

Anche con condizioni meteorologiche diffic<strong>il</strong>i, doveva assolutamente trascorrere la notte<br />

del Solstizio all’addiaccio, come accadde nei pressi <strong>delle</strong> rovine romane di Carnutum, dove,<br />

nel 1875, List celebrò <strong>il</strong> 1500mo anniversario della vittoria di una tribù di Germani sulle<br />

truppe romane, disponendo le fiaccole votive a forma di swastika, simbolo carico di

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