La locandiera
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FABRIZIO: Si è sempre costumato, che i forestieri li<br />
serva io.<br />
MIRANDOLINA: Voi con i forestieri siete un poco<br />
troppo ruvido.<br />
FABRIZIO: E voi siete un poco troppo gentile.<br />
MIRANDOLINA: So quel quel che fo, non ho bisogno<br />
di correttori.<br />
FABRIZIO: Bene, bene. Provvedetevi di cameriere.<br />
MIRANDOLINA: Perché, signor Fabrizio? è disgustato<br />
di me?<br />
FABRIZIO: Vi ricordate voi che cosa ha detto a noi due<br />
vostro padre, prima ch'egli morisse?<br />
MIRANDOLINA: Sì; quando mi vorrò maritare, mi ricorderò<br />
di quel che ha detto mio padre.<br />
FABRIZIO: Ma io son delicato di pelle, certe cose non<br />
le posso soffrire.<br />
MIRANDOLINA: Ma che credi tu ch'io mi sia? Una<br />
frasca? Una civetta? Una pazza? Mi maraviglio di te.<br />
Che voglio fare io dei forestieri che vanno e<br />
vengono? Se il tratto bene, lo fo per mio interesse, per<br />
tener in credito la mia locanda. De' regali non ne ho<br />
bisogno. Per far all'amore? Uno mi basta: e questo<br />
non mi manca; e so chi merita, e so quello che mi<br />
conviene. E quando vorrò maritarmi... mi ricorderò di<br />
mio padre. E chi mi averà servito bene, non potrà lagnarsi<br />
di me. Son grata. Conosco il merito... Ma io<br />
non son conosciuta. Basta, Fabrizio, intendetemi, se<br />
potete. (Parte.)<br />
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