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La locandiera

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Tutti gli amici vostri vorrebbero che toccasse a<br />

voi una tal fortuna, e vanno maneggiando... Non<br />

s'affatichino per me, che non voglio saper nulla.<br />

Lo sanno pure ch'io non voglio donne per i piedi.<br />

E questo mio caro amico, che lo sa più d'ogni<br />

altro, mi secca peggio di tutti. (Straccia la lettera.)<br />

Che importa a me di centocinquanta mila<br />

scudi? Finché son solo, mi basta meno. Se fossi<br />

accompagnato, non mi basterebbe assai più. Moglie<br />

a me! Piuttosto una febbre quartana.<br />

SCENA DODICESIMA<br />

Il Marchese e detto.<br />

MARCHESE: Amico, vi contentate ch'io venga a stare<br />

un poco con voi?<br />

CAVALIERE: Mi fate onore.<br />

MARCHESE: Almeno fra me e voi possiamo trattarci<br />

con confidenza; ma quel somaro del Conte non è degno<br />

di stare in conversazione con noi.<br />

CAVALIERE: Caro Marchese, compatitemi; rispettate<br />

gli altri, se volete essere rispettato voi pure.<br />

MARCHESE: Sapete il mio naturale. Io fo le cortesie a<br />

tutti, ma colui non lo posso soffrire.<br />

CAVALIERE: Non lo potete soffrire, perché vi è rivale<br />

in amore! Vergogna! Un cavaliere della vostra sorta<br />

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