La locandiera
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FABRIZIO: In quanto a questo poi, noialtri scriviamo il<br />
nome che ci dettano, e non cerchiamo di più.<br />
ORTENSIA: Scrivete. <strong>La</strong> Baronessa Ortensia del Poggio,<br />
palermitana.<br />
FABRIZIO: (Siciliana? Sangue caldo). (Scrivendo.)<br />
Ella, illustrissima? (A Dejanira.)<br />
DEJANIRA: Ed io... (Non so che mi dire).<br />
ORTENSIA: Via, Contessa Dejanira, dategli il vostro<br />
nome.<br />
FABRIZIO: Vi supplico. (A Dejanira.)<br />
DEJANIRA: Non l'avete sentito? (A Fabrizio.)<br />
FABRIZIO: L'illustrissima signora Contessa<br />
Dejanira... (Scrivendo.) Il cognome?<br />
DEJANIRA: Anche il cognome? (A Fabrizio.)<br />
ORTENSIA: Sì, dal Sole, romana. (A Fabrizio.)<br />
FABRIZIO: Non occorr'altro. Perdonino l'incomodo.<br />
Ora verrà la padrona. (L'ho io detto, che erano due<br />
dame? Spero che farò de' buoni negozi. Mancie non<br />
ne mancheranno). (Parte.)<br />
DEJANIRA: Serva umilissima della signora Baronessa.<br />
ORTENSIA: Contessa, a voi m'inchino. (Si burlano vicendevolmente.)<br />
DEJANIRA: Qual fortuna mi offre la felicissima congiuntura<br />
di rassegnarvi il mio profondo rispetto?<br />
ORTENSIA: Dalla fontana del vostro cuore scaturir non<br />
possono che torrenti di grazie.<br />
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