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il caso della Galleria Corsini

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ereditari dell’estinto ramo primogenito (1723). Il Prometeo di Salvator Rosa, la Negazione di Pietro,<br />

tradizionalmente attribuito al Maestro del Giudizio di Salomone o oggi a Ribera giovane o la Madonna<br />

col Bambino, ascritta attualmente a Orazio Gent<strong>il</strong>eschi, ma negli antichi inventari data a Caravaggio,<br />

non rientrando nel gusto f<strong>il</strong>o-classicista prevalente ai tempi in cui viveva Lorenzo sembrano essere<br />

appartenuti al patrimonio fam<strong>il</strong>iare ereditato. È invece certo che<br />

dipinti come S. Pietro cura S. Agata in carcere di Lanfranco, l’Apollo<br />

e Mida di Giuseppe Passeri e l’Adorazione dei Magi e la Natività di<br />

Gesù del Miel provengono dall’asse ereditario seicentesco di Ottavio<br />

e Neri <strong>Corsini</strong> senior.<br />

Appena eletto papa, Lorenzo decise di donare tutto <strong>il</strong> suo patrimonio,<br />

compresi i dipinti, ai suoi nipoti: Neri Maria e Bartolomeo.<br />

A questo notevole nucleo si aggiunsero man mano i quadri che<br />

venivano offerti in dono al pontefice e al cardinale nipote per<br />

deferenza o per gratitudine di benefici ricevuti e quelli provenienti<br />

«dalla casa di Firenze».<br />

F. Della Valle, Ritratto di Clemente XII<br />

<strong>Corsini</strong>, Roma, Biblioteca <strong>Corsini</strong>ana<br />

12<br />

Una singolarità <strong>della</strong> collezione è quindi costituita dalla casualità<br />

con la quale sono entrate in Palazzo <strong>Corsini</strong> numerose opere. Tra<br />

queste gli importanti quadri dell’Anticamera delle Canonizzazioni,<br />

così detta nei documenti antichi perché vi erano conservati alcuni dipinti donati al papa Clemente XII<br />

o al cardinale Neri Maria <strong>Corsini</strong> in occasione delle beatificazioni e canonizzazioni di alcuni santi.<br />

Tale presenza costituisce un unicum: in nessuna altra collezione artistica <strong>il</strong> tema era stato mai così<br />

considerato ed evidenziato. Tale caratterizzazione dimostra l’importanza data dai <strong>Corsini</strong> al fenomeno<br />

delle canonizzazioni, oltre che l’intento autocelebrativo <strong>della</strong> storia <strong>della</strong> famiglia, tanto è vero che<br />

la sala si mantenne così fino al 1883, anno <strong>della</strong> donazione <strong>della</strong> <strong>Galleria</strong> allo Stato italiano.<br />

In un inventario del 1750, oltre ai 193 dipinti a vario titolo di proprietà <strong>della</strong> famiglia, ne vennero<br />

registrati circa 200 donati ai <strong>Corsini</strong>; solo 105 (poco più del 20% del totale) risultavano invece<br />

a quella data comprati. È bene ricordare che <strong>il</strong> cardinale Neri Maria <strong>Corsini</strong> fu <strong>il</strong> principale organizzatore<br />

<strong>della</strong> raccolta, anche se in alcuni documenti troviamo traccia di quadri donati al fratello<br />

Bartolomeo o al nipote F<strong>il</strong>ippo o da essi acquistati direttamente.<br />

Analizzando le opere comperate da Neri Maria, si deduce che molte erano di ambito classicista.<br />

D’altra parte, la presenza di quadri di pittori veneti, napoletani e stranieri del XVI e del XVII secolo<br />

(Rubens, van Dyck, van der Werf, Hermans, e opere attribuite a Holbein, Rembrandt, Dürer,<br />

Brueghel, spesso comprate personalmente) rivela i gusti eclettici del cardinale. Se infine si tiene conto<br />

degli artisti che furono da lui chiamati a decorare <strong>il</strong> palazzo <strong>della</strong> Lungara e quelli con i quali ebbe<br />

stretti rapporti di conoscenza e di amicizia, come Giacomo Zoboli, si arguisce che, più che un grande<br />

intenditore d’arte con un preciso orientamento, egli fu un entusiasta amatore con una istintiva ma<br />

discontinua propensione per <strong>il</strong> nascente neoclassicismo incoraggiata da un consigliere d’eccezione,<br />

l’erudito e suo bibliotecario Giovanni Gaetano Bottari.<br />

Maratti, Agostino Masucci, Giovanni Gioseffo dal Sole, Francesco Trevisani, Marco Benefial,<br />

Pierre Subleyras e Pompeo Batoni, sono alcuni degli artisti classicisti presenti in <strong>Galleria</strong>.<br />

Un’altra sporadica notizia relativa ad acquisti di quadri da parte dei <strong>Corsini</strong> risale al 1763, quando<br />

un nucleo di circa 50 quadri, per lo più ritratti, fu ceduto dal pittore Giovanni Battista Ponfreni al<br />

duca F<strong>il</strong>ippo <strong>Corsini</strong> in cambio di un vitalizio.<br />

La collezione <strong>Corsini</strong> occupava sia le cinque sale che costituivano l’appartamento del cardinale Neri<br />

Maria <strong>Corsini</strong>, al piano nob<strong>il</strong>e del palazzo (nell’ala dell’ex Palazzo Riario, dove ancora oggi è esposta), sia

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