il caso della Galleria Corsini

TAVOLA ROTONDA
BRUNO De SANTIS
Direttore Generale per il Patrimonio storico artistico e
demoetnoantropologico del Ministero per i Beni e le Attività Culturali
Il mio non vuole essere un intervento nel dibattito, ma semplicemente la presenza istituzionale
inviata dal Ministro che, occupato in improrogabili impegni, mi ha pregato di portarvi il suo saluto
e di esprimere il suo interesse per la vicenda. Da parte mia manifesto altrettanto interesse, l’Amministrazione
in ordine a questo problema ha avviato un dibattito al suo interno al fine di giungere ad
una decisione condivisa circa la collocazione delle opere della Galleria Corsini.
Il Polo Museale Romano è costituito da una serie di musei, di realtà già esistenti sul territorio; è
dotato di autonomia, per cui la decisione, dal punto di vista scientifico ed organizzativo, dovrebbe esser
presa al suo interno. L’argomento in questione è, però, di tale importanza e di tale vastità che lo stesso
Soprintendente ha sentito il dovere di coinvolgere anche l’Amministrazione centrale, e non suggerendo
alcuna soluzione formale, né propria né delle Istituzioni, bensì chiedendo il coinvolgimento degli organi
consultivi preposti al fine di pervenire alla migliore soluzione possibile.
Si è già svolto un primo incontro con il Comitato tecnico-scientifico alla presenza del Soprintendente
che ha esposto analiticamente la questione.
Il Comitato ha chiesto di avere un articolato progetto, in cui dovranno esser prospettate, in maniera
esaustiva e completa, le vicende storiche delle Istituzioni museali interessate, ritenendo necessario presentare,
a sua volta, una serie di proposte al Consiglio Superiore che sarà chiamato ad intervenire sulla
questione, al fine di addivenire alla scelta della soluzione da adottare.
Il vostro Convegno risulta essere quanto mai opportuno e proficuo da ascoltare.
La decisione sulla questione in oggetto, vista la complessità della stessa, non sarà immediata e
non verrà adottata da un solo ufficio, bensì sarà il risultato della cooperazione di un insieme di uffici
differenti e di diverse competenze, soprattutto tecniche, le quali potranno dare le indicazioni più utili
per la risoluzione della stessa.
ANGELA NEGRO
Direttrice della Galleria Nazionale d’Arte Antica di Palazzo Barberini
Non vorrei ripetere cose di cui già si è parlato, però una cosa tengo a sottolineare insieme ad
Anna Lo Bianco che è con me alla Galleria Barberini. Tutta questa operazione è un progetto, non c’è
nessun tipo di violenza, di lotta all’ultimo sangue, di guerra di trincea. È un progetto che è nato e portato
avanti dal Soprintendente Claudio Strinati, nato nel momento in cui si è capito che, dopo sessanta
anni, si riuscivano a liberare gli ambienti di Palazzo Barberini occupati dal Circolo Ufficiali delle Forze
Armate. Di questo progetto è stato steso un promemoria che è stato fatto avere al capo di Gabinetto
e al Ministro – non parlo di ieri, parlo di luglio 2007 – e che è allo studio di una serie di commissioni.
Quindi è controproducente per tutti, in primo luogo per la pubblica amministrazione e per il
pubblico, vedere in questa nostra idea una violenza che venga fatta contro un contesto. E come è nata
questa nostra idea? Spero di non ripetere cose che sono state già dette, ma cercherò di essere breve.
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