il caso della Galleria Corsini
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in Italia da 45 anni e che ho la doppia cittadinanza; ne deriva che, benché storica dell’arte proveniente da<br />
una cultura diversa, mi sento coinvolta nella questione oggi in discussione.<br />
Innanzitutto devo dire che ho la netta sensazione che qui non si è percepito l’impatto e una non<br />
bell’immagine che la notizia di un futuro smantellamento <strong>della</strong> <strong>Galleria</strong> <strong>Corsini</strong> ha avuto all’estero: ho ricevuto<br />
varie telefonate da Londra e Parigi di colleghi sgomenti, anzi increduli. Infatti, <strong>il</strong> Palazzo <strong>Corsini</strong> alla<br />
Lungara è un complesso che tutto <strong>il</strong> mondo ci invidia. Fra le mie più belle esperienze come studiosa ricordo<br />
le giornate, una ventina d’anni or sono, in cui trascrivevo un manoscritto secentesco nella Biblioteca<br />
<strong>Corsini</strong>ana al primo piano. Ogni tanto mi alzavo per rimirare gli affreschi di Conca, Guglielmi, Meucci e<br />
Parrocel che ornano i soffitti <strong>della</strong> Biblioteca dei Lincei e poi entravo nella <strong>Galleria</strong>, posta di fronte sullo<br />
stesso piano, a scrutare per l’ennesima volta i numerosi quadri esposti. Anche in tal senso (ovvero dall’indtgine<br />
f<strong>il</strong>ologica su un testo e dall’esercizio dell’occhio sui dipinti agevolati contemporaneamente dal medesimo<br />
luogo) andrebbe sottolineata l’unicità <strong>della</strong> quadreria storica abbinata alla biblioteca storica nella stessa<br />
magnifica sede storica dei <strong>Corsini</strong> a Roma, per non parlare del vasto giardino storico retrostante. Dovrebbe<br />
essere palese a chiunque che questo eccezionale insieme va valorizzato anziché sparpagliato.<br />
Per concludere velocemente, vorrei aggiungere un particolare non secondario ma che è sfuggito,<br />
mi pare, all’attenzione di chi giustamente si preoccupa per <strong>il</strong> proposto annientamento <strong>della</strong> <strong>Galleria</strong><br />
<strong>Corsini</strong> nell’eterogenea <strong>Galleria</strong> Nazionale d’Arte Antica di Palazzo Barberini. Se, nel contesto secolare<br />
del mecenatismo delle famiglie papali, solo la quadreria <strong>Corsini</strong> ci è pervenuta pressoché intatta<br />
insieme con la biblioteca nel loro ‘scrigno’ originale romano, essa inoltre ha uno squisito pendant<br />
quasi coevo a Firenze nel Palazzo <strong>Corsini</strong> sul Lungarno omonimo, ove la quadreria (visitab<strong>il</strong>e) formata<br />
dagli stessi membri <strong>della</strong> famiglia e le volte affrescate dai migliori pittori locali a cavallo del<br />
‘700 costituiscono un preludio a quanto i nipoti realizzarono nell’Urbe dopo l’elezione di Clemente<br />
XII (1730-40). Distruggere codesto anello di congiuntura tra arti ed erudizione, mecenatismo e<br />
collezionismo dei <strong>Corsini</strong> a Firenze e Roma – unico, ripeto – che ha improntato tutta quell’epoca, è<br />
francamente inconcepib<strong>il</strong>e nonché contrario ad ogni bas<strong>il</strong>are principio di tutela.<br />
PAOLA MANGIA<br />
Responsab<strong>il</strong>e del Servizio educativo del Polo Museale Romano presso la <strong>Galleria</strong> Borghese<br />
Gli interventi di questa giornata di studio, organizzata dal prof. Borsellino che ringrazio, hanno messo in<br />
luce alcune delle ragioni che si oppongono, all’unanimità, ad una decisione di chiusura <strong>della</strong> <strong>Galleria</strong> <strong>Corsini</strong><br />
e al principio di legittimità di un’unica sede per la <strong>Galleria</strong> Nazionale d’Arte Antica: questioni sia generali,<br />
quali la crisi di un modello centralizzato di museo (Lemme) o la necessità di una nuova politica del r<strong>il</strong>ancio<br />
del turismo (Leon), e sia specifiche, come i motivi di ordine storico: del Palazzo alla Lungara come sede prestigiosa<br />
dei <strong>Corsini</strong> a Roma, <strong>della</strong> salvaguardia del contesto storico <strong>della</strong> collezione del cardinale Neri senior e<br />
junior, del significativo rapporto <strong>della</strong> residenza <strong>della</strong> nob<strong>il</strong>e famiglia con l’area urbana di Trastevere e, ancora,<br />
<strong>della</strong> connessione dell’ex reggia con <strong>il</strong> giardino storico, oggi Orto Botanico (Alloisi, Dalai).<br />
A queste motivazioni che denunciano <strong>il</strong> carattere decisamente antistorico del trasferimento anche solo<br />
di alcuni capolavori del nucleo <strong>della</strong> collezione originaria – già espressione espositiva <strong>della</strong> visione artistica<br />
del classicismo di Giovanni Gaetano Bottari – si aggiungono le finalità legate alla politica educativa del<br />
museo, ossia alla responsab<strong>il</strong>ità che ogni museo detiene riguardo alla formazione e alla didattica. Una<br />
chiusura, infatti, verrebbe a intaccare tutto ciò. Sarebbero negate, innanzitutto, quelle specificità culturali<br />
che la <strong>Galleria</strong> <strong>Corsini</strong> rappresenta quale modello di museo del tardo Seicento romano, ossia tutte quelle<br />
potenzialità, anche interdisciplinari dettate ancora oggi dalla compresenza dell’Accademia dei Lincei, <strong>della</strong><br />
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