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il caso della Galleria Corsini

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SYBILLE EBERT-SCHIFFERER<br />

Direttrice <strong>della</strong> Biblioteca Hertziana<br />

Mi riallaccio a quello che ha detto la collega Lo Bianco. Innanzi tutto credo che non dobbiamo dimenticare<br />

che è una grande vittoria che Palazzo Barberini abbia finalmente a disposizione queste sale, e che ci<br />

auguriamo tutti di avere un bel museo. So bene che le colleghe, e anche Claudio Strinati, sono integrati in<br />

un sistema internazionale dei grandi musei. C’è una specie di club, di cui facevo parte anch’io dove effettivamente<br />

avviene un scambio di esperienze. Però non è un mistero, credo, che i colleghi italiani hanno<br />

particolare difficoltà a realizzare questi servizi per i clienti, questi servizi di cultura, perché in altri spazi,<br />

specie quando si guardi in America, si ragiona già, quando si parla di sistemi museali, in contesti molto più<br />

vasti che vanno effettivamente oltre la lite tra due musei o tra un Soprintendente o un Ministero. Si pensa<br />

già, come è avvenuto a Los Angeles, di riqualificare un intero quartiere decaduto tramite la fondazione di<br />

un museo, sono cose che funzionano. E quindi io non volevo entrare nella polemica se Claudio Strinati<br />

abbia fatto la battuta o no, perché io non credo che lui possa ragionare secondo la battuta che ha<br />

fatto, ma piuttosto chiedere qui alla politica di incoraggiare i colleghi <strong>della</strong> Soprintendenza a poter<br />

pensare a livello internazionale.<br />

J. de Ribera, Venere e Adone, Roma, <strong>Galleria</strong> <strong>Corsini</strong><br />

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