Indice Dai quotidiani agli Atti <strong>della</strong> Giornata di Studio: le ragioni dell’iniziativa 5 E. BORSELLINO, F. PAPI RELAZIONI DELLA GIORNATA DI STUDIO Introduzione 10 V. CASALE Dalla <strong>Galleria</strong> <strong>Corsini</strong> alla <strong>Galleria</strong> Nazionale d’Arte Antica 11 E. BORSELLINO La politica museale dei Papi delle Legazioni 16 A. EMILIANI Il d<strong>il</strong>emma tra turismo culturale e cultura cittadina 19 P. LEON Per una conc<strong>il</strong>iazione tra l’idea <strong>il</strong>luministica di museo centrale e l’idea attuale di salvaguardia dei contesti 20 F. LEMME TAVOLA ROTONDA B. DE SANTIS 23 A. NEGRO 23 S. ALLOISI 25 M. DALAI EMILIANI 28 S. EBERT-SCHIFFERER 31 B. TOSCANO 33 INTERVENTI AL DIBATTITO R. BARBIELLINI AMIDEI 35 G. CERASOLI 36 A. LO BIANCO 37 E. SASSI 38 A. NEGRO 38 E. BORSELLINO 39 S. EBERT-SCHIFFERER 40 C. MARTINO 41 F. PETRUCCI 42 S. RUDOLPH 43 P. MANGIA 44 CONCLUSIONI 48 MOZIONE 49 A. GONZÁLEZ-PALACIOS, Giù le mani da Palazzo <strong>Corsini</strong> (Il Sole 24 ORE, 02/12/2007) 50
PREMESSA Dai quotidiani agli Atti <strong>della</strong> Giornata di Studio: le ragioni dell’iniziativa Il 12 ottobre 2006 era apparsa su “Il Messaggero” un’intervista di Fabio Isman a Claudio Strinati, allora Soprintendente per <strong>il</strong> Polo Museale Romano, sulla acquisizione di buona parte del Palazzo Barberini liberato finalmente dal Circolo delle Forze Armate e, in quell’occasione, <strong>il</strong> Soprintendente accennò a un progetto di trasferimento dei dipinti <strong>della</strong> <strong>Galleria</strong> <strong>Corsini</strong> in Palazzo Barberini. Le ragioni dell’operazione sarebbero state motivate dallo scarso numero di visitatori, dalla carenza di personale di custodia e dalla “possib<strong>il</strong>ità di vedere un quadro di Caravaggio in più nella medesima sede”. In base a quella preoccupante proposta, dunque, la quadreria sarebbe stata separata dalla Biblioteca <strong>Corsini</strong>ana, Istituzione altrettanto importante e ugualmente formata dalla famiglia <strong>Corsini</strong> dagli inizi del XVIII secolo, e i dipinti <strong>Corsini</strong>, che ancora oggi costituiscono <strong>il</strong> nob<strong>il</strong>e arredo <strong>della</strong> parte dell’edificio sede dell’Accademia Nazionale dei Lincei, avrebbero perduto <strong>il</strong> loro originale contenitore. In questa prospettiva ci si chiese inoltre quale sarebbe stata la sorte degli ambienti di quello storico palazzo privati delle loro belle opere. Trasferire la raccolta <strong>Corsini</strong> in Palazzo Barberini avrebbe significato cancellare un importante capitolo <strong>della</strong> storia del collezionismo artistico romano. Roma, infatti, contrariamente ad altre città e capitali europee, è caratterizzata dalla presenza di numerose raccolte d’arte nate secoli fa dall’iniziativa di collezionisti privati, spesso appartenenti a nob<strong>il</strong>i e facoltose famiglie. Basti ricordare le collezioni giunte fino ai nostri giorni, più o meno integre, quali quelle Ludovisi, Borghese, Spada, Doria Pamph<strong>il</strong>j, Albani, Colonna e, naturalmente, la stessa <strong>Corsini</strong>, perché protette dal vincolo del fedecommesso. Alcune sono poi divenute di proprietà pubblica, ma tutte hanno mantenuto <strong>il</strong> carattere di “quadreria” o di raccolta di antichità a testimoniare <strong>il</strong> gusto dei collezionisti che le avevano create. La collezione <strong>Corsini</strong>, formata nel palazzo di via <strong>della</strong> Lungara, è una di queste. Gli ambienti che ospitano la <strong>Galleria</strong> sono ancora quelli originali; originali sono le decorazioni delle sale, le suppellett<strong>il</strong>i, le sculture, gli arredi. Allontanarla da quel luogo ne avrebbe snaturato <strong>il</strong> significato e la valenza di raro documento storico e artistico. Sulla base di tali considerazioni <strong>il</strong> Dipartimento di Studi Storico-artistici, Archeologici e sulla Conservazione dell’Università degli Studi Roma Tre organizzò, <strong>il</strong> 28 novembre 2007, una Giornata di Studio per dibattere questi problemi invitando ad esprimersi non solo studiosi, critici d’arte, docenti universitari, esperti, amministratori, politici, ecc., ma anche, con una tavola rotonda, tutti coloro che avessero voluto palesare <strong>il</strong> loro parere. Furono anche invitati i promotori del progetto di trasferimento e i responsab<strong>il</strong>i istituzionali del Ministero per i Beni e le Attività culturali, a cominciare dall’allora Ministro Francesco Rutelli. Nel corso di quell’incontro pubblico numerose analisi dal punto di vista storico, artistico, critico, economico, turistico, sindacale, evidenziarono la inopportunità di quel trasferimento: ad esempio l’economista Paolo Leon sottolineò giustamente che si doveva puntare ad un turismo culturale e non di massa e pubblicizzare la <strong>Galleria</strong> <strong>Corsini</strong>, come anche le altre meno conosciute Gallerie romane, in alternativa ai soliti luoghi che tutti i turisti visitano (Colosseo, San Pietro, Musei Vaticani, <strong>Galleria</strong> Borghese e Fontana di Trevi), non facendo, inoltre, mancare i fondi necessari ai cosiddetti “musei minori”; Gianfranco Cerasoli, rappresentante sindacale del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, ricordò le iniziative già intraprese e quelle che si sarebbero potute ulteriormente intraprendere per risolvere <strong>il</strong> problema <strong>della</strong> mancanza di personale di custodia nella <strong>Galleria</strong> <strong>Corsini</strong>; Bruno Toscano e Marisa Dalai Em<strong>il</strong>iani analizzarono <strong>il</strong> “sistema museale” romano, affermando che in realtà 5
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