30 <strong>Campo</strong> de’ fioriChi è San Bonaventura da BagnoregioIL SANTO PIU’ AMATO DA PAPA RATZINGERParigi e la sua Università nel 1236 (III° parte).. continua dalnumero 64I collegi erano nati dalbisogno <strong>di</strong> albergare igiovani con pocodenaro e con tantavoglia d’apprendere epullulavano <strong>di</strong> chierici <strong>di</strong> ogni nazionalità.Tra questi pensionati primeggia la Sorbona,fondata da Roberto Sorbon, cappellano <strong>di</strong> S.Ludovico IX. Questi gli <strong>di</strong>ede infatti alcun<strong>il</strong>ocali della corona e non fece mai mancareper l’avvenire la sua protezione. I collegicrebbero talmente <strong>di</strong> numero da costituireuna vera e propria città, della quale alla serasi chiudevano le porte giranti su enormi car<strong>di</strong>ni;pesanti catene ne <strong>di</strong>fendevano gliaccessi; torri inespugnab<strong>il</strong>i la proteggevanoe le mura, che la serravano in baluardo, siestendevano dalla porta <strong>di</strong> Saint Michel finoa quella <strong>di</strong> Saint Jacques. Lì era <strong>il</strong> limitedelle abitazioni parigine e dal vicino, solitariocolle, vi giungeva talora <strong>il</strong> suono dellaraganella dei lebbrosi. A ragione delleimmunità <strong>di</strong> cui godeva, la città universitariaera spesso centro <strong>di</strong> tumulti e as<strong>il</strong>o <strong>di</strong> facinorosi;gli armigeri reali non ar<strong>di</strong>vanoavventurarsi in mezzo alla gioventù studentescache andava sempre vestita <strong>di</strong> acciaioe armata <strong>di</strong> ferrei spie<strong>di</strong>. Parigi in ognitempo offrì pericolosi incentivi alla <strong>di</strong>ssipazionee al vizio; ma <strong>di</strong> che cosa non dovevaessere capace quel popolo <strong>di</strong> studenti nelvigore dell’età, nella foga delle passioni, ingiorni in cui la polizia nelle città stava appenanascendo? Le cronache <strong>di</strong> quell’età sonopiene <strong>di</strong> racconti bizzarri, alcune volte tragici,che rivelano lo spirito turbolento degliscolari dello stu<strong>di</strong>o. Resa inviolab<strong>il</strong>e nellepersone che la componevano, dai papi, checonsideravano l’Università come un “semenzaio”<strong>di</strong> vescovi e dottori in servizio dellaChiesa, e dai re, che trovano in essa unasorgente <strong>di</strong> ricchezza per la capitale, quellagioventù si ribellava anche ai due poteri daiquali era protetta, quando si trattava <strong>di</strong><strong>di</strong>fendere i princìpi delle sue prerogative.Se, ad esempio, non era sod<strong>di</strong>sfatta delcontegno dell’arcivescovo <strong>di</strong> Parigi,l’Università chiudeva per mesi e mesi i bat<strong>di</strong>Secon<strong>di</strong>anoZerolitenti. Ancora: nel 1225 gli studenti aggre<strong>di</strong>rono<strong>il</strong> Legato pontificio nella sua <strong>di</strong>mora;nel 1228, avendo la regina Bianca <strong>di</strong>Castiglia reggente, fatto punire alcuni studentiper dei fatti <strong>di</strong> sangue, l’Universitàserrò le porte e gli studenti, dopo avere proclamatouno sciopero che oggi chiameremmo“selvaggio”, abbandonarono, insieme amolti maestri, Parigi per due anni interi.Ritornarono soltanto quando ebbero avutopiena sod<strong>di</strong>sfazione delle loro richieste. Equante volte i poveri Prevosti delle città,messi in berlina sopra un palco con <strong>il</strong> capocinto da mitra <strong>di</strong> carta, non dovettero fareammenda onorevole a quegli studenti,senza altro conforto che mormorare fra identi: “C’est un bien mèchante f<strong>il</strong>le queMadame Universitè!”. Frequenti erano lefeste nell’Università e ogni occasione letterariao religiosa forniva un buon pretestoper una vacanza. I santi patroni delle nazioniavevano tutti le loro“ferie”, come pure S.Nicola e S. Caterina, protettoridella scolaresca.Ogni ricorrenza sacraalla Vergine venivasolennemente celebrataper onorare colei cheteneva l’Università in suaparticolare tutela, e lacui immagine primeggiavanei suggelli e negliemblemi scolastici. Talifeste avevano caratteresacro e profano insieme;La Sorbonala più celebre era quella detta del Len<strong>di</strong>t. Laquale era nata quando la Chiesa <strong>di</strong> Parigi,avendo ricevuto in dono da quella <strong>di</strong>Costantinopoli alcune schegge della croce <strong>di</strong>Cristo, le espose alla venerazione <strong>di</strong> unafolla immensa <strong>di</strong> fedeli su un altare erettonella pianura <strong>di</strong> Saint Denis. La funzione sirinnovò ogni anno <strong>il</strong> 12 <strong>di</strong> giugno con l’interventodel clero in pompa magna e degliscolari del chiostro <strong>di</strong> Notre-Dame. La gioventùstudentesca, vestita dei più ricchiindumenti, si riuniva a cavallo sulla montagna<strong>di</strong> Sainte Geneviève per accompagnare<strong>il</strong> Rettore, che, ornato <strong>di</strong> rossa cappa conberetto dottorale in testa, attorniato dai suoi<strong>di</strong>gnitari, si avviava alla pianura <strong>di</strong> SaintDenis per adorarvi <strong>il</strong> sacro cimelio. Fin daiprimi anni una gran fiera o mercato si erastab<strong>il</strong>ita in quel luogo e quella occasione sichiamava appunto “Le foire de Len<strong>di</strong>t”,ossia dell’In<strong>di</strong>ct, perché origine del concorsoera l’In<strong>di</strong>ct, col quale <strong>il</strong> vescovo annunciaval’esposizione delle reliquie. La fieraconsisteva nell’esposizione e nella ven<strong>di</strong>ta <strong>di</strong>merci <strong>di</strong> ogni sorta, ma soprattutto <strong>di</strong> oggettiantichi. Vi erano raggruppati in foggia pittorescafigure in legno scolpite, arazzi fiamminghi,brani <strong>di</strong> sciamito, lucchi <strong>di</strong> panno dastudenti, mantelli <strong>di</strong> velluto da cavalieri,maschere da buffoni, e, accanto all’armatura<strong>di</strong> un crociato, non era <strong>di</strong>ffic<strong>il</strong>e trovare larugginosa scimitarra d’un saraceno. La ven<strong>di</strong>tapiù importante era comunque quelladella pergamena <strong>di</strong> cui l’Università facevagran consumo. Il Rettore aveva <strong>di</strong>ritto ascegliere la provvista <strong>di</strong> pergamena sufficienteai bisogni dello stu<strong>di</strong>o per l’annoaccademico e l’incarico <strong>di</strong> vig<strong>il</strong>are sulla qualitàdella stessa, poiché era <strong>il</strong>velino o pelle <strong>di</strong> vitello rasata, lapiù adatta per miniarvi i co<strong>di</strong>ci.Ciò eseguito, <strong>il</strong> corteo universitariosi scioglieva e i giovani, messii pie<strong>di</strong> a terra, si sparpagliavanoper la vasta pianura, dandosi inpreda alla gioia e alla follia deigiochi, dei lazzi, dei <strong>di</strong>vertimenti,dei banchetti; non <strong>di</strong> rado allafine della giornata vi era anchestato qualche spargimento <strong>di</strong>sangue! Oltre alle corse, ai carosellie agli esercizi ginnici, gli studentirappresentavano certemascherate e cerimonie burlesche, come lafesta dei pazzi, degli asini, degli innocenti,che, <strong>di</strong>sciplinate, con l’andar del tempo, detteroorigine ai misteri, alle comme<strong>di</strong>e, alleazioni teatrali. I temi trattati erano pocoortodossi, la lunghezza <strong>il</strong> più delle volteeccessiva, la messinscena approssimativaanche se sfarzosa, ma <strong>il</strong> successo non mancava<strong>di</strong> certo. Il popolo sentiva una attrazionenaturale per questo genere <strong>di</strong> spettacoli,compiva lunghi tragitti a pie<strong>di</strong> per assistervi,applau<strong>di</strong>va freneticamente alla fine <strong>di</strong> ognirappresentazione. E molti furono gli studentiche in quel tempo balzarono agli onori <strong>di</strong>una fama <strong>di</strong> soggettisti o <strong>di</strong> attori tanto eclatantequanto effimera.continua sul prossimo numero ...Buone Feste
<strong>Campo</strong> de’ fiori 31“Il Fumetto”LETTERATURA PER IMMAGINI CHE EMOZIONANAUSICAA DELLA VALLE DEL VENTO <strong>di</strong> Hayao MiyazakiE<strong>di</strong>to da Panini Comics – 7 volumi, conclusa<strong>di</strong>Daniele VessellaMagico e spettacolare.In questo manga sirespira la magia dellegran<strong>di</strong> opere.L’ambientazione futuristica,un mondo devastato,inquinato da gastossici, dove la grandeforesta mortifera continuaad avanzare pernutrirsi dei pochispazi ancora fert<strong>il</strong>i. Tutto questo èstato causato da una guerra catastroficae dalle ra<strong>di</strong>azioni emesse dalle macchineusate nel conflitto. I pochisopravvissuti all’olocausto si sonoradunati in piccole comunità, per certiversi sim<strong>il</strong>i a feu<strong>di</strong>; in uno <strong>di</strong> questi troviamoNausicaa, figlia del re della Valledel Vento. La protagonista è dotata <strong>di</strong>misteriosi poteri telepatici che le dannola facoltà <strong>di</strong> avvertire sentimenti intimie profon<strong>di</strong>, insiti nell’animo sia dellepersone che degli insetti mutanti chehanno come <strong>di</strong>mora la grande foresta.Ma l’umanità <strong>di</strong>ffic<strong>il</strong>mente impara daipropri errori, e nel fumetto sta per scatenareun’altra guerra al fine <strong>di</strong> recuperareun antico marchingegno bellico…Miyazaki scrive e <strong>di</strong>segnaNausicaa sia per i giovani che per unpubblico adulto, è un’opera universaleche mette sotto la lente temi <strong>di</strong> attualitàcome la guerra, l’ecologia, l’in<strong>di</strong>fferenza,ma con ambientazioni epiche e fantastiche.L’autore punta <strong>il</strong> <strong>di</strong>to contro la stupi<strong>di</strong>tàdell’uomo che <strong>di</strong>strugge per conquistaresempre nuovi territori, in una storiacapace <strong>di</strong> commuovere ed emozionare. Lanarrazione è lenta, atipica se paragonataagli standard fumettistici <strong>di</strong> oggi. Pocaazione, pochi colpi <strong>di</strong> scena… eppure, latrama ti coinvolge facendoti partecipe <strong>di</strong>ogni evento che accade all’interno dellastoria. È come se sentissi l’ululato delvento e ti facessi trasportare da esso,insieme a Nausicaa, nelle lande “<strong>di</strong>pinte”da Miyazaki. La natura è stata violentatadalla guerra nucleare e ha sv<strong>il</strong>uppatoun’intelligenza emotiva: essa è crudelecon chi la <strong>di</strong>sturba, ma è s<strong>il</strong>enziosa con ch<strong>il</strong>a rispetta. Attraverso Nausicaa si scopreBuone Feste daqualcosa che non si conosceva: la natura,seppur avvelenata, sta cercando <strong>di</strong> risorgerea nuova vita. Questo per <strong>di</strong>mostrareche l’uomo non potrà mai vincere sullanatura e i personaggi <strong>di</strong> quest’opera se nerenderanno conto presto. Essi sonocostruiti in maniera straor<strong>di</strong>naria e sivanno ad incastrare tra loro per comporrequel puzzle capace <strong>di</strong> dare più chiavi <strong>di</strong> lettura.Sembra quasi che i personaggiabbiano una vita propria, non una scrittada un autore, e questo rende <strong>il</strong> fumettosuperiore a molti suoi fratelli. Lo st<strong>il</strong>e dàpiù importanza alle ambientazioni chesembrano veri e propri arazzi… poesie<strong>di</strong>pinte su carta. Da questo fumetto è statotratto anche un f<strong>il</strong>m d’animazione <strong>di</strong> quasidue ore, ma come spesso accade in questicasi la trama è stata semplificata molto, e<strong>il</strong> lungometraggio non regge <strong>il</strong> confrontocon l’opera cartacea. Però potrebbe servireda introduzione per chi volesse entrareappieno nel mondo <strong>di</strong> Nausicaa, e consiglioa tutti <strong>di</strong> visionare tutte le operecineaste <strong>di</strong> Miyazaki; se è definito <strong>il</strong> WaltDisney d’oriente, un motivo ci sarà…Lascio l’in<strong>di</strong>rizzo del mio blog:http://danielevessella.blogspot.com/