34<strong>Campo</strong> de’ fioriLe storie <strong>di</strong>MaxPatty PravoLa ragazza più ribelle degli anni Sessanta<strong>di</strong> Sandro AnselmiIl nome <strong>di</strong> PattyPravo è strettamentelegato a quellodel Piper, <strong>il</strong> famosolocale romano che cisiamo trovati anominare più volte,vista l’importanzache ebbe nel rivelaregiovani talentidegli anni ‘60e ‘70.La giovanissima Nicoletta Strambelli, questo<strong>il</strong> suo nome all’anagrafe, <strong>di</strong> origineveneziana, infatti, è una assidua frequentatricedella <strong>di</strong>scoteca capitolina.Proprio qui viene notata dall’AvvocatoAlberico Crocetta che le propone un provinocon la casa <strong>di</strong>scografica RCA. Nicolettastrega tutti e solo dopo qualche settimanaè pronto <strong>il</strong> suo primo 45 giri: Ragazzo triste,versione italiana <strong>di</strong> But yuo’re minedel duo Sonny & Cher.Siamo nel 1966, <strong>il</strong> successo è imme<strong>di</strong>atoe attorno a lei si crea grande scalpore ecuriosità, a causa del suo carattere decisamentetrasgressivo e ribelle per queitempi. Patty è una sostenitrice convintadella libertà della donna, soprattutto dalpunto <strong>di</strong> vista sessuale, è profondamenteanti-masch<strong>il</strong>ista, decisamente fuori lerighe.I giornalisti si fanno gioco delle sue <strong>di</strong>chiarazioniprovocatorie e contro la moraledella società perbenista, creandone unvero personaggio, modello da imitare perqualcuno o da censurare per qualcun altro.Il suo secondo brano rispecchia perfettamentequesto suo modo <strong>di</strong> pensare: Qui elà, con <strong>il</strong> quale partecipa al Cantagiro ’67.Sembra addolcirsi, poi, con Se perdo te,ma non vorrebbe assolutamente continuaresu questa linea, tanto che, nella primaveradel ’68, quando esce <strong>il</strong> pezzo La bambola,lei stessa <strong>di</strong>ce che quella incisione èsolo frutto <strong>di</strong> un provino, perché, in realtà,a lei quella canzone non piace affatto.Sergio Bardotti, <strong>di</strong>rettore artistico in senoall’etichetta Arc, invece, controbatte lacantante, facendoglielo incidere.Prima <strong>di</strong> giungere alla Pravo, <strong>il</strong> brano erastato pensato per i Rokes, poiper Little Tony, fino ad essereproposto a Caterina Caselli, cheperò ad esso aveva preferito Ilvolto della vita.Per ironia della sorte, La bambolafu uno dei <strong>di</strong>schi più vendutidalla giovane Patty.Lo stesso successo, ma un percorsod’incisione <strong>di</strong>verso, ebbePazza idea, suo altro grande successo.Quando gli autori Maurizio Montie Giovanni Ullu le fecero ascoltare<strong>il</strong> pezzo, la cantate ne rimaseentusiasta e lo tenne per sé, finoa che non capì che era arrivato <strong>il</strong>momento giusto. Era <strong>il</strong> 1973.Non ebbe successo, invece, <strong>il</strong> 45giri Tutto <strong>il</strong> mondo è casa mia, unbrano composto da BrunoZambrini e Stefano Jurgens, nel’77. In quel periodo, poi, Patty incideanche brani <strong>di</strong> importanti cantautori emusicisti italiani, tra cui Le tue mani su <strong>di</strong>me <strong>di</strong> Ven<strong>di</strong>tti, Mercato <strong>di</strong> fiori <strong>di</strong> DeGregori, Poesia <strong>di</strong> Cocciante (del qualescartò, al contrario, Bella senz’anima, cheinteressava anche alla Vanoni, ma che poifu incisa dall’autore stesso), e brani <strong>di</strong>Fossati, Battisti, Paoli, Lauzi.Patty ha continuato ad interpretare tantecanzoni nella sua carriera, ma forse quelleche la portarono al successo inizialerimangono le più amate e le più popolari.
<strong>Campo</strong> de’ fiori 35Fazendas e Fazendeiros<strong>di</strong>Francesca Pelinga... coninua dal numero 64Nell’Hospedaria i nostriimmigrati firmarono uncontratto <strong>di</strong> lavoroannuale per avere cura<strong>di</strong> un certo numero <strong>di</strong>cafeeiros (piante <strong>di</strong>caffè) durante l’annoagricolo, partecipandoanche al raccolto, conla fazenda <strong>di</strong> Joaquim Fernando Paes deBarros a Porto Joao Alfredo chiamato, oggiArtemis, a 13 ch<strong>il</strong>ometri daPiracicaba, con la promessa <strong>di</strong> unacasa nuova e comoda, aria e acquabuona, denaro a volontà, lavoro sopportab<strong>il</strong>ee scuola per i bambini.Purtroppo le promesse non eranovere nemmeno per la decima parte.Nel contratto con la fazenda ciò cheimportava era <strong>il</strong> numero <strong>di</strong> personeche costituivano la forza del lavoro,compresi i bambini con una maggioreo minore frazione <strong>di</strong> lavoro aseconda dell’età. Le donne, pur de<strong>di</strong>candosisoltanto alle occupazioni domestiche,si occupavano dell’allevamento degli animalidomestici e alla coltivazione degliortaggi e in occasione del raccolto andavanoad ingrossare la forza del lavoro dellafamiglia. I Paes de Barros erano una famigliamolto importante ed antica nella storia<strong>di</strong> San Paolo, i fratelli Antonio e Bentoerano stati: <strong>il</strong> primo barone <strong>di</strong> Piracicaba, <strong>il</strong>secondo barone <strong>di</strong> Itu. Inizialmente nelleloro fazende si coltivava canna da zucchero,infatti <strong>il</strong> territorio <strong>di</strong> Jun<strong>di</strong>ai, Campinas,Itu e Piracicaba fu chiamato <strong>il</strong> “quadr<strong>il</strong>atero<strong>di</strong> zucchero”, solo nella metà del secoloXIX si iniziò anche la coltivazione del caffè.Pietro e Maddalena Mossi, Giovanni eAnna Ceccani, Giacomo e DomenicaPistola, Giovanni e Giuseppa Angelelli chedurante la traversata aveva dato alla lucedue gemelli e li aveva chiamati Oliviero eSempione, (nome della nave che li avevatrasportati verso la terra promessa), eranointenzionati a ritornare con un piccologruzzolo <strong>di</strong> denaro e si prepararono ad iniziarela dura vita della fazenda. Partironoquin<strong>di</strong> pieni <strong>di</strong> speranza da San Paolo dallaPietro Mossi e Maddalena GiovannettiEstacao da Luiz, con la Yutana Ra<strong>il</strong>way,percorsero circa 153 ch<strong>il</strong>ometri per arrivare,passarono per le stazioni <strong>di</strong> Jun<strong>di</strong>ai,Ermida, Monte Serrat, Itupeva, Qu<strong>il</strong>ombo,Itaid, Indaituba, Cardeal, Elias Fausto,Capivari, Raffard, Mumbuca, Rio dasPredas, Piracicaba, Chavez e finalmentegiunsero a destinazione nella Estacao (stazione)Old Ra<strong>il</strong>way <strong>di</strong> Porto Joao Alfredo(Artemis). Porto Joao Alfredo fu fondatonel 1887 in omaggio al senatore GiovanniAlfredo Correa de Oliviera. Situato vicinoalla foce <strong>di</strong> Rio Piracicaba, era un importanteporto fluviale per <strong>il</strong> servizio postale eBuone Feste da<strong>il</strong> trasporto<strong>di</strong> caffè ezucchero. Lafazenda erauna grandeestensione <strong>di</strong> terra con attorno una grossapalizzata, <strong>di</strong> notte dentro a questa cintavenivano sguinzagliati i cani tenuti durante<strong>il</strong> giorno a catena, oltre la palizzata c’eraun largo fosso cavalcato da un ponte levatoioche si alzava alle otto e vi si stab<strong>il</strong>ivanoi turni <strong>di</strong> guar<strong>di</strong>a. Il fazendero, proprietariodella tenuta, era un piccolo reassoluto per l’influenza politica <strong>di</strong> cuipoteva <strong>di</strong>sporre, infatti generalmenterisiedeva nella città, nel nostro caso a SanPaolo, a fare politica e godersi la vita,lasciando nella fazenda un “fiscal” cioèun amministratore. Le casette doveandarono ad abitare i civitonici eranounite le une con le altre in lunghe linee oin quadr<strong>il</strong>atero, la campanella chiamavaper <strong>il</strong> lavoro, tolti gli intervalli per i pasti s<strong>il</strong>avorava dall’alba al tramonto. Nessunopoteva entrare senza <strong>il</strong> permesso delfiscal o del fazendero, nè ci si potevaallontanare senza l’autorizzazione scritta.Tutto ciò che serviva per la casa si dovevacomperare nell’armazem o bottega delpadrone, la spesa veniva segnata in unlibretto e la somma dovuta veniva scalatadalla paga. Non bisogna <strong>di</strong>menticare che lanostra manodopera sostituì <strong>il</strong> lavoro deglischiavi e questo contribuì a mantenere neiproprietari un senso <strong>di</strong> autorità eccessivo ea considerare gli immigrati come produttori<strong>di</strong> ricchezza e non collaboratori della produzione.continua sul prossimo numero...