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Le grandi sfide tra Coppi e Bartali - Romagna Podismo

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Appianati in qualche modo i problemi internicon la propria società, <strong>Bartali</strong> si ritrovò davanti <strong>Coppi</strong>nel Campionato di Zurigo, alla vigilia del Giro, quasine fosse l’antipasto. La Germania e l’Italia, in qualitàdi potenze responsabili della guerra mondiale appenaconclusasi, erano state escluse dalla partecipazionead ogni competizione internazionale che si svolgessefuori dai loro confini, e solo la neu<strong>tra</strong>le Svizzeraapriva loro le porte. Il “bando” durò sino alla metàdel successivo anno 1947. Per la gioia dei tantissimitifosi italiani residenti in Svizzera, Gino e Faustoscatenarono il finimondo e ben presto si ritrovaronosoli al comando. <strong>Coppi</strong>, più in forma, tirava quasisempre lui con formidabili trenate, mentre il toscanose ne rimaneva a ruota lasciandosi rimorchiare. <strong>Coppi</strong>sperava forse che <strong>Bartali</strong> per lealtà e riconoscenza lolasciasse vincere sul <strong>tra</strong>guardo, accontentandosi delsecondo posto. Speranza assai mal riposta: <strong>Bartali</strong> eraaffamato di ottimi e pregiati franchi svizzeri. <strong>Coppi</strong>in volata era nettamente inferiore al rivale che, comemolti scalatori, era in possesso di un ottimo spuntofinale, e fu nettamente battuto allo sprint. Commentodello sconfitto: “Gliela farò pagare al Giro”.Il 15 giugno prende il via da Milano il 29° Girod’Italia. Lo scenario, in un Paese semidistrutto, è daincubo, ma l’entusiasmo della gente per questa corsache unisce l’Italia da un capo all’altro è immutato. Ladata è in netto ritardo rispetto alla <strong>tra</strong>dizione, ma ledifficoltà organizzative da superare sono state immense,basti pensare che la Francia quell’anno non riesce adorganizzare il Tour, sostituendolo con una Ronde deFrance di sole 14 tappe (vinta da A. Lazaridès). Allavigilia ben pochi azzardano un pronostico ancheperchè i ricordi degli ultimi Giri sono ormai sbiaditi.20

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