Le grandi sfide tra Coppi e Bartali - Romagna Podismo
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alla vittoria finale. Uno dei 4 fuggitivi era troppo scarsoanche solo per arrivare al <strong>tra</strong>guardo: fu presto staccatodagli altri 3 ma tuttavia riuscì a precedere il gruppodi 20’... Gli altri 3 giunsero insieme al <strong>tra</strong>guardo e losvizzero ticinese Carlo Clerici (umile gregario di Koblet)indossò la maglia rosa con un vantaggio as<strong>tra</strong>le sui“big”. Tra l’indifferenza dei capitani delle varie squadre(e di <strong>Coppi</strong>...) lo sciopero bianco proseguì ancora perqualche tappa.Poi, probabilmente per non essere linciati dallefolle inferocite lungo il percorso, cessò; ma ormai eratroppo tardi. Infatti Clerici era un modesto corridore,ma come tutti gli svizzeri, in salita se la cavava beninoe inoltre poteva contare sull’appoggio del suo capitanoKoblet. Alla fine, a Milano, Clerici vinse il Giro (cosache fu considerata una specie di disonore nazionalee la cui colpa fu addossata a <strong>Coppi</strong>), davanti al suocapitano Koblet.Terzo fu tale Assirelli (gregario della Arbor, unodei 4 componenti della fuga-bidone) e quarto <strong>Coppi</strong>,a 34’ da Clerici. In quella circostanza <strong>Coppi</strong> persemolta della sua popolarità e buona parte dei suoisostenitori.In precedenza si era classificato 2° nella Tirreno-Adriatico, dietro Bruno Monti (capitano dell’Atala) e,nel finale di annata, vinse il giro di Lombardia e lacoppa Bernocchi. Gramo bottino.......L’anno successivo andò quasi peggio. Al Girofinì 2° dietro Magni, in compagnia del quale, comeavevo già raccontato, riuscirono a far fesso il poveroNencini, il pupillo di <strong>Bartali</strong>, togliendoli la maglia rosasull’ultima salita del Giro, approfittando di una suaforatura. Poi venne la vittoria nella 3 valli varesine e nelCampionato Italiano su s<strong>tra</strong>da (che allora si assegnava82