Le grandi sfide tra Coppi e Bartali - Romagna Podismo
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alla partenza del Giro e <strong>Bartali</strong> dovette tappare il buconella sua squadra con una riserva.La spasmodica attesa per il Giro d’Italia fuin qualche modo attenuata e immelanconita dalla<strong>tra</strong>gedia di Superga, dove trovò la morte il grandeTorino dei Mazzola, Loik e Gabetto contro i quali,appena due settimane prima, <strong>Coppi</strong> e <strong>Bartali</strong>, insiemead una rappresentativa di ciclisti, avevano giocatoun’improbabile partita di calcio a scopi benefici. Il Giroquell’anno partiva da Palermo, per risalire poi, con unpercorso a zig zag, l’intera penisola fino a Milano.Alla vigilia della partenza un esterefatto Fausto<strong>Coppi</strong> ricevette una s<strong>tra</strong>na visita da parte di unemissario del super latitante Salvatore Giuliano che,dopo avergli presentato gli omaggi del suo capo, suogrande tifoso, lo volle rassicurare sulla corsa: “Corra<strong>tra</strong>nquillo che la vittoria è assicurata”. Pareva infattiche Giuliano, in procinto di essere <strong>tra</strong>dito dal suoluogotenente Pisciotta, avesse scommesso un’ingentecifra su <strong>Coppi</strong>, nel giro delle scommesse clandestine...Fatto stà che tutti i dubbi sull’esito di quelGiro si sciolsero come neve al sole fin dalla primatappa, la Palermo-Catania. In una giornata di caldoasfissiante, uno spettatore lungo il percorso porsea <strong>Bartali</strong> una bottiglia che Gino, incautamente,afferrò <strong>tra</strong>ndugiandone qualche sorsata, credendo si<strong>tra</strong>ttasse di acqua. In effetti era un liquido verdognoloe nauseabondo. <strong>Bartali</strong> stette subito malissimo, sisentiva svenire e riuscì ad arrivare al <strong>tra</strong>guardo soloappoggiandosi ai suoi fidi scudieri Corrieri e Biagioni.Si <strong>tra</strong>ttava di un vero e proprio avvelenamentoo “intossicazione” che dir si voglia. Lui che non siritirava mai, quella volta lo avrebbe anche fattovolentieri tanto stette male, ma motivi commerciali e60