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“BADA A COME PARLI!” in PDF - Ibfan Italia

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esistono poi alcune malattie rare, come la galattosemia, cheimpediscono al bamb<strong>in</strong>o di assumere latte umano.Considerando qu<strong>in</strong>di questi eventi della diade madre-bamb<strong>in</strong>ocome patologici, il “latte” artificiale può essere l’unica opzioneper “ricondurre alla norma una funzione patologicamente alterata”, checaratterizza l’uso dei farmaci. 5 È difficile fare una stima precisa di quale siala reale necessità di “latte” artificiale; pur disponendo dei dati di prevalenzadella galattosemia e sapendo che circa il 5% delle mamme di lattantiesprime il desiderio di non allattare 6 , non è possibile quantificare lenecessità cl<strong>in</strong>icamente fondate che si possono presentare di volta <strong>in</strong> volta.È però plausibile pensare che la reale necessità di latti artificiali, <strong>in</strong>clusiquelli cosiddetti “speciali”, non riguardi la totalità dei bamb<strong>in</strong>i nati ogni annoma una proporzione di gran lunga <strong>in</strong>feriore, molti dei quali dovrebbero poterricevere latte umano donato. Il numero di potenziali clienti nongiustificherebbe qu<strong>in</strong>di gli attuali <strong>in</strong>vestimenti dell’<strong>in</strong>dustria <strong>in</strong> questosettore. Perché allora <strong>in</strong>vestire così tanto nella ricerca e nella produzionedi prodotti utilizzabili, teoricamente, da pochi clienti? Non ci sono dubbisull’utilità della formula artificiale quando necessaria, il problemasubentra quando la patologia viene creata ad hoc (fenomeno notocome disease monger<strong>in</strong>g) facendo credere a <strong>in</strong>tere generazioni di donne diaver perso la propria capacità di allattare.http://mi9.com/wallpaper/ralph-fiennes-lord-voldemort_20936/Volendo poi considerare il “latte” artificiale come unfarmaco, sarebbe necessario sottoporlo adun’attenta sperimentazione prima dell’immissione <strong>in</strong>commercio, valutandone il rapportobeneficio/rischio e riportando i rischi d’uso sulfoglietto illustrativo. Al contrario, l’etichettatura deglialimenti per lattanti prevede una generica<strong>in</strong>dicazione della superiorità dell’allattamento senzache si faccia cenno ai rischi a breve, medio e lungoterm<strong>in</strong>e dell’uso <strong>in</strong>utile e/o improprio del latteartificiale. Di nuovo, l’<strong>in</strong>formazione sul rischio(Voldemort) viene elusa.Chi, come e <strong>in</strong> quale momento darà queste <strong>in</strong>formazioni ai neogenitori?Eppure oggi sono a disposizione valide strategie per la comunicazione delrischio alla popolazione.

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