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inform 2 - UIL SGK

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<strong>UIL</strong> <strong>SGK</strong>DAI CONGRESSI DI CATEGORIA2° Congresso Provinciale FPL/LKG“ Insieme per conoscere, partecipare, costruire “12In questi anni la qualità del dibattito in ambito politicoe sindacale ha toccato il più basso livello mairaggiunto prima. La drammatica spaccatura tra le treorganizzazioni sindacali confederali, da iniziale questionedi metodo, si è artificiosamente trasformata inun duro scontro ideologico, irrisolvibile in presenzadi ovvie diversità storiche e culturali.. E intanto il governonazionale procedeva indisturbato nella sua politicadi smantellamento di quanto di buono era statofaticosamente conquistato dal sindacato in tanti annidi lavoro e di lotta. Valori fondamentali come la centralitàdel lavoro, di uno stato sociale adeguato allivello di benessere e di sviluppo del paese, di equitànel prelievo fiscale e nella destinazione delle risorsesono diventati secondari rispetto alle esigenze diun libero mercato peraltro sempre più in difficoltà equanto mai bisognoso di urgenti politiche di sostegno.E le parti sociali, i sindacati, le associazioni imprenditorialisono state sistematicamente messe daparte.Dobbiamo essere capaci di tornare ad essere sindacato,stare tra i lavoratori e i cittadini che rappresentiamo,ascoltare e cercare di capire, costruire strategieed obiettivi condivisi per proporci come contropartiaffi dabili e credibili, ritornare, in altre parole, ad essereprotagonisti. L’unica strada percorribile è la ricercadi ampie alleanze, in una visione continentale ormaiimprescindibile. L’inarrestabile processo di globalizzazionedei mercati porta con sé la necessità di unastrutturazione del sindacato che sappia proporre leproprie istanze in una dimensione europea e si impegniper il governo di uno sviluppo socialmente edambientalmente sostenibile.In ambito strettamente locale le cose non sono andatemolto meglio. Anche se va detto che, soprattuttonel settore del pubblico impiego locale a cui fariferimento la nostra categoria, non abbiamo vissutoin modo così violento la crisi relazionale tra le tre organizzazionisindacali. Un evidente raffreddamentodei rapporti ha però condizionato pesantemente tuttal’attività degli ultimi tre anni.La nostra storica impostazione di centralità dell’attivá(e non solo dell’azione) unitaria ci ha spiazzato forsepiù di altri nel momento in cui siamo rimasti i soli acrederci ancora. Il sindacato autonomo è stato attentoad occupare le lacune lasciate aperte da un certonostro snobismo nel valutare disagi e aspettativedi una parte del personale che rappresentiamo. Cosìcome vanno messe a punto strategie più opportuneper cercare di avvicinare al sindacato quella gran partedel personale non ancora sindacalizzato, innanzituttotra i più giovani.Nei rapporti con le nostre controparti istituzionali abbiamoperso terreno. Anche in questo caso, spessonon siamo stati in grado, o non abbiamo voluto, elaborareproposte concrete e condivise da presentaree sostenere con forza. Sappiamo che la nostra categoriaha avuto e avrà anche in futuro un ruolo primarionella gestione di una sana politica concertativa. E’importante, però, che sappia proporsi in una visioneconfederale e che, con la confederazione, continui acoordinare programmi ed obiettivi.Il primo impegno che affronteremo sarà il rinnovodel contratto intercompartimentale per il periodo2005/2008 per il quale siamo giá molto in ritardo,essendo scaduto alla fine del 2004. La nostra piattaformarivendicativa, presentata unitariamente conCGIL, CISL, ASGB e GS all’inizio del 2005, si ponetre grandi obiettivi: incrementi salariali svincolati dailimiti imposti dall’accordo del ’93 e con contrattazioneannuale, redistribuzione delle risorse disponibiliper i rinnovi con rivalutazione dei salari iniziali eparticolare attenzione per le qualifiche medio basse,revisione dell’attuale sistema di inquadramentosu nove qualifiche funzionali e sviluppo per classi escatti.Non sono più accettabili gli insostenibili ritardi che abbiamoaccumulato nel rinnovo degli ultimi contratti dicomparto. In alcuni settori stiamo tutt’ora tentando dichiudere contratti a loro volta già scaduti abbondantemente.Bisogna intervenire direttamente sul metodo,sottraendoci alla logica della frammentazione deicontratti, riappropriandoci della capacità gestionaledelle trattative oggi nelle mani delle nostre controparti,e, soprattutto, valutando l’opportunità di revisionarel’attuale sistema di contrattazione impostato sui trelivelli.Dodo Detassis

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