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Ma anche - e soprattutto - la capacità della società civile <strong>di</strong> attivare i <strong>di</strong>ritti previsti a tutela<br />
<strong>degli</strong> azionisti <strong>di</strong> minoranza, all’interno della vita societaria, è specchio e in<strong>di</strong>ce primo del grado <strong>di</strong><br />
vitalità e trasparenza del sistema.<br />
Ciò premesso, è bene non illudersi soverchiamente: lo spazio lasciato all’irrazionalità,<br />
all’azzardo, al gusto del giuoco (e la correlata tendenza all’illecito, all’abuso dei creatori <strong>di</strong><br />
ricchezza finanziaria), all’invi<strong>di</strong>a e al desiderio mimetico (à la Girard, 1999) non può essere<br />
definitivamente cancellato e monitorato da nessun tipo <strong>di</strong> controllo istituzionalizzato e va<br />
considerato come spazio patologico connaturato, in qualche misura, ai meccanismi <strong>di</strong> una libera<br />
economia <strong>di</strong> mercato (che rivela per tale via un rapporto strutturale del capitalismo con le mafie,<br />
nel senso che il capitalismo ne è brodo <strong>di</strong> coltura come talvolta può ricevere dalle mafie linfa vitale<br />
per il suo successo), che può essere contrastato efficacemente ma <strong>di</strong>fficilmente debellato<br />
integralmente.<br />
Tuttavia molto c’è da fare sul piano delle opacità macroeconomiche: la lotta ai para<strong>di</strong>si<br />
fiscali promuove anche la sensazione della serietà delle istituzioni dei paesi occidentali poste a<br />
presi<strong>di</strong>o del risparmio, altrimenti destinate a funzionare solo per coloro che non vogliano, per<br />
ragioni etiche - apprezzabili ma non decisive sul piano sistemico - avvantaggiarsi delle<br />
“facilitazioni” offerte dal law shopping nel mondo globalizzato.<br />
2.e. Il ruolo delle istituzioni e il loro impatto sugli incentivi. Con i modelli <strong>di</strong> “terza<br />
generazione” delle crisi finanziarie e valutarie 15 , la vulnerabilità sistemica - da cui sfociava la crisi<br />
del Sud-est asiatico - si spiega nella relazione circolare tra (i) fattori istituzionali, (ii) struttura <strong>degli</strong><br />
incentivi <strong>degli</strong> operatori, (iii) elementi psicologici <strong>di</strong> massa.<br />
Le istituzioni costituiscono il set delle regole del gioco <strong>di</strong> una società o, più formalmente, i<br />
vincoli che i membri <strong>di</strong> questa hanno definito per <strong>di</strong>sciplinare i propri rapporti. Di conseguenza,<br />
esse modellano gli incentivi che sono alla base dello scambio, qualsiasi ne sia la natura: economica,<br />
politica, sociale (North, 1994). Pertanto, anche quando le crisi finanziarie originano da cause<br />
economiche <strong>di</strong> fondo riconducibili alle prime due “generazioni” <strong>di</strong> crisi, l’aspetto istituzionale - con<br />
le ricadute sul sistema <strong>di</strong> incentivi <strong>degli</strong> operatori – entra comunque in gioco nel <strong>di</strong>panarsi della<br />
crisi. Gli episo<strong>di</strong> del Messico e del Sud-est asiatico, ad esempio, benché appartenenti a<br />
“generazioni” <strong>di</strong>verse, possono essere comunque accomunati dall’aspettativa presso gli operatori <strong>di</strong><br />
un salvataggio <strong>di</strong> ultima istanza, aspettativa <strong>di</strong> cui a livello macroeconomico è principalmente<br />
responsabile l’assetto istituzionale. Il “troppo grande per fallire” trovava <strong>di</strong> fatto conferma<br />
nell’intervento dell’FMI per evitare la bancarotta del Messico; tale intervento, a sua volta, assumeva<br />
un valore <strong>di</strong> precedente nella crisi asiatica, trovava conferma in quella russa successiva, e così via.<br />
Come si è già osservato (punto 2.b.), gli elementi <strong>di</strong> contesto istituzionale che hanno<br />
determinato la crisi asiatica rimandano alla regolamentazione dei mercati finanziari (la cui bassa<br />
qualità, in genere, può derivare non solo da una scarsa ma anche da una eccessiva regolamentazione<br />
15 Cfr. Krugman (1998), Dooley (1999a, b), Sachs (1995, 1996, 1998).