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Nash - Università degli Studi di Pavia

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che innalza barriere all’entrata nei mercati 16 ); al livello <strong>di</strong> garanzie offerte – in forma più o meno<br />

implicita - da un prestatore <strong>di</strong> ultima istanza (il governo nazionale e/o la comunità internazionale);<br />

al grado <strong>di</strong> vigilanza da parte del sistema bancario, alla possibile collusione fra potere politico e<br />

finanza (a cui è inevitabilmente connesso un qualche grado <strong>di</strong> corruzione). Questi tre aspetti –<br />

cattiva regolamentazione, <strong>di</strong>storto sistema <strong>di</strong> garanzie, connivenze e corruzione – si rafforzano a<br />

vicenda, concorrendo a determinare una perversa struttura <strong>di</strong> incentivi – il moral hazard – presso gli<br />

operatori. Nel Sud-est asiatico, quest’ultimo ha creato <strong>di</strong>sfunzioni gravi nei meccanismi allocativi<br />

sia <strong>degli</strong> investitori sia <strong>degli</strong> interme<strong>di</strong>ari finanziari, i quali selezionavano i destinatari <strong>di</strong> prestiti<br />

secondo criteri in larga parte fondati su nepotismo e clientelismo (non-performing loans).<br />

L’interagire <strong>di</strong> questi fattori si traduceva in un market e in un government failure. Anche in Turchia,<br />

sulla crisi finanziaria e valutaria in atto dall’autunno del 2000, si è innestato nel febbraio successivo<br />

il conflitto tra Governo e Presidenza della Repubblica in materia <strong>di</strong> contrasto alla corruzione. Ciò ha<br />

innescato una seconda e più grave crisi valutaria che documenta come l’incertezza del processo <strong>di</strong><br />

riforme volte a contrastare la corruzione invii forti segnali ai mercati e pregiu<strong>di</strong>chi la cre<strong>di</strong>bilità <strong>di</strong><br />

un paese (“confidence deficit”).<br />

2.f. Il ruolo <strong>degli</strong> aspetti psicologici. L’impatto sull’andamento dei mercati <strong>di</strong> umori,<br />

percezioni e preferenze <strong>degli</strong> operatori trovano riconoscimenti autorevoli già con Smith e Keynes;<br />

più tar<strong>di</strong> con Katona (1951) e, in contesti decisionali in con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> incertezza, da Von Neumann e<br />

Morgenstern a Sudgen, Loomes, Kahneman e Tversky, ecc.; l’operare <strong>di</strong> tali fattori viene<br />

confermato dall’economia sperimentale. Questi filoni teorici ed empirici hanno contribuito allo<br />

sviluppo dell’economia comportamentale (che dà conto, ad esempio, <strong>di</strong> scelte non strettamente<br />

collegate alla propria funzione <strong>di</strong> utilità, come quelle altruistiche), su cui si fondano anche alcuni<br />

affinamenti della teoria dei giochi. Un’ulteriore evoluzione conduce a un moderno approccio<br />

multi<strong>di</strong>sciplinare che mette in risalto l’importanza dell’interazione fra razionalità ed emozioni<br />

all’interno dei processi decisionali. Nel suo volume L’errore <strong>di</strong> Cartesio – in cui è contraddetta<br />

l’idea secondo cui mente e corpo sono entità separate - Damasio (2003) descrive numerosi<br />

esperimenti volti ad analizzare la relazione fra una particolare categoria <strong>di</strong> emozioni (che egli<br />

chiama “marcatori somatici”) e pensiero razionale: senza le prime, il secondo non è in grado <strong>di</strong><br />

condurre il soggetto alla situazione per lui più vantaggiosa. In tale ottica, gli aspetti emozionali<br />

canalizzati nel processo decisionale non sono considerati un’interferenza forviante nelle scelte, che<br />

origina dall’intreccio fra razionalità limitata (à la Simon, 1959), informazione imperfetta,<br />

avversione al rischio e pervasività dell’incertezza. Piuttosto, la sfera emotiva è un in<strong>di</strong>spensabile<br />

complemento – se non, in certe circostanze, persino un sostituto - della razionalità: “una riduzione<br />

dell’emozione può costituire una fonte ugualmente significativa <strong>di</strong> comportamento irrazionale”,<br />

osserva Damasio.<br />

I modelli à la Krugman (1998) insistono sul ruolo dei fattori psicologici ed emotivi nella<br />

spiegazione delle crisi, mettendo in luce quel delicato passaggio – che peraltro è il nodo centrale<br />

nelle situazioni <strong>di</strong> tipo <strong>di</strong>lemma del prigioniero – in cui il comportamento razionale dell’in<strong>di</strong>viduo<br />

16 Il legame tra corruzione e opacità da eccessiva regolamentazione è in<strong>di</strong>cato con “grabbing hand”.

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