Nash - Università degli Studi di Pavia

Secondo tali linee di ragionamento, le giurisdizioni rimaste nella lista della FATF (tab. 1)
esibiscono un fattore di sconto piuttosto modesto 34 e, quindi, una vischiosità/inerzia nell’aggiustare
il proprio stock di patrimonio reputazionale.
Com’è noto, il costo sociale che ne deriva è un livello sub-ottimale di stabilità finanziaria
internazionale, intesa come bene pubblico. Allo scopo di far convergere i costi sociali e privati di
un’inadeguata regolamentazione internazionale, il processo di internalizzazione dovrà coinvolgere
non solo la singola giurisdizione non cooperativa, ma l’intero “sistema indotto”, vale a dire la
costellazione che rotea intorno ad essa: terrorismo transnazionale, criminalità organizzata, società
multinazionali che se ne servono. Ciò rinvia all’esigenza sempre più percepita di mettere in campo
strategie multidimensionali, tipiche risposte alle “emergenze complesse”.
Conclusioni
L’interdipendenza degli eventi è il segno dell’epoca: ciò si riflette anche nella nuova
eziologia delle crisi finanziarie, che producono effetti sistemici e si rivelano largamente diffusive
per effetto della globalizzazione dei mercati, anche se esse sono il prodotto di violazioni delle
regole di governance all’interno di un singolo gruppo multinazionale.
La crisi chiama in giuoco la sfera pubblica, i controlli, ma - ancor prima - il mercato e la sua
etica, la capacità della comunità degli affari di individuare, mediante la circolazione delle
informazioni, aree di rischio ed isolarle mediante la costruzione dell’adeguato ring fence.
Ciò può essere opera degli ordinamenti nazionali, ma la segmentazione degli stessi e dei
diversi sistemi giuridici rende difficile l’operatività delle sanzioni e la costruzione di un efficace
meccanismo di reazione e deterrenza.
Difettano istituzioni finanziarie globali dotate di adeguati poteri sanzionatori a fronte del
mercato globale, e la strategicità della loro presenza per la prevenzione delle crisi non può più
essere ignorata.
La cooperazione nel settore dell’antiterrorismo e del riciclaggio è il primo passo per
l’edificazione di una rete di strutture sopranazionali in grado di controllare e reprimere le condotte
che mettono in pericolo la stabilità degli scambi e l’attendibilità dei valori dei titoli.
La magistratura economica necessaria per intervenire sulle crisi non esclude tuttavia il più
importante rimedio che ben può individuarsi nella crescita della cultura finanziaria e nella
consapevolezza dei limiti dell’economia capitalistica.
34 Nel primo rapporto del 2000, la FATF aveva individuato 15 NCCTs: Bahamas, Isole Cayman, Cook Islands, Dominica, Israele,
Libano, Filippine, Liechtenstein, Isole Marshall, Nauru, Nieu, Panama, Russia, St. Kitts e Nevis, St. Vincent e Grenadines. Alcune
giurisdizioni originariamente identificate si adeguavano rapidamente agli standard di regolamentazione richiesti dalla comunità
internazionale, uscendo dalla lista (Bahamas, Isole Cayman, Liechtenstein e Panama), sebbene altre se ne aggiungessero (Egitto,
Guatemala, Ungheria, Indonesia, Myanmar, Nigeria, Grenada e Ucraina). Nel 2002, la FATF eliminava dalla lista Ungheria, Israele,
Libano, St. Kitts e Nevis, Domenica, Isole Marshall, Niue e Russia. Nel 2003,veniva rimossa Grenada e, nel successivo
aggiornamento, St. Vincent and the Grenadines. Nel febbraio 2004, alla luce dei significativi avanzamenti nel processo di riforme,
venivano eliminate dalla lista Egitto e Ucraina. Nel luglio 2004 (con la 5^ lista), il Guatemala.