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Nash - Università degli Studi di Pavia

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finanziari (ad es., su strumenti derivati e meccanismi <strong>di</strong> assicurazione) ora all’evoluzione tecnica<br />

delle industrie (la new economy) e <strong>di</strong>mentica delle dure lezioni che la natura (la “scarsità dei beni<br />

reali, la “durezza” o scarsa flessibilità dell’industria, le strozzature delle rivoluzioni industriali)<br />

infligge e continuerà ad infliggere all’homo oeconomicus.<br />

Il progresso tecnico può fornire uno spunto interpretativo dell’“esuberanza” (à la<br />

Greenspan) o della “frenesia della modernità” (à la Girard, 1999) che, secondo l’antropologo<br />

francese, è sospinta da una coazione alla mimesi illusoria e auto<strong>di</strong>struttiva:<br />

“Quando tutto è ormai raggiungibile da chiunque, e niente può più sorprenderci, la rincorsa verso la<br />

meta desiderabile, affinché questa rimanga desiderabile, deve trasformarsi in una gara dagli ostacoli<br />

infiniti e insormontabili.” (p. 13).<br />

L’esistenza frequente <strong>di</strong> asimmetrie informative e <strong>di</strong> vere e proprie opacità<br />

nell’informazione relativa alle strutture proprietarie su beni immateriali e la stessa struttura dei<br />

mercati finanziari dominati da investitori istituzionali che non permettono al risparmiatore <strong>di</strong><br />

conoscere l’incidenza delle innovazione tecnologiche sulle imprese nelle quali investe, ma solo <strong>di</strong><br />

analizzare i trend <strong>di</strong> settore, sono indubbie concause delle crisi finanziarie, poiché creano un<br />

ambiente abituato a speculare sull’illusione dei profitti attesi dalla crescita tecnologica <strong>di</strong> settore,<br />

senza promuovere investimenti sulla realtà <strong>di</strong> mercato effettiva, fatta anche <strong>di</strong> strozzature ed<br />

inefficienze, e connotata spesso da <strong>di</strong>seguale <strong>di</strong>stribuzione dei titoli <strong>di</strong> proprietà.<br />

Nella società del rischio, è possibile l’osmosi delle classi sociali e la rapida accumulazione<br />

della ricchezza, così come è premiata l’innovazione tecnologica, ma non esiste la protezione<br />

integrale dai rischi <strong>di</strong> fallimento sognata e pretesa dall’uomo contemporaneo (i mercati sono<br />

incompleti: non c’è assicurazione né contratto derivato che tenga); non esiste, né può esistere una<br />

crescita dei mercati sganciata dai valori dell’economia reale; non esiste, né esisterà mai una tecnica<br />

umana che vinca illimitatamente la finitezza della natura. Ancora con l’interpretazione <strong>di</strong> Girard:<br />

“La mimesi, sempre meno me<strong>di</strong>ata dalle <strong>di</strong>fferenze sociali, stimola la concorrenza: la rivalità […]<br />

<strong>di</strong>venta motivo <strong>di</strong> crescita e <strong>di</strong> progresso.<br />

Tuttavia, questa <strong>di</strong>namica rigenerativa della modernità, <strong>di</strong>versamente da quanto sostengono i<br />

cantori delle ‘magnifiche sorti e progressive’ del capitalismo, non si lascia affatto alle spalle l’ombra<br />

della violenza arcaica” (p. 12).<br />

La nuova borghesia emergente <strong>degli</strong> operatori dei mercati finanziari, insieme alla politica<br />

che essa esprime, deve ancora affermarsi come classe <strong>di</strong>rigente in grado <strong>di</strong> promuovere un nuovo<br />

or<strong>di</strong>ne globale. E ciò potrà fare quanto più riuscirà a promuovere tali consapevolezze laiche,<br />

modeste, valide per la buona riuscita <strong>di</strong> un’intrapresa industriale come per il successo <strong>di</strong> un<br />

investimento finanziario, che si avvantaggia più del calcolo razionale che dell’euforia a fronte della<br />

notizia <strong>di</strong> una rilevante novità tecnologica.<br />

La tecnica, quin<strong>di</strong>, deve legarsi ad una prospettiva <strong>di</strong> ragionevole profitto, le con<strong>di</strong>zioni del<br />

suo sviluppo devono essere analizzate nel contesto dell’economia e delle istituzioni che<br />

costituiscono l’ambiente del suo sorgere e del suo progre<strong>di</strong>re. Le catene <strong>di</strong> entitlements sulle<br />

tecnologie date dall’interesse dei capitalisti passati e dei capitalisti futuri devono essere

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