Nash - Università degli Studi di Pavia

dalla corruzione. Eppure a pagare i costi economici e sociali della crisi (cioè, le sue grandi
esternalità) è chiamata l’intera collettività, cioè cittadini comuni totalmente estranei sia alle
scommesse speculative sia alle incaute concessioni di credito. Quindi, sottostanti alla
socializzazione delle perdite, operano inique politiche redistributive. Il tentativo di internalizzare
tali esternalità ha indotto a un maggiore coinvolgimento del settore privato a sopportarne i costi. 27
Un’altra importante iniziativa del FMI e della BM all’interno dei sistemi di solidarietà
consiste nel parziale condono del debito estero – la cd. HIPC, avviata nel 1996 - a favore delle
economie più povere e più vulnerabili agli shock esterni. L’iniziativa si può annoverare, almeno
parzialmente, fra le misure preventive delle crisi, in quanto le risorse liberate dall’obbligo di
restituzione del debito devono essere destinate a irrobustire la crescita e i fondamentali macro.
Nella crisi sistemica ad origine “micro”, invece, l’unica possibile forma di
prevenzione/socializzazione delle perdite risiede in meccanismi di tipo assicurativo che, secondo
una logica di mercato, sulla base di contratti posti in essere fra privati, distribuiscano i rischi del
fallimento dell’investimento.
Un meccanismo di assicurazione del venture capital è attualmente svolto dai contratti
derivati di ricopertura.
4. L’esame delle policy
Per prevenire o contenere le crisi finanziarie, bisognerebbe prima di tutto ricercare dei
meccanismi di auto-immunizzazione. Se si favoleggia su piccole società à la Mandeville, dove la
stessa natura delle interazioni interpersonali crea endogenamente strutture di preferenze morali e
cooperative - e, di conseguenza, spontanei codici di condotta improntati all’etica -, l’esigenza di
(auto-)immunizzarsi diventa un’aporia logica. Ben altra cosa è l’esperienza fondativa delle società
moderne – complesse e sofisticate – dove lo spontaneismo è ridotto a plaghe ristrette, e
l’immunizzazione dei mercati può essere indotta solo esogenamente mediante l’intervento
dell’operatore pubblico nazionale e sovranazionale, a cui si uniscono – su base volontaria e
residuale – i codici di autodisciplina 28 . Lo shock iniziale di politica economica può innescare, nel
medio-lungo periodo, un meccanismo d’immunizzazione del mercato fondato su un processo di
accumulazione di dotazione istituzionale e su un processo di trasformazione delle condizioni
ambientali giureconomiche.
Le politiche economiche anti-crisi risultano fortemente correlate (a) anche quando siano
diversi i soggetti promotori o (b) le finalità perseguite; così pure, (c) data la documentata contiguità
fra soggetti, il medesimo strumento può conseguire più obiettivi. Infine, (d) per gli effetti di travaso
tra sistema-paese e sistema-impresa, alcune policy portano a un doppio dividendo, cioè a livello
macro e microeconomico (come i sistemi di condizionalità delle IFI o le misure che vanno a
modificare lo stock del patrimonio reputazionale della singola area o della singola impresa).
27 La soluzione di gran lunga preferita è la Resolution of Sovereign Liquidity Crises (maggio 1996), che prevede l’inclusione nei
contratti di prestito di clausole (cd. clausole di azione collettiva) per regolare ex ante i rapporti tra debitori e creditori in caso di
insolvenza.
28 Il più noto – Principles of corporate governance – dell’OCSE (1999 e aggiornato lo scorso gennaio) contiene le linee-guida a cui
gli Stati dovrebbero informare le proprie politiche legislative.