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I CAPITELLI ROMANI DI ALTINO * Luigi Sperti - Margherita Tirelli

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106LUIGI SPERTI - MARGHERITA TIRELLI [RdA 31lio-claudia 23 . Alla produzione aquileiese va ascrittoinoltre un capitello inedito conservato nel giardinodella Villa Florio a Buttrio, presso Udine (tav.XV, a), databile nell’ultimo quarto del II sec. a.C.,la cui origine e cronologia sono confermate dallaspiccata similarità con due esemplari di Aquileia 24 .Con il quadro piuttosto ricco e articolato delle testimonianzeaquileiesi contrasta la sporadica diffusionedel tipo negli altri centri della Venetia: unesemplare nella vicina Concordia risale all’età augustea25 ; uno più antico a Bardolino, nel veronese,è databile entro la metà del I sec. a.C. 26 ; un gruppodi capitelli a Feltre, forse di età augustea, si distingueper la raffinata decorazione dell’abaco, sucui compaiono motivi figurativi come pelte, orologisolari, teste di uccello 27 : una particolarità senza parallelinell’ordine ionico-italico della Cisalpina, macon qualche confronto in ambito siculo, a Pompeie altrove 28 . Va ricordato ancora un capitello al MuseoArcheologico di Venezia (tav. XV, b) provenientedagli scavi ottocenteschi dell’Abbazia di Sant’Ilario,nei pressi dell’attuale Marghera (Venezia), che èrimasto escluso dalle ricerche sul tipo ionico-italicoin quanto pubblicato in un catalogo di materialescultoreo di età medievale 29 . Infine, un esemplaredi ridotte dimensioni attribuito ad una porta dellemura di Verona degli inizi del I sec. a.C. 30 , ed unframmento pertinente alle semicolonne delle auledel santuario tardo-repubblicano di Brescia, databileintorno al 70 a.C. 31 sono le uniche testimonianzecollegabili a complessi architettonici di datazionecerta. Rimane dunque assai problematica la cronologiadi questa classe di materiale, come è stato giàpiù volte sottolineato 32 , da un lato per l’assenza dicontesti archeologici certi, dall’altro perché la modestaevoluzione tipologica e stilistica e la varietàdei rapporti proporzionali non consentono di delineareneppure a grandi linee una seriazione cronologicaconvincente.Tali limiti valgono ovviamente anche per i casiin esame. Il capitello n. cat. 1 mostra una certa assonanzanella resa del kyma ionico e dell’astragalo,nella forma particolare delle volute (ispirate inparte al tipo detto “a corna di montone”, in partealle volute a canale convesso) e nel profilo dell’abaco,con qualche esemplare aquileiese databile nellaprima metà del I sec. a.C. 33 : tale datazione chepuò ritenersi valida, del tutto indicativamente, ancheper il pezzo altinate. In base alla provenienzadall’area necropolare, si può ipotizzare che facesseparte di una tomba ad edicola su podio. Si tratterebbein questo caso di una delle attestazioni piùantiche di architettura funeraria monumentale delcentro veneto.Il frammento n. cat. 2, per quanto consente divalutare il mediocre stato di conservazione, è difattura più grossolana. Il tondino dell’abaco ornatocon kyma ionico, derivato dal tipo canonico, ètestimoniato pur sporadicamente nella produzionedell’Italia centro-meridionale a partire da fine IV-IIIsec. a.C. 34 . In Cisalpina l’abaco decorato con ovolitrova confronto con il capitello al Museo Archeolo-23Monumento dei Curii: Cavalieri Manasse 1978, n. 46.a, p. 83, tavv. 19,3-20,1; Batino 2006, n. 154, p. 110, tav. XVI.24Il capitello di Buttrio è citato in Cavalieri Manasse 2006, nota 10; debbo la fotografia alla cortesia di Paolo Casari. Per iconfronti con i pezzi aquileiesi. v. Cavalieri Manasse 1978, nn. 3 e 4, p. 45 s., tav. 2; Batino 2006, nn. 144 e 145, p. 105 s., tav.XV.25Di Filippo Balestrazzi 2001, p. 215, fig. 3.26Cavalieri Manasse 1997b, p. 115, fig. 5, reimpiegato nella chiesa di S. Zeno.27Cavalieri Manasse 2006.28Batino 2006, ad es. nn. 27, 94, 162, 166.29Polacco 1981, n. 26 p. 39: alle misure qui riportate aggiungo il diametro inferiore (cm 52), che dimostra l’originario impiegoin un edificio di una certa importanza. Il pezzo fa parte di un nucleo di materiale eterogeneo di età romana reimpiegatonell’abbazia, e non è da escludersi che possa provenire da Altino stessa, che dal complesso monastico dista in linea d’aria circa20 km. A giudicare dagli elementi superstiti, sembra abbastanza simile ad esemplari di epoca relativamente avanzata, comeun capitello ad Aquileia datato intorno alla metà del I sec. a.C. (Cavalieri Manasse 1978, n. 9, p. 49, tav. 4,2).30Cavalieri Manasse 1998, p. 116, nota 23; per la struttura p. 113 ss.31V. ora Cavalieri Manasse 2002, p. 96 s., figg. 9-10. Un piccolo capitello ionico-italico di lesena rinvenuto nell’area della viaper Cremona (Cavalieri Manasse 1997a, p. 248 ss., fig. 6) è riferibile forse ad un monumento ad edicola. Per un altro esemplarebresciano di provenienza ignota v. Frova, Rossignani, Cavalieri Manasse 1975, p. 55, fig. 2; Batino 2006, n. 141, p. 103.32V. De Maria 1981, p. 584 s.; Cavalieri Manasse 2002, p. 97.33Cavalieri Manasse 1978, n. 5, p. 47, tav. 3,1; n. 8, p. 49, tav. 4.1; v. ora Batino 2006, rispettivamente n. 146, p. 106, tav. XV,e n. 149, p. 108, tav. XV.34L’esempio più antico in Batino 2006, n. 105, p. 82 s., tav. XII (Pietrabbondante, santuario precedente il complesso tempioteatro).Per altri casi v. Batino 2006, nn. 19, 155, 169, 170.

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