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I Giovani e il volontariato nelle Marche - CSV Marche

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Mappa e caratteristiche strutturali ed evolutive del <strong>volontariato</strong> <strong>nelle</strong> <strong>Marche</strong>Tav. 59. Grado di accordo con le seguenti affermazioniMolto Abbast. Poco Per niente Non risp.4 3 2 1 0Mediaè necessario che le odv svolgano le proprie attività inmodo sempre più efficiente ed efficace<strong>il</strong> <strong>volontariato</strong> moderno deve sv<strong>il</strong>uppare una grandecapacità di progettazione e di lavoro collaborativo conaltri soggetti sociali operanti nel territorio<strong>il</strong> <strong>volontariato</strong> deve superare la logica dell'assistenzasv<strong>il</strong>uppando sempre più una dimensione "politica" comesoggetto attivo nella ridefinizione delle politiche sociali<strong>il</strong> <strong>volontariato</strong> sta priv<strong>il</strong>egiando troppo la dimensionedell'offerta dei servizi che necessitano di continuità eprofessionalità specifiche e sta perdendo i propririferimenti etico-valoriali originari<strong>il</strong> ruolo del <strong>volontariato</strong> è soprattutto quello di svolgerecompiti che <strong>il</strong> "pubblico" e <strong>il</strong> "mercato" non riescono asvolgere70,7 22,4 3,0 1,1 2,8 3,6764,4 28,8 3,8 0,4 2,6 3,6137,8 30,7 14,8 13,3 3,3 2,9631,3 31,4 21,7 8,1 4,4 2,9333,9 32,2 18,3 12,7 3,0 2,908. Considerazioni conclusive di sintesiL’analisi del fenomeno solidaristico nella regione <strong>Marche</strong> archivia dati significativi, sia per l’entità delleorganizzazioni interpellate - quasi 9 su 10 di quelle censite e certificate - che per la ricchezza delleinformazioni acquisite con <strong>il</strong> questionario condiviso FIVOL-Centro Servizi.Lasciando ad una riflessione ulteriore e più vasta, proveniente dallo stesso mondo del <strong>volontariato</strong>regionale, una serie di spunti interpretativi suggeriti dai dati qui riportati, è ut<strong>il</strong>e ripercorrere brevementei capitoli del rapporto e dare conto di alcune suggestioni empiriche.Si tratta di un fenomeno che riguarda oltre 950 realtà orientate alla solidarietà e ai “beni pubblici”, bendistribuite sul territorio marchigiano e con una densità soddisfacente (quasi 7 unità per 10.000 abitanti),soprattutto nel maceratese dove esse sono più cap<strong>il</strong>larmente diffuse. E’ una realtà ancora dinamica, increscendo, pur se mostra un’anzianità media di 18 anni per essersi imposta come fenomeno nuovo emoderno negli anni ’80, anni densi di processi socio-economici nella regione e percorsi da una fase dimodernizzazione della pubblica amministrazione che ha dato ulteriore spazio all’iniziativa dei cittadini,soprattutto nel welfare regionale riformato.Importante è la dimensione localistica dei gruppi, dato che <strong>il</strong> bacino di operatività è per poco meno dellametà dei casi la parrocchia, <strong>il</strong> quartiere o <strong>il</strong> comune, così come l’origine di queste formazioni è semprepiù legata all’iniziativa di gruppi di cittadini più che alla tradizione associazionistica o alle struttureecclesiali per quanto importanti nella regione. E’ pertanto un fenomeno che presenta sempre più caratteridi “laicità” per riferimenti valoriali e motivazionali e di “particolarità”, per essere spesso espressione diautotutela di famiglie e di gruppi alle prese con nuovi bisogni che vengono rappresentati da unamoltitudine frammentata di piccole organizzazioni. Pressoché 7 su 10 coniugano <strong>il</strong> vantaggio degli47

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