NOME ASSOCIAZIONE INTERVENTI OFFERTI SITO INTERNETAIMAC (Associazione italianamalati di cancro)ALTS (Associazione per la lottacontro i tumori del seno)ANDOS (Associazione nazionaledonne operate al seno)ATTIVEEUROPA DONNAASS. ANTEAInformazioni su malattia, e terapia a pazienti, famiglie eamici. L’associazione assicura il sostegno psicologicoAssistenza, riabilitazione fisica e psicosociale per le donnecon K mammario. Prevenzione, diagnosi, terapia di controllodella malattiaPrevenzione, informazione, diagnosi precoce,assistenza sociale e supporto psicologicoAscolto telefonico, consulenze specialistiche epsicologiche individuali, gruppi di sostegno psicologicoPunto di riferimento per facilitare il dialogo tra utenti,pazienti, ricercatori, amministratori e politiciSupporto psicologico e assistenza domiciliare conpersonale volontariowww. aimac.itwww.alts.itwww.andosonlusnazionale.itwww.attive.orgwww.europadonna-italia.itwww.antea.netTabella 2. Le associazioni che si occupano di supportare le donne sottoposte a mastectomiaregistrazioni e, dai risultati, è emerso chel’utilizzo di programmi multidisciplinari disupporto in donne con K mammario sonoefficaci a soddisfare il supporto emotivo,informativo e a potenziare la capacità discelta delle donne circa le opzioni ditrattamento.L’intervento, inoltre, soddisfa la necessitàdi aiuto delle pazienti che risultano piùpropense a comprendere i loro sentimentinei confronti della malattia e ad accettarli.La condivisione di esperienze vissute tradonne con K mammario aumenta il sostegnoreciproco, rafforza la fiducia e il sensodi controllo, permette alle pazienti diattivare le risorse interiori e di utilizzarle almeglio (processo di empowerment).Uno studio longitudinale di Moreira H,Canavarro M.C, sull’immagine del corpo eadattamento psicosociale, condotto sutali pazienti, propone agli operatorisanitari di utilizzare strategie focalizzatesulle reali necessità delle donne perfavorire il miglioramento della percezioneche hanno della propria immagine corporea,principalmente nel periodo compresotra l’intervento chirurgico e la conclusionedel trattamento.La letteratura (Stang I, Mittelmark M.B)evidenzia l’efficacia percepita dalle donnecon K mammario di un intervento chepreveda la frequentazione di un gruppo diauto-aiuto per migliorare l’empowerment.Le donne intervistate considerano lafrequentazione di questi gruppi come unapreziosa fonte di supporto, in quantofavorisce lo sviluppo di un forte senso dicomunione tra le partecipanti e rappresentaun momento di riscoperta delproprio corpo, nonché una conferma deipunti di forza e delle loro abilità.Lo studio di Jiwa M et al enfatizza l’efficaciadi interventi di sostegno forniti alfollow-up da un gruppo Sbn (specialistbreast cancer) alle donne con K allamammella.Il gruppo svolge un ruolo importante nelladelicata fase di adeguamento della donnaa una nuova immagine corporea.Gli infermieri svolgono principalmenteuna funzione informativa ededucativa e utilizzano strategie diadattamento che hanno lo scopo difar emergere il punto di vista dellapaziente e di potenziare i fattoripersonali che promuovono un buonadattamento e l’autostima.Ciò prescinde dall’instaurarsi di unrapporto di fiducia ed empatia tra ledonne, i loro caregiver e gli infermieri.Lo studio di Blacklock R, Rhodes R,Blanchard C, Gaul C ha evidenziato glieffetti benefici dell’esercizio fisico neltrattamento della fatica causata dallecure a cui vengono sottoposte le donnecon cancro alla mammella.Una relazione tra attività fisica e unamigliore qualità di vita, dopo il trattamentodel cancro, è stata dimostrata insette studi revisionati dagli autori: sitratta di esercizio fisico moderato praticatosu una cyclette o camminando per20/30 minuti per almeno tre volte allasettimana.DISCUSSIONEL’infermiere che lavora in ambitoambulatoriale ha un ruolo importantenel garantire la riservatezza e laprivacy della paziente, affrontando lasituazione con sensibilità e comprensione.Egli può aiutare la donna a migliorare lasua capacità di adattamento e a ridurre lostress in tutte le fasi di diagnosi e di cura.Ciò si realizza grazie allo svolgimento dellafunzione educativa allo scopo di prepararela donna all’alterazione dell’immaginecorporea prima dell’inizio dellaterapia, insegnandole a come provvederea sé stessa durante il trattamento, nonchéaiutandola a comprendere – e ad accettare– la nuova immagine al termine dellacura.È importante ottenere il coinvolgimentodei familiari e/o del compagno e/o degliamici, in modo che diventino una risorsaterapeutica e di supporto.Atteggiamenti iperprotettivi nei confrontidella donna non giovano, anzi possonoprovocare in lei un sentimento di protezionedalle persone che le stanno vicino e,fingendo che tutto va bene, isolarla.22
L’atteggiamento corretto che i familiaridovrebbero assumere nei confronti dellamalata è di disponibilità all’ascolto e adaccogliere i suoi bisogni.Necessario è favorire l’espressione deisentimenti e delle emozioni della donna,ad esempio, domandandole cosa provaguardando l’incisione chirurgica o rassicurandola,se lei non vuole guardare la ferita,dicendole che ciò che prova è normale eche l’aspetto dell’incisione migliorerà dicontinuo.Enfatizzare gli aspetti positivi e le possibilisoluzioni sono strategie che favorisconol’adattamento alla nuova situazione.L’infermiere deve discutere in modo realisticocon la paziente circa l’uso di protesi,di reggiseni imbottiti e degli indumentipiù appropriati da indossare.Durante i controlli successivi, la donnadeve essere aiutata a comprendere ibenefici a lungo termine della chemioterapia/radioterapia(se prescritte) e qualipossono essere gli effetti secondari (illinfedema, l’alopecia derivante da alcunitrattamenti, l’onicopatia, il dolore, lanausea e il vomito).Queste certezze la aiutano a elaborare lereazioni e a comprendere che il senso diperdita deve essere accettato e che verràrisolto nel tempo.Va verificato che la paziente continui adisporre di un opportuno sostegno anchedopo la conclusione del trattamento, percui è necessario informarla circa le risorsepubbliche che offrono accesso alle informazionied utilizzano interventi psicosocialimirati a rilevare il disagio psicologicoe ad intervenire in modo opportuno.(Tabella 2)CONCLUSIONIDalla nostra revisione appare evidenteche l’iter diagnostico e terapeutico deveessere atto in primis a risolvere ilproblema oncologico, ma deve ancheaiutare la donna ad attivare, progressivamente,le sue risorse individuali, a capiree ad accettare le alterazioni dell’immaginecorporea che derivano dalla malattiae dal trattamento sin dal momento delladiagnosi, a ridefinire le motivazioni e lesue priorità, a riacquistare l’integrità diun’immagine corporea preesistente e aristabilire un equilibrio psico-fisico.L’assistenza infermieristica in ambulatoriodi senologia è in continua evoluzione, perquesto è necessario sviluppare un’adeguatarete di comunicazione Europea, benprogettata e coordinata, che permetta agliinfermieri di ricevere un’adeguata formazione.L’infermiere deve essere capace diriconoscere le sue competenze edeve offrire un’assistenza centratasulla donna e basata su prove diefficacia scientifica.Egli deve riuscire a mettere in discussioneinterventi o decisioni che potrebberocompromettere la prognosi della donna;deve essere consapevole del proprio ruoloall’interno dell’équipe multidisciplinare edessere sicuro e competente nella collaborazionecon tutti gli altri componenti.A partire dalle dinamiche relazionali che sirealizzano tra infermiere e paziente, èpossibile sviluppare un “piano diassistenza personalizzata” che deve includereinterventi informativo/educativimultidisciplinari standardizzati e personalizzatiche possono aiutare la donna aprovvedere a sè stessa durante il trattamento,nonché a comprendere e ad accettarela nuova immagine al termine dellacura.AUTORI:Demetrio Bilotta, collaboratore professionalesanitario esperto, infermiere Uos-ComfortOspedaliero, policlinico Tor Vergata-<strong>Roma</strong>;Alessandra Bacchi, collaboratore professionalesanitario infermiere. Day Surgery, PoliclinicoTor Vergata-<strong>Roma</strong>;Laura Parmigiani, collaboratore professionalesanitario infermiere. Ambulatorio di Senologia,Policlinico Tor Vergata-<strong>Roma</strong>.BIBLIOGRAFIAMcCann L, Illingworth N, Wengstrom Y, Hubbard G, Kearney N, Transitional experiences of women with breast cancer within the first year followingdiagnosis. 2010 Jul;19(13-14):1969-76.Power S, Hegarty J, Facilitated peer support in breast cancer: a pre-and post-program evaluation of women’s expectations and experiences ofa facilitated peer support program. Cancer Nurs. 2010 Mar-Apr;33(2):E9-16. PMID:20142745.Moreira H, Canavarro M.C, A longitudinal study about the body image and phycosocial adjustment of breast cancer patients during the courseof the disease. Eur J Oncol Nurs. 2010 Sep;14(4):263-70. Epub 2010 May 21.Stang I, Mittelmark M.B, Intervention to enhance empowerment in breast cancer self-help groups. Nurs Inq. 2010 Mar;17(1):47-57.Jiwa M, Halkett G, Deas K, Ward P, O’Connor M, O’Driscoll C, et al, How do specialist breast nurses help breast cancer patients at follow-up?2010;17(3):143-9.Rosedale M, Survivor loneliness of women following breast cancer. Oncol Nurs Forum. 2009 Mar; 36(2):175-83.Blacklock R, Rhodes R, Blanchard C, Gaul C, Effects of exercise intensity and self-efficacy on state anxiety with breast of cancer survivors.Oncol Nurs Forum. 2010 Mar;37(2):206-12..Gerlach A, Wiedermann R, Breast care nurses-nursing experts for breast cancer care. A path to “advanced nursing practice” in Germany? 2010Dec; 23(6):393-402.Skrutkowski M, Saucie A, Eades M, Swidzinski M, Ritchie J, Marchionni C et al, Impact of a pivot nurse in oncology on patients with lung orbreast cancer: symptom distress, fatigue, quality of life, and use of healthcare resources. Oncology Nursing Forum, 2008 Nov;35(6):948-54.Hsu S, Wang H, Chu S, Yen H, Effectiveness of informational and emotional consultation on the phycological impact on women with breastcancer who underwent modifield radical mastectomy. Journal of Nursing Research (Lippincott Williams & Wilkins), 2010 Sep;18(3):215-26.Weaver C, Caring for patient after mastectomy. Nursing, 2009 May;39(5):44-8.Bohn M.J, Assignment of meaning in the male breast cancer experience: a phenomenological study. University of North Dakota, 2008.23