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La formazione sul campo: metodologie, esperienze ... - Psychomedia

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- action learning;- e-learning;- training on the job.L’utilizzo di ognuna di queste diverse <strong>metodologie</strong> va ponderato alla luce degli obiettivi che siintendono perseguire.Il loro sempre più diffuso utilizzo suggerisce una riflessione <strong>sul</strong> fatto che la <strong>formazione</strong> d’aula rimangauno strumento necessario, ma non più sufficiente, a veicolare apprendimento.Infatti, il cambiamento di contesto si riflette necessariamente anche <strong>sul</strong> modo in cui le personeapprendono. Una ricerca condotta da Kelly, ricercatore presso la Carnegie Mellon University, si rivelailluminante a questo proposito, dimostrando come il modo in cui il nostro cervello elabora leinformazioni cambi in relazione al mutamento del contesto esterno in cui si verifica l’apprendimento.Fino al 1986, usavamo la quasi totalità del nostro cervello allo scopo di detenere informazioni. Grazieai progressi tecnologici, che ci permettono di affidare tali informazioni a “magazzini” di memoriaesterni (come il computer), la superficie cerebrale dedicata a tale scopo si è oggi ridotta ad unapercentuale del 10%; ciò implica che il resto del nostro cervello sia disponibile a compiere operazionidi elaborazione dell’in<strong>formazione</strong> in entrata, che diviene dunque l’attività principale svolta dalla nostra“materia grigia”.A livello di apprendimento, queste scoperte si traducono nella necessità che la <strong>formazione</strong> si doti di<strong>metodologie</strong> diverse dalla semplice trasmissione di nozioni e contenuti, che siano in grado di stimolarel’elaborazione delle informazioni in entrata, allo scopo di fare cambiamento.<strong>La</strong> <strong>formazione</strong> e il cambiamentoIn passato, la <strong>formazione</strong> era vista come un supporto al processo di cambiamento, così come ai nuoviruoli e ai nuovi lavori.Oggi deve diventare agente di cambiamento, per cui deve venire prima o contestualmente alcambiamento stesso. In quest’ottica, si presenta come un supporto ai vertici delle aziende esoprattutto come il canale privilegiato per fare il cambiamento.In questa logica quindi, assume rilevanza la necessità di:- supportare il cliente, sia esso interno o esterno;- garantire l’investimento formativo;- rispondere al bisogno e non solo alla domanda;- essere prossima al cliente;- rispettare le promesse;- rispettare i tempi programmati;- rendere praticabile la partecipazione;- offrire soluzioni di valore a basso costo;- adeguare le <strong>metodologie</strong> didattiche all’apprendimento.Le modalità di cui si deve avvalere la <strong>formazione</strong> si riassumono nelle 5A, cioè permettono di ottenere:- le conoscenze attraverso l’Autoistruzione;- i ri<strong>sul</strong>tati attraverso l’Affiancamento;- le razionalizzazioni in Aula;- Apprendimento raggiunto;- Auditing, cioè che effettivamente si sia prodotto valore attraverso l’apprendimento e che quindi siinizino a produrre prestazioni “nuove” o a costi inferiori.Ne emerge una figura di formatore che si deve adeguare ai cambiamenti di contesto, diventandopreciso nelle responsabilità, multiplo nelle modalità, proattivo nei contenuti, supportivo nell’erogazione,preciso nei ri<strong>sul</strong>tati economici, qualitativi e di apprendimento.Riferimenti bibliograficiAIF2007 Professione <strong>formazione</strong>. Milano, Franco Angeli.Castagna, M.2008 <strong>La</strong> lezione nella <strong>formazione</strong> degli adulti, Milano, Franco Angeli.Davis, S.1999 Blur, Milano, Olivares.27

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