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La formazione sul campo: metodologie, esperienze ... - Psychomedia

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e <strong>sul</strong> malato come scisso dalla sua famiglia e dal suo contesto sociale di vita. Non è infrequenteimbattersi in molti casi in una sorta di smarrimento, di rarefazione della spinta energetica e delsignificato etico e sociale propri di una cultura sanitaria peraltro ancora diffusa, al di là degli eclatantima isolati episodi di malasanità. Può allora capitare di rilevare, all’interno di contesti organizzativisanitari, culture organizzative e professionali connotate da de-idealizzazione e “disimpegno politico”degli operatori, propensi a delegare all’esterno o ai vertici aziendali il senso del rapporto tra sé el’organizzazione, tra il Servizio e il contesto sociale. Prevale in questi casi un rispetto formale delleregole, una modalità di funzionamento pragmatica e opaca per cui si resta inerti rispetto ai problemidel funzionamento organizzativo e del senso del lavoro, o ci si lamenta. <strong>La</strong>mento, acquiescenza eadempimento procedurale non sembrano certo le condizioni più funzionali per la realizzazione di unservizio, a maggior ragione se sanitario.Una seconda variabile presente nell’ambito dei servizi sanitari riguarda il livello elevato di turbolenzainterna ed esterna, caratterizzato da situazioni inedite e mutevoli rispetto alle quali mantenere erealizzare la possibilità di organizzare e di costruire ambienti e reti, in presenza di pressioni diverse econtraddizioni frequenti ed in mancanza dei tradizionali ancoraggi di legittimazione e riconoscimento.<strong>La</strong> sfida è quella di imparare a convivere lavorando con la complessità, la pervasività e l’irriducibilitàdei problemi, che pure si è chiamati a gestire, attraversando situazioni in cui aspetti di solidarietàconvivono con istanze di competizione; elementi di giustizia sociale invocata ri<strong>sul</strong>tano misconosciuti eda rinegoziare; vantaggi e diritti acquisiti da difendere si intersecano con altri da ri-conquistare elegittimare.Da un lato si apre la prospettiva di servizi in cui sia alimentata una costante elaborazione di dati edinformazioni a livello individuale e gruppale, in riferimento alle rappresentazioni dei bisogni esistenti,dei problemi identificabili, dei concreti oggetti su cui è realistico sviluppare risposte; in cui si cerca didotarsi di mappe di lettura e chiavi di comprensione aggiornate e sofisticate circa i contesti e lesituazioni che si affrontano; in cui sia sostenuta e valorizzata una laboriosa dinamica di costruzione eattribuzione sociale di senso ad eventi, azioni, esiti del proprio lavoro.Dall’altro si vivono le fatiche e il disagio <strong>sul</strong> versante organizzativo ed istituzionale, a fronte dellecontrazioni dei tempi, del budget, della mobilità ed evoluzione di persone, ruoli, funzioni e contesti; sipercepisce o si concepisce il funzionamento organizzativo secondo una scissione tra sistema di azione(insieme dei mezzi tecnici e umani congegnati per realizzare gli obiettivi di produzione/servizio) esistema sociale (insieme di persone e gruppi, con ruoli diversi, associati per risolvere problemi comunie orientati a stabilire rapporti di collaborazione-cooperazione/conflitto).Un terzo elemento di scenario riguarda le modalità del cambiamento che ha attraversato il mondodella sanità: sembra prevalente l’attivazione di cambiamenti e trasformazioni attraverso ristrutturazionie reingegnerizzazioni del disegno organizzativo, decise e lanciate in termini di decreto e vincologiuridico/normativo. Rispetto alle prospettive di cambiamento sono possibili infatti diversi approcci(Isolabella, Kaneklin, Scaratti, 2003): uno più strutturale, legato allo sviluppo di soluzioni di ingegneriaorganizzativa a livello macro; l’altro che affida a leader forti e capaci ed a ruoli fiduciari il compito dipresidiare azioni e strategie; il terzo più processuale, che procede per arrangiamenti continui, tenendoconto degli aspetti culturali e professionali esistenti e vedendo via via ciò che è possibile costruire.L’importanza dell’ultima modalità ci appare decisiva, in quanto sono le persone a dover interiorizzare,portare dentro di sé le istanze innovative, affinché possano interpretare i ruoli ed i compiti loroassegnati assumendo iniziativa e responsabilità, fornendo contributi adeguati al raggiungimento degliobiettivi. Se a livello macro il vertice deve continuamente dare linee generali di cambiamento(comunicate, ribadite, verificate), l’interiorizzazione di esse avviene a livello micro-organizzativo, legatoai quotidiani e concreti processi di organizzazione e riorganizzazione del lavoro che impattano le unitàorganizzative, le strutture operative, la mentalità lavorativa.Su questo versante crediamo si siano manifestate, in ambito sanitario così come in diverse realtàconfrontate con processi di tras<strong>formazione</strong> e di cambiamento profondo dei propri processiorganizzativi, crucialità non adeguatamente rappresentate e supportate, oltre a criticità trasversali.Crucialità: riguardano la consistenza e la disponibilità di ruoli gestionali intermedi, in grado disostenere ed alimentare il processo di traduzione degli orientamenti dichiarati in progetti operativi edazioni, attribuendo effettivamente alle persone la loro valenza di risorsa strategica. L’introduzione diinnovazioni e di strategie di project management, di articolate forme di controllo di gestione e ERP, diInformation communication technology, per citare solo alcune ricorrenti dimensioni sollecitate, vannoinfatti affiancate da un articolato lavoro di accompagnamento, supporto e valorizzazione delle risorse edelle culture attraverso le quali quei cambiamenti possono realizzarsi e diventare nuove routines35

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