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scarica il Notiziario S.I.M. - Società Italiana di Malacologia

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Contributi20– Ch<strong>il</strong>ostoma zonatum (Studer, 1820)Dimensioni: (ø) 18-26 mm; (h) 9-13 mmConchiglia <strong>di</strong> colore giallastro tendente al marrone verdastrocon una banda <strong>di</strong> colore bruno alla periferia, 4-5giri moderatamente convessi con sutura me<strong>di</strong>amentemarcata, ultimo giro poco espanso, apertura non moltoobliqua, peristoma bianco e <strong>di</strong>sgiunto attaccato superiormentea metà dell’ultimo giro poco sotto la banda marrone,ombelico me<strong>di</strong>amente piccolo <strong>di</strong> 1/10 <strong>di</strong> <strong>di</strong>ametro ein piccola parte coperto dal margine columellare leggermenteriflesso. Si <strong>di</strong>fferenzia da Ch<strong>il</strong>ostoma achates e Ch<strong>il</strong>ostomaadelozona per avere <strong>il</strong> guscio con la banda <strong>di</strong> unsolo colore, ombelico più ristretto, conchiglia più sott<strong>il</strong>e,semitrasparente e una colorazione tendente al verde.Studer (1820), dallo stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> alcuni esemplari svizzeridel locus typicus Canton Vallese nei pressi <strong>di</strong> Gondo aipie<strong>di</strong> del Sempione, descrisse Ch<strong>il</strong>ostoma zonatum con <strong>il</strong>taxon originale Glischrus (Helix) zonata.Questo mollusco si trova solitamente in ambienti umi<strong>di</strong>e rocciosi <strong>di</strong> montagna, pred<strong>il</strong>ige rocce con s<strong>il</strong>icati e piùraramente rocce calcaree ma mai su pareti rocciose aperte.Vive tra gli 800 m e i 2200 m s.l.m. non sopra <strong>il</strong> limitedella vegetazione arborea, solitamente più la si trova inalto e più le <strong>di</strong>mensioni della conchiglia <strong>di</strong>minuiscono.La sua <strong>di</strong>stribuzione va dalle Alpi Marittime alle AlpiRetiche ad eccezione <strong>di</strong> una segnalazione fatta dal sig.Alessandro Margelli per la località Rabbi (TN) dove trovòdegli esemplari dal nicchio me<strong>di</strong>amente piccolo riferib<strong>il</strong>iper forma e per colore a Ch<strong>il</strong>ostoma zonatum (Figg.7G, 8).Oggi Ch<strong>il</strong>ostoma zonatum è considerata specie valida e inItalia sono riconosciute tre sottospecie:– Ch<strong>il</strong>ostoma zonatum flavovirens (Dumont & Mort<strong>il</strong>let,1852)Questa sottospecie ha una <strong>di</strong>stribuzione limitata alle AlpiOccidentali, dalle Alpi Marittime fino alla Valle dellaDoria Riparia dove qui fu descritta la varietà monozonata(Pollonera, 1886) che oggi non ha nessuna vali<strong>di</strong>tà tassonomica.Nelle Alpi Marittime, per la zona francese delParco del Mercantour, fu descritta un’altra specie <strong>di</strong>venutain seguito varietà <strong>di</strong> Ch<strong>il</strong>ostoma zonatum flavovirens,la Helix m<strong>il</strong>lieri (Bourguignat, 1880). Oggi quest’ultima èstata separata nuovamente da Ch<strong>il</strong>ostoma zonatum e ritenutaspecie valida ma <strong>il</strong> suo valore tassonomico necessita<strong>di</strong> una ulteriore revisione (Bodon et al. 1995). La somiglianza<strong>di</strong> questa specie con Ch<strong>il</strong>ostoma zonatum ha spessocreato in passato degli errori <strong>di</strong> identificazione e inFig. 5. Ch<strong>il</strong>ostoma adelozona adelozona. Esemplare vivo nel suohabitat sulla Grignetta (LC).Fig. 6. Esemplare <strong>di</strong> Ch<strong>il</strong>ostoma cf. adelozona vivo nel suo habitatin Val Brembana vicino a Barni (BG).Italia alcune segnalazioni <strong>di</strong> Ch<strong>il</strong>ostoma m<strong>il</strong>lieri per <strong>il</strong> Colle<strong>di</strong> Tenda (CU) sono da riferirsi a una forma <strong>di</strong> Ch<strong>il</strong>ostomazonatum flavovirens (Helicigona zonata cf. m<strong>il</strong>lieri) (Boatoet al., 1985). Questa varietà <strong>di</strong> Ch<strong>il</strong>ostoma zonatum flavovirensmi fu regalata da un amico, <strong>il</strong> sig. Antonio Busetto,che trovò due esemplari nei pressi del Colle <strong>di</strong>Tenda (CU) in ambiente <strong>di</strong> frana e determinati da lui comeCh<strong>il</strong>ostoma m<strong>il</strong>lieri (Bourguignat, 1880) (Figg. 7A,10B). Una popolazione dalle caratteristiche molto più tipichela trovò invece <strong>il</strong> sig. Giuseppe Pocaterra a CasterinoTende (Francia) in ambiente <strong>di</strong> fondo valle (Figg.7B, 10C, 11A). I gusci degli esemplari <strong>di</strong> Casterino equelli del passo <strong>di</strong> Tende sono molto <strong>di</strong>fferenti e questospiega <strong>il</strong> motivo per cui Boato aveva creduto giustamenteche questi ultimi fossero dei Ch<strong>il</strong>ostoma m<strong>il</strong>lieri (Bourguignat,1880).– Ch<strong>il</strong>ostoma zonatum foetens (Studer, 1820)Questa sottospecie in Italia ha una <strong>di</strong>stribuzione limitataalle Valle del Lys (AO) e all’Alta Valle del Cervo (BI) ealle zone limitrofi alla Svizzera. Il nome foetens deriva daHelix foetens, un’entità descritta da Studer nel 1820 per <strong>il</strong>locus typicus svizzero, Canton Vallese vicino a St. Branchier/Sembrachercon <strong>il</strong> taxon originario <strong>di</strong> Glischrus(Helix) foetens (Studer, 1820). Studer descrisse questa speciebasandosi su esemplari trovati a Sembracher moltosim<strong>il</strong>i alla Helix zonata ma solo più piccoli (Studer S.,1820). Gli esemplari italiani invece, a <strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> questi,sono me<strong>di</strong>amente più gran<strong>di</strong>, hanno un nicchio piùdepresso, colorazione più scura e non tendente al verdee la bocca obliqua, un aspetto dunque molto sim<strong>il</strong>e aiCh<strong>il</strong>ostoma adelozona delle Prealpi Lombarde. Stab<strong>il</strong>e nel1864 notò questa <strong>di</strong>fferenza osservando una popolazionedella Valle <strong>di</strong> Gressoney (AO) ma si limitò a considerarlasemplicemente una varietà della prima, la Helix foetensvar. cisalpina (Stab<strong>il</strong>e, 1864). Lessona descrisseun’altra varietà molto sim<strong>il</strong>e per la Valle del Cervo chechiamò Helix foetens var. strobeli (Lessona, 1880). Successivamentela Helix foetens descritta per <strong>il</strong> Vallese <strong>di</strong>vennesinonimo <strong>di</strong> Ch<strong>il</strong>ostoma zonatum zonatum ma ne rimaserofuori dalla revisione le forme descritte per le due valliitaliane che hanno mantenuto, secondo me in manieraimpropria, questo nome a livello sottospecifico. Sembraperò che anche gli autori italiani dubitino sulla vali<strong>di</strong>tà

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