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scarica il Notiziario S.I.M. - Società Italiana di Malacologia

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Contributi22Fig. 8. Esemplare <strong>di</strong> Ch<strong>il</strong>ostoma cf. zonatum <strong>di</strong> Rabbi (TN), localitànon classica. (Foto Alessandro Margelli)<strong>di</strong> questa sottospecie e ritengano che gli esemplari dellavalle <strong>di</strong> Gressoney non appartengano nemmeno allaspecie Ch<strong>il</strong>ostoma zonatum (Gavetti et al., 2008), c’è infattiuna nota che fa riferimento a Ch<strong>il</strong>ostoma zonatum foetensda cui si può leggere: “…tuttavia le popolazioni corrispondentia quest’ultima sottospecie non sono in realtà riferib<strong>il</strong>i aC. zonatum, ma a Ch<strong>il</strong>ostoma achates (Rossmässler, 1835)”(dati personali ine<strong>di</strong>ti).Nei pressi dell’abitato <strong>di</strong> Gaby (AO), nella valle <strong>di</strong> Gressoney,trovai <strong>di</strong>versi gusci vuoti <strong>di</strong> Ch<strong>il</strong>ostoma che corrispondonoesattamente alla descrizione della forma Helixfoetens var. cisalpina (Stab<strong>il</strong>e, 1864) (Fig. 7C). A Pie<strong>di</strong>cavallo(BI), in Alta Valle del Cervo a quota 1500 m s.l.m. inzona <strong>di</strong> frana sotto grossi massi non calcarei, trovai inveceun solo esemplare giovane dal guscio non ancora formatoche dovrebbe corrispondere a Helix foetens var. strobeli(Lessona, 1880).Una forma <strong>di</strong> Ch<strong>il</strong>ostoma zonatum molto sim<strong>il</strong>e alla descrizione<strong>di</strong> Helix foetens <strong>di</strong> Sembracher (Svizzera) la trovòinvece <strong>il</strong> sig. Antonio Busetto a La Thu<strong>il</strong>le (AO) a 1500m s.l.m. che raccolse alcuni nicchi vuoti <strong>di</strong> Ch<strong>il</strong>ostoma zonatummolto piccoli e globosi dall’aspetto molto sim<strong>il</strong>ealla forma tipica che io ho attribuito, infatti, alla sottospecienominotipica. Altre forme <strong>di</strong> Ch<strong>il</strong>ostoma zonatumpiccole si trovano anche ad Airolo (Svizzera) ma questenon possono essere considerate delle Helix zonatum foetensperché questa forma piccola e globosa che Studerchiamò Helix foetens è considerata da alcuni autori svizzerisolo una forma locale (Turner H. et al, 1998) e solorecentemente rivalutata da Bank per motivi che non hoben compreso. Gli autori italiani invece riconoscono lasottospecie Ch<strong>il</strong>ostoma zonatum foetens ma, per i motiviscritti in precedenza, è riportata nella Checklist italianaseguita da una nota: “C. zonatum foetens, con una <strong>di</strong>stribuzionelimitata alla Valle d’Aosta e all’area limitrofa alla Svizzera,è un’entità da riesaminare” (nota: 183.0.005.0, Bodonet al., 1995). Le evidenti <strong>di</strong>fferenze <strong>di</strong> Ch<strong>il</strong>ostoma zonatumfoetens con la sottospecie nominotipica farebbero infattipensare a due entità <strong>di</strong>stinte.– Ch<strong>il</strong>ostoma zonatum zonatum (Studer, 1820)Il valore tassonomico della sottospecie nominotipica èrimasto invariato dalle sue origini. Ch<strong>il</strong>ostoma zonatumnon è molto frequente nelle zone calcaree che più frequentodella provincia <strong>di</strong> Lecco e Bergamo, questa pred<strong>il</strong>ige,infatti, rocce s<strong>il</strong>icee. Su parete calcarea, solo in Valtortaho trovato una popolazione riferib<strong>il</strong>e a questa specie(Fig. 7F) e sembrerebbe una delle poche stazioni dellePrealpi Lombarde che vive in tale ambiente. Se in letteraturatroviamo molte segnalazioni <strong>di</strong> Ch<strong>il</strong>ostoma zonatumin ambienti calcarei è perché nell’800 avevano un’altraconcezione <strong>di</strong> questa specie e spesso le segnalazioni eranoriferib<strong>il</strong>i ad altre entità. Napoleone Pini scrive <strong>di</strong> averrinvenuto la specie Helix zonata sul gruppo delle Grignee in Valsassina scambiando sicuramente Ch<strong>il</strong>ostoma adelozona(Strobel, 1857) per Ch<strong>il</strong>ostoma zonatum (Studer,1820) e nel testo, infatti, si leggono le testuali parole (Pini,1876):“… si trova abbastanza abbondante sul monte Croce, monteCodeno, monte Campione, Valle <strong>di</strong> Cino, alpe <strong>di</strong> Calivazzo frai cespugli e sotto le grosse pietre; più rara nella Valsassina. Illivello massimo a cui la rinvenni è <strong>di</strong> circa 2000 metri…”.Io sul monte Croce e monte Codeno (<strong>il</strong> nome antico dellaGrigna Settentrionale) non ho mai trovato né Ch<strong>il</strong>ostomazonatum né Ch<strong>il</strong>ostoma adelozona ma sul monte Campione(<strong>il</strong> nome antico della Grigna Meri<strong>di</strong>onale) ho trovato solola specie Ch<strong>il</strong>ostoma adelozona (Figg. 4B, 5). Il gruppo delleGrigne, infatti, è un sistema montuoso <strong>di</strong> carattere dolomitico,ambiente molto più adatto alla vita <strong>di</strong> Ch<strong>il</strong>ostomaadelozona. Le idee un po’ più chiare le aveva senza dubbioPellegrino Strobel, se non altro conosceva bene <strong>il</strong> Ch<strong>il</strong>ostomaadelozona <strong>di</strong> cui lui stesso ne era autore. In un suo lavoro(Strobel, 1847) scriveva <strong>di</strong> non aver mai trovato nellePrealpi Bergamasche la Helix foetens (Ch<strong>il</strong>ostoma zonatum)ma soltanto, oltre ovviamente alla Helix cisalpinavar. adelozona, una varietà brembana <strong>di</strong> Helix zonata moltosim<strong>il</strong>e alla Helix var. vittata (Jan) del monte Legnone edella Valmalenco (SO) (Strobel P., 1847). La Helix vittata(Jan) era stata anche erroneamente considerata da Ziegleruna varietà <strong>di</strong> Helix planospira (Lamarck, 1822) ritenedolapoco <strong>di</strong>fferente dalle popolazioni <strong>il</strong>liriche delleAlpi orientali considerate oggi Ch<strong>il</strong>ostoma <strong>il</strong>lyrica (Stab<strong>il</strong>e,1864).Pellegrino Strobel nella sua opera scrive <strong>di</strong> Helix zonatavar. brembana con le testuali parole (Strobel 1847):“…Fra le specie terrestri della Brembana è quella che si spingepiù addentro e sale a maggior altezza, oltrepassando le regionidei boschi. È a notarsi che l’esemplare da me raccolto in questialti pascoli, che <strong>di</strong>cansi le malghe della Cà <strong>di</strong> S. Marco, <strong>di</strong>fferiscedagli altri cresciuti nelle valli per proporzioni minori e perstriatura sensib<strong>il</strong>mente più forte…”La varietà brembana citata da Strobel sembrerebbe corrisponderea una forma che ho personalmente trovato inAlta Valle Brembana tra Piazza Brembana (BG) e Barni(BG) che ho chiamato Ch<strong>il</strong>ostoma cf. adelozona (Figg. 4I, 6)considerandola una forma interme<strong>di</strong>a tra Ch<strong>il</strong>ostoma zonatume Ch<strong>il</strong>ostoma adelozona. Il testo descrittivo proseguenel modo seguente (Strobel, 1847):“…Invece l’H. zonata, var. vittata, è piuttosto tenue, <strong>di</strong> coloreolivastro, porta soltanto una fascia bruna e manca comunementedei raggi trasversali od al più ne presenta un solo…”.Dalla descrizione della varietà vittata sembrerebbe proprioche in questo caso Strobel si riferisse a un “vero”Ch<strong>il</strong>ostoma zonatum. Questa forma corrisponde forse ad

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