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scarica il Notiziario S.I.M. - Società Italiana di Malacologia

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<strong>Notiziario</strong> S.I.M. 30 (1) p. 31-34 genn-giugno 2012 maggio 2012Segnalazione <strong>di</strong> una grande colonia <strong>di</strong> Pinna nob<strong>il</strong>is(Linnaeus, 1758) nella Laguna <strong>di</strong> VeneziaPaolo Russo*ContributiNella Laguna <strong>di</strong> Venezia, nel periodo invernale e piùprecisamente nei mesi che vanno da novembre a febbraioe nei momenti <strong>di</strong> luna piena e luna nuova si verificanobasse maree <strong>di</strong>urne <strong>di</strong> notevole ampiezza (maree <strong>di</strong> sizigia)e non è raro <strong>il</strong> verificarsi <strong>di</strong> punte minime che possonoraggiungere i -40/50 cm. s.l.m. La Laguna <strong>di</strong> Veneziaè soggetta ad escursioni <strong>di</strong> marea ben superiori a quellinormalmente r<strong>il</strong>evab<strong>il</strong>i nella gran parte dei litorali me<strong>di</strong>terraneiper cui la fascia intertidale risulta ampiamenteemersa (Cesari, 1992).Con queste particolari con<strong>di</strong>zioni la ricerca <strong>di</strong>viene particolarmenteagevole e fruttuosa.Nella Laguna <strong>di</strong> Venezia esistono due particolarissimibiotopi: le velme e le barene, le prime emergono quandosi verificano le con<strong>di</strong>zioni sopradette, le seconde risultanosempre emerse. Ed è proprio nella zona delle velmeche possiamo osservare un gran numero <strong>di</strong> organismi viventicome molluschi, crostacei, pesci, spugne ed alghe.L’ambiente è estremo e gli organismi presenti devonosopportare, durante le punte <strong>di</strong> minima, la totale assenza<strong>di</strong> acqua.Nella zona in esame <strong>il</strong> substrato è piuttosto vario inquanto si possono r<strong>il</strong>evare ampie zone <strong>di</strong> sabbia mista alimo sim<strong>il</strong>i a piccole spiagge, zone con grande concentrazione<strong>di</strong> Zostera marina L. e in minore quantità <strong>di</strong> Ulvalactuca L.; si riscontrano inoltre ampie zone <strong>di</strong> detritogrossolano a tanatocenosi mista a Tapes decussatus (Linnaeus,1758), Tapes ph<strong>il</strong>ippinarum (Adams & Reeve,1850), Tapes aurea (Gmelin, 1791). Molto interessante,inoltre, <strong>il</strong> se<strong>di</strong>me <strong>di</strong> un antico Monastero Benedettino <strong>di</strong>cui si legge la vaga traccia nelle poche fondazioni in mattonie pietra rimaste.Per ovvi motivi non darò le coor<strong>di</strong>nate precise del luogoanche se questo è ben visib<strong>il</strong>e sia transitando via acqueache via terra, per l’Isola che fa da confine est al sito inquestione.È qui che già dall’inverno del 2006 ho potuto notare unnotevole popolamento <strong>di</strong> Pinna nob<strong>il</strong>is (Linnaeus, 1758)(Fig. 1A) che, ad oggi, può arrivare ad una densità <strong>di</strong>12/16 esemplari/mq (Fig. 1B).Da secoli si conosce la presenza <strong>di</strong> questo grande bivalvenella Laguna <strong>di</strong> Venezia: ne parlò Olivi (1792), Chiereghin(ms), Coen (1937) e molto più recentemente Cesari (1994).Ma non ho potuto r<strong>il</strong>evare alcuna segnalazione che in<strong>di</strong>casseche questa specie già vivesse nelle “secche”.* Società <strong>Italiana</strong> <strong>di</strong> <strong>Malacologia</strong> c/o Museo <strong>di</strong> Scienze Planetarie,via Galgianese 20H, 59100 Prato russorusso@virg<strong>il</strong>io.itL’Abate Stefano Chiereghin, nella sua monumentaleopera della fine del XVIII secolo rimasta manoscritta edata alle stampe solo nel 2001, cita e descrive, per la Laguna<strong>di</strong> Venezia, ben 5 specie <strong>di</strong> Pinna: P. ru<strong>di</strong>s (nostra eL.), P. nob<strong>il</strong>is (nostra e L.), P. cornu-formis (nostra), P. muricata(nostra e L.) e P. vitrea (nostra e Gmelin). Sia laparte descrittiva che la parte iconografica mostrano chiaramenteche si tratta sempre <strong>di</strong> Pinna nob<strong>il</strong>is nelle sue<strong>di</strong>verse forme e sta<strong>di</strong> <strong>di</strong> crescita; in particolare la muricatae la vitrea rappresentano due esemplari immaturi.Il sito qui considerato viene da me visitato perio<strong>di</strong>camentenei mesi invernali ed in questo modo ho potutoverificare che tale popolazione è in ottima salute ed inlento e costante aumento con una consistente presenza<strong>di</strong> esemplari giovan<strong>il</strong>i <strong>di</strong> 10/15 cm (Fig. 1D).La peculiarità <strong>di</strong> questa popolazione sta nel fatto che hacolonizzato una velma e quin<strong>di</strong> perio<strong>di</strong>camente, comemeglio specificato in precedenza, la conchiglia rimanequasi completamente all’asciutto o immersa per pochicm nelle pozze d’acqua residua.Procedendo con cautela si può fac<strong>il</strong>mente verificare chela conchiglia è ben infissa, circa 20 cm, nel substrato edaltrettanto ben ancorata con <strong>il</strong> bisso alle numerose pietrepresenti in profon<strong>di</strong>tà.Altra interessante osservazione riguarda gli “ospiti” dellePinna nob<strong>il</strong>is: infatti sia alla base che nelle parti me<strong>di</strong>anedella conchiglia si possono osservare molluschi forniti<strong>di</strong> bisso come Arca noae (Linnaeus, 1758), Mimachlamysvaria (Linnaeus, 1758) e, più raramente, Flexopecten glaber(Linnaeus, 1758) che produce anch’esso <strong>il</strong> bisso; generalmenteF. glaber sta a contatto con <strong>il</strong> fondale ed inquesto caso non ha bisogno <strong>di</strong> produrre questa sostanza.Altri Molluschi che usano la Pinna nob<strong>il</strong>is come “zona <strong>di</strong>sosta” sono: Diodora italica (Defrance, 1789), Gibbulaadriatica (Ph<strong>il</strong>ippi, 1844), Calliostoma virescens Coen,1933 e qualche rarissima Haliotis tubercolata Linnaeus,1758 (Fig. 1C-E, F-H).Secondo le mie osservazioni, i motivi che hanno contribuitoal proliferare <strong>di</strong> questa colonia, sono i seguenti:In quest’area geografica la P. nob<strong>il</strong>is non è ritenuto unmollusco edule, <strong>di</strong>versamente sarebbe sparito.In quel sito è impossib<strong>il</strong>e praticare la pesca per <strong>il</strong> bassissimofondale per cui non vi sono reti che possano arrecaredanni alla popolazione <strong>di</strong> P. nob<strong>il</strong>is.Da un paio d’anni si è verificata una notevole rarefazione<strong>di</strong> altri molluschi, assai pregiati ed apprezzati: Tapesdecussatus e Venus verrucosa. Quando questi molluschierano frequenti i cercatori che li raccoglievano non prestavanomolta attenzione alle Pinna nob<strong>il</strong>is, vulgo “palo­Segnalazione <strong>di</strong> una grande colonia <strong>di</strong> Pinna nob<strong>il</strong>is (Linnaeus, 1758) nella Laguna <strong>di</strong> Venezia31

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