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TECNOFUTURORAPPORTO ABI LAB 2015 SULLO“SCENARIO DELLE TECNOLOGIE IN BANCA”Interessante, per il nostro settore, è capire come le banche italiane abbianorisposto alle sollecitazioni generate dalle nuove tecnologie, intensificandola propria attività e attivando nuovi ambiti strategici. L’utilizzo sempre piùfrequente dei nuovi smartphones sta già cambiando il modo in cui il clienteapproccia al servizio bancario. Ma vediamo nello specifico il rapporto trabanche e nuove tecnologie in Italia nel 2015.Nel corso del Forum svoltosi a Milano presso la sede del “Il Sole24Ore” è statopresentato l’annuale rapporto pubblicato da ABI Lab. Il budget ICT peril 2015 risulta essere costante o in aumento per tutte le banche analizzate: il60% delle realtà si è mantenuto su livelli costanti, mentre il 40% delle bancheha formulato un budget ICT superiore rispetto a quello del 2014. Per laprima volta da sette anni nessuna banca ha dichiarato di voler diminuire gliinvestimenti in Information & Communication Technology.Questi dati sono confermati anche dagli specifici progetti d’investimentodelle banche: il 70% del settore, infatti, ha dichiarato di voler incrementaregli investimenti dedicati al Mobile Banking nel budget del prossimo anno, il30% delle banche parla addirittura di forte aumento delle risorse stanziateper il canale. Oggi il 20% dei correntisti italiani usa l’Internet Banking ed hasvolto operazioni anche con lo smartphone: nel 2015, seguendo il ritmo dicrescita nella diffusione degli smartphones, il numero supererà il 50%.Nel corso dell’edizione 2015 dell’IDC Banking Forum abbiamo avuto l’opportunitàdi discutere di tali evoluzioni con il responsabile europeo per laRicerca nel settore bancario, Andrei Charniauski.L’INTERVISTANelle passate edizioni dell’IDC Banking Forum,mi aveva colpito molto il fatto che in Europae soprattutto in UK, dove il servizio InternetBanking è molto più sviluppato, da anni sono increscita i fermi macchina che a volte bloccanoletteralmente il servizio alla clientela per ore. Èquesto un fenomeno in miglioramento?No, chiaramente la situazione non sta migliorando:a maggior ragione se lei guarda le nuove realtàdi banche online legate al mobile.Le faccio un esempio: il venticinque di ogni mesenel Regno Unito abbiamo il giorno di paga. Inquel giorno gli impiegati ovviamente si colleganoal proprio conto online per verificare se l’accreditoè stato effettuato e controllare l’ammontaredello stesso. In passato, si andava in giornatapresso il bancomat della propria banca e si verificavail saldo del conto. Con l’Internet Banking cisi collegava al proprio conto online e si verificaval’accredito, ma bisognava avere un PC o un tableta portata di mano.Oggi e direi negli ultimi due anni, con le App suglismartphones la situazione è completamentecambiata. Nel giorno di paga gli impiegati dellaCity controllano il proprio conto online ancheogni cinque-dieci minuti, perché è così semplicefarlo, in qualsiasi luogo ci si trovi. Quasi fosse ungioco. Pensi che nelle ore di picco alcune bancheinglesi nel giorno di paga registrano più di 5.000accessi al secondo. È ovvio che un’istituzione finanziariadeve disporre di un’infrastruttura elaborativae di telecomunicazioni estremamentepotente e resiliente per far fronte ad una moledi richieste di questo livello. Non molte banche,perfino a livello europeo, dispongono di un’infrastrutturadi tale livello.La conseguenza è che in questi periodi si verificanodei fermi macchina a volte anche piuttostolunghi. I clienti ovviamente non rimangono indifferentia tale situazione, ma anzi oggi reagisconoanche in modo piuttosto rapido e impulsivoinondando i social networks di commenti.Questo è un fenomeno che fino a pochi anni fanon esisteva proprio per il fatto che i social nonerano così diffusi. Quando i commenti sui socialraggiungono una massa critica importante,questi vengono raccolti dai media che in pocheore organizzano interviste e video, mettendo inseria difficoltà le banche oggetto di tale problema.Quando intervengono i media il fenomenodiventa un problema nazionale e viene intercettatodalla Politica che interviene con delle leggi.L’anno scorso per la prima volta nella storia ab-16

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