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MAPPAMONDORoussillon e la falesia di terra ocra.di scenari naturali ma anche centri urbani piùgrandi per chi predilige la vita cittadina, senzadimenticare ogni volta il gusto provenzale.Città pregne di storia come Aix-en-Provence eAvignone, vivace centro universitario la primae dimora dei Papi per sette secoli la seconda,sono in grado di ammaliare e accontentare i visitatoricoi loro angoli appartati ed edifici di raraimponenza.Qui sopra: Les Baux- de- Provence,la fortezza sulla montagna.A fianco: i mulini sui canali de l’Isle-sur-la-Sorge.Sono i rilievi montuosi a contornare questo territoriotanto prezioso e unico, proteggendoloe creando un microclima particolare che sa disalmastro nonostante il mare si trovi ancora distante.Montagne ruvide che si elevano, prepotentie senza avviso, dalla pianura e conduconolo sguardo fin sulla sommità, dove il cielo si fapiù intenso.E se l’occhio non s’inganna deve però aguzzarsiper distinguere le bianche rovine di Les Bauxde-Provencemimetizzate con la pietra sullacima di un rilievo. L’antico castello medievalesi erge in una posizione spettacolare, sopra unosperone roccioso, e per raggiungerlo bisognacircumnavigare questa porzione di Piccole Alpi(Alpilles). Dalle case sulla via ripida dell’anticopaese si intuisce ancora il fasto e lo splendored’una corte dei tempi andati.Votata oggi al turismo, gli animi curiosi e infatuatidel passato possono trovare delizia in ricostruzioniaccurate come solo i francesi sannofare, e in dimostrazioni militari sull’uso dellacatapulta che coinvolgono anche i visitatori, tramutando un’antica praticadi guerra in un gioco collettivo.Spingendosi verso est, dove la verdeggiante Provenza cede il passo adaltre caratteristiche morfologiche del territorio entriamo, per un brevetratto, nel regno dell’acqua. Passeggiare per le vie che costeggiano i gorgoglianticanali a Isle sur la Sorgue, tra vecchie ruote di mulini ricopertedi muschio e i deliziosi dehor dei ristoranti all’aperto, è confortante per lospirito e allarga il cuore. E poi, a poca distanza, l’emozione si fa più intensaalla sorgente delle “Chiare, fresche et dolci acque” del nostro FrancescoPetrarca. La pulita fonte del fiume la Sorgue, la più grande di Francia,sgorga a Fontaine de Vaucluse e il suo neonato corso scorre poco distantedai passi dei viandanti, ignari forse di immergere i piedi in quelle acqueche ispirarono nel 1340 uno dei Maestri della Letteratura Italiana. Da unagrotta sprizza il getto consacrato ormai all’eternità e affacciandosi in quelbuco nero e profondo il pensiero vola ai cenote messicani, senza toglierefascino e importanza a questo piccolo grande luogo provenzale.L’acqua è tanto nitida che si vede il fondale di rocce e piante acquatiche:un gioco ipnotico alberga nel lento e costante fluttuare che crea disegniastratti ideali per essere appesi a una parete. Quattordici gradi costantitutto l’anno è la temperatura del fiume e in estate regala un breve piacereristoratore alla pelle prima di ridurre la sensibilità degli arti e suggerirepiuttosto di concentrarsi sulla contemplazione dello spazio bucolico.48

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