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PROTAGONISTIsi dava appuntamento là. Allora eravamo giovanie frequentavamo i party più esclusivi; oggi abbiamoscelto entrambi di far crescere i nostri figli inun ambiente ugualmente chic, ma più a misurad’uomo.Ci raccontate un aneddoto legato a MonteCarlo?Ce n’è uno che riguarda proprio Fabrizio – ricordanoentrambi –. Lui era poco più che ventennee la sua gioielleria in Avenue des Beaux Arts erail punto di riferimento dell’élite mondiale. Tra isuoi clienti c’erano la principessa Grace con la figliaStephanie, Kirk Douglas, Frank Sinatra, JoanCollins, Roberto Rossellini e molti altri. Un pomeriggiocon Fabrizio andammo a Le Bar Américaindell’Hôtel de Paris e incontrammo SammyDavis Jr e Frank Sinatra. Sammy chiese chi fosseil giovane italiano e quando seppe che era un gioielliere,replicò: non ditelo a mia moglie! In realtàquella sera stessa sua moglie acquistò uno splendidoanello proprio da lui.Tornando al presente, come trascorre il tempoSir Moore?Mi piace seguire i miei cinque nipoti. Geoffrey hadue bambine e vive a due ore di auto da casa miaper cui le vedo spesso. In estate invece raggiungoChristian e i suoi tre figli a Monte Carlo, doveabitano, ma vado sovente anche in Inghilterra daDeborah, la mia primogenita.Geoffrey, come figlio d’arte sarebbe stato facile seguire le orme di famiglia,invece lei ha scelto una carriera autonoma. Ce ne parla?Mi occupo di televisione, ma preferisco lavorare dietro le quinte anche se inpassato ho recitato in alcuni film. Con il mio socio che vive a Los Angelesabbiamo partecipato al progetto della serie TV Roma ideata da Bruno Hellere prodotta da HBO, BBC e Rai Fiction. Le riprese sono state effettuate aCinecittà dal 2005 al 2007 per cui sono venuto spesso in Italia. Come produttoresto lavorando ad un progetto televisivo intitolato Fly tigers realizzatoinsieme con il Governo cinese e al remake de Il Santo, la serie inglese deglianni Sessanta che consacrò mio padre come attore internazionale. Il miobusiness non è legato solo all’entertainment, ma anche alla ristorazione: hodue locali a Londra ed uno a Gstaad e mi piace che gli ospiti vivano l’esperienzadel buon cibo in un ambiente cool e raffinato.Entrambi siete considerati icone di stile: qual è il vostro segreto?Lo stile è il giusto mix di innovazione e personalità. Si può essere sportivi,eleganti o casual, ma per distinguersi occorre avere carattere. La moda italianaè unica nel suo genere e il mio sarto – ricorda Geoffrey – vive nel vostroPaese. Lui ha capito perfettamente il mio carattere e che cosa mi piace, perquesto mi segue da tempo.A proposito di eleganza e charme: è vero che lei, Sir Moore, ha ispiratola creazione dei gioielli dedicati a Gstaad?Fabrizio Granero, l’autore, ha capito lo spirito di chi vive qui e per rendereomaggio a questo paese incantato, ha creato un gioiello a forma di cuore customizzatoperché raffigura l’abitazione del committente. Solo chi possiedeuno chalet a Gstaad può farselo realizzare e alcuni hanno fatto inserire ancheil proprio cane o l’orso, simbolo di Berna, o altri animali. In effetti sonostato il primo a volerlo e adesso che è un must have, con Geoffrey scherziamodicendo che Fabrizio dovrebbe creare un gioiello solo per chi possiedeun aereo privato.L’ultima domanda è d’obbligo: Roger Moore quanto è grato a JamesBond e a Simon Templar?Sarei ingiusto se non dicessi che devo molto ad entrambi i personaggi aiquali, a mia volta, ho sempre cercato di imprimere qualche aspetto del miocarattere come ad esempio l’ironia. Il pubblico, di generazione in generazione,lo ha capito e forse proprio per questo li ha amati. Entrambi risultavanosimpatici e per molti aspetti credibili, nonostante le avventure rocamboleschee la vita da privilegiati, divisa tra lusso e belle donne.I Cuori di Gstaad realizzati da Fabrizio Granero, gioielliere amico della famiglia Moore.20

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