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FONDAMENTA. 10 - Rotary Old Books

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Altre figure emergono, donne combattive, intraprendenti. Bona Lombarda, valtellinesed’origine, moglie del capitano di ventura Pietro Brunoro, si distinse nell’assediodel 1438, assieme a Brigida Avogadro per l’opera prestata a difesa dellacittà. Come lei una certa Rosa da Urago alla quale nel 1448 venne condonata unapena pecuniaria, raccontano le Provisioni, per benemerenza, poiché «impavidavirgo iacens lapides et saxa», aveva anch’essa contribuito alla resistenza 11 . Valorose,ma non altrettanto fortunate quanto Braida Avogadro, che ebbe il merito diappartenere ad una delle famiglie bresciane più fervidamente sostenitrici dellaRepubblica e che, sola, dunque, fu celebrata dagli storici per le sue gesta.Nei dolorosi fatti del 1512 si distingue invece Taddea Caterina Martinengo, figliadi Gerardo, moglie di Gian Pietro Gambara, la quale: «Prima s’era ritirata in rocca,gli (a Gastone di Foix) si gettò a i piedi supplicando che non lasciasse saccheggiarl’ospidale» 12 . A lei si contrappone un’altra Gambara, Alda Pio di Carpi,vedova del conte Gian Francesco, filofrancese accanita, che dovette subire la vendettadei sostenitori dell’Avogadro. Ecco cosa racconta della sorte delle due donneGian Giacomo Martinengo 13 :Servai anchor delle case che volevano sachizar, tra le quali andando per la terra quellamatina che fussemo intrati, io capitai alla casa della nobile madonna Tadea da Gambara,moglie quondam del conte Pietro et matre del conte Federico, la qual casa è sopra la piazolettach’è apresso la fossa del Broletto, dove sta il magnifico capitano, et contigua a SantoDesiderio. Hor gionto lì, havendomi visto la dita madonna Tadea, qual molto bene miconosceva, subito corse giuso pregandomi di gratia ch’io la volessi aiutar, chè aveva pienala casa di nostri homini chi la sachizavano, et questo facevano perché il quondam conteGiovanfrancesco de Gambara era stato capitano del re di Francia de 50 homini d’arme etpoi uno delli soi figlioli aveva ferito il conte Pietro, figliolo del conte Aloyse, per il chequelli di Valtrumpia havevano sachizata la casa del ditto conte Giovanfrancesco e madonnaAlda, sua molie, cum tutta la sua familia, avendo inteso che noi havevamo presa laterra, se ne era fugita in Castello, siché, per esser della casa Gambara, la ditta madonnaTadea la volevano sachizar.11Vedi Il dominio veneto fino all’incendio della Loggia (1426-1575), in Storia di Brescia, promossa e diretta da GiovanniTreccani degli Alfieri, Brescia, Morcelliana, 1963-64, II, p. 58 nn. 2 e 3.12C. Anselmi, Descrittione del Sacco di Brescia fatto da Gastone di Foix, in G. Ruscelli, Sopplimento nell’Istorie dimonsignor Giovio, in Venetia, appresso li Gioliti, 1582, pp. 37-53. Presso l’Archivio di Stato di Brescia, sono conservateventotto lettere di Taddea Gambara, per lo più relative a questioni di vita quotidiana e alla gestione dellafamiglia. Brescia, Archivio di Stato, Archivio Gambara, sezione Carteggi, busta 271.13La Biblioteca Queriniana conserva vari manoscritti con le memorie dei fatti del 1512, narrati dal Martinengo.Questi scritti vennero ordinati da Giovanni Labus in Della congiura de’ Bresciani per sottrarre la patria alla francesedominazione, racconto inedito di Gian Giacomo Martinengo, dedicato al chiarissimo signor cavaliere Carlo de’Rosminidal dott. Gio. Labus, e pubblicati nel 1820. Qui si cita da Il sacco di Brescia. Testimonianze, cronache, diari, attidel processo e memorie storiche della “presa memoranda et crudele” della città nel 1512,a c. di V. Frati, I. Gianfranceschi,F. Bonali Fiquet, I. Perini Bianchi, F. Robecchi, R. Zilioli Faden, Brescia, Grafo, 1989-90, I, p. 96.XXXIII

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