30.07.2015 Views

FONDAMENTA. 10 - Rotary Old Books

FONDAMENTA. 10 - Rotary Old Books

FONDAMENTA. 10 - Rotary Old Books

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

trocento, viene costretta proprio dal suo ruolo di nobildonna, moglie di BrunoroGambara, a farsi da parte e a smettere di scrivere, là dove Laura Cereta, vissutanella seconda parte del secolo, assume su di sé tutte quelle incombenze di cui ilpadre non può farsi carico (incluso il delicato compito di seguire l’educazione deifratelli, da quanto emerge), sino ad arrivare ad Auriga Gambara, che, in situazionidi continua emergenza, prende in mano la direzione del feudo dalle minuteriesino alle faccende più importanti. La lettera è dunque unico strumento di espressione,ma anche opportunità di potere e di azione 21 .Isotta Nogarola e Laura Cereta affermano attraverso le lettere la loro partecipazionealla comunità letteraria, tanto che la seconda arriva ordinare e pubblicare isuoi scritti con un’operazione che rivela una grande consapevolezza del significatodel gesto 22 . La stessa fiducia nella parola, che, a partire dall’umanesimo di GinevraNogarola attraversa pur con qualche incertezza e tentennamento gli ultimiscritti di Laura Cereta 23 , giunge nei testi delle monache in odore di santità, veneratenella Brescia del passaggio fra il XV e il XVI secolo: Stefana Quinzani, FrancescaCaprioli, Laura Mignani. È, la loro, la fiducia in una parola che opera nelmondo, parlando al cuore e alla coscienze degli uomini. E, forse, per capire il valoredei loro scritti vale la pena di leggere ciò che i corrispondenti a loro scrivono,cercando di capire perché lo fanno.La vicenda di Laura Mignani risulta assai significativa. Monaca agostiniana insanta Croce, Laura fu dispensatrice di consigli, confidente di confessioni e pentimenti,consolatrice delle afflizioni mondane, in un ambito territoriale che andavaben oltre il monastero e Brescia stessa, fra il 1491 e il 1525, anno della sua morte,in un periodo cioè in cui «la clericalizzazione della vita religiosa non si era ancoradel tutto conclusa e lasciava spazio all’esercizio di funzioni che dopo il Conciliodi Trento e la Controriforma sarebbero stati esclusivamente maschili» 24 .21Come si è detto, molte donne del Cinquecento raccoglieranno i frutti di questo profondo cambiamento socialee culturale, trovando la possibilità di accedere ad un’accurata istruzione e di scrivere, senza essere costrette per ciòalla monacazione.22La Cereta affidò all’epistolario il compito di fornire una figura ideale di sé, volontà questa chiaramente leggibilenell’epistola dedicatoria dell’opera al cardinale Ascanio Maria Sforza. Difficile è però stabilire fino a che puntoabbia contribuito alla creazione di una biografia ideale dell’autrice l’intervento dell’editore Tomasino che, sullascorta della lettura di altri celebri “libri di lettere “ femminili, avrà ordinato e sistemato l’epistolario. Al di là,dunque, di un possibile intervento a posteriori, vi è comunque netta in Laura, unica fra le donne scrittrici delQuattrocento a Brescia, l’intenzione di creare un corpus epistolare e non una semplice raccolta di scritti.23Le ultime lettere di Laura Cereta rivelano un complessivo ripensamento del proprio percorso culturale e spiritualein direzione di una religiosità moderna che la indurrà a mettere in discussione il senso complessivo della suaopera. Su questi aspetti si veda più avanti.24G. Zarri, La santità femminile a Brescia: percorsi e figure, in Aspirazioni e devozioni: Brescia nel Cinquecento trapreghiera e eresia, a c. di E. Ferraglio, Milano, Electa, 2006, p. 75. Laura, che era detta avere anche il dono dellaXXXVII

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!