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FONDAMENTA. 10 - Rotary Old Books

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a Cereta, la monaca virtuosa, come Lucia da Paratico, la moglie esemplare, comePaola Gambara Costa, la mistica, come Stefana Quinzani.Una serie di personaggi, dunque, più che una serie di donne, tant’è che in alcunicasi il personaggio e il ruolo da esso rappresentato prendono il sopravvento: BrigidaAvogadro scompare nei suoi contorni biografici, Ginevra Nogarola viene assimilataalla sorella Isotta, perdendo un’autonoma fisionomia, svanendo del tuttodal momento in cui non è più in grado, o non vuole più, far sentire la sua voce.Alla definizione di questi quadri contribuisce l’individuazione di un sistema dioggetti simbolici, rappresentativi dei ruoli rivestiti: il crocifisso della Passione diCristo, l’anello della sposa del Signore, la scala del Paradiso, simbolo dell’ascesi,la lettera, il libro 16 .I testi letterari sono, nella loro essenza, luoghi in cui, venendosi a depositare l’immaginariocollettivo, meglio si rilevano i paradigmi e i modelli ideali di un’epoca,anche là dove essi siano modelli negativi. È questo il caso, ad esempio, delle novelledi Matteo Bandello: in una di esse, ambientata a Brescia dopo il sacco del1512, la protagonista è una donna, maritata col vecchio Tura, assai troppo tiepidoper la giovane. Nel salace racconto viene in pieno ricalcato, nella rappresentazionedel personaggio, il modello boccaccesco della femmina astuta e insaziabile, dispostaa qualsiasi espediente allo scopo di gabbare il consorte 17 .Ma anche l’immaginario che una società elabora fornisce indicazioni su di essa:questi quadri convenzionali ci restituiscono con vivezza il ruolo che si ambisceassegnare al mondo femminile, nelle sue varie accezioni, le risposte che si propongonoa istanze culturali o sociali, la rielaborazione degli stimoli e delle sfidepresenti in una realtà. Il confronto con i testi di mano femminile, là dove emergono,rivela spesso uno scarto rispetto a queste rappresentazioni e, soprattutto,una ben maggiore duttilità di fenomeni.La fiducia nella parolaLe donne non scrivono solo di donne. Scrivono di sé e del mondo. Altra questioneè se i loro scritti forniscano una prospettiva che si possa definire femminile disé e della realtà storica in cui vivono. Le donne del Quattrocento a Brescia scrivo-16All’interno dell’opera del Foresti, che annovera ben 133 figure di donne celebri, le 62 xilografie ripropongonoinsistentemente l’immagine della donna che legge: le sorelle Nogarola, Cassandra Fedele, Bianca d’Este, DamigellaTrivulzio, Ippolita Sforza, Barbara di Brandeburgo. La bresciana Laura Cereta è immortalata nell’incisionedel Becceni mentre indica il libro Aristotelis opera.17M. Bandello, Novella LI, in La terza parte delle novelle, a c. di D. Maestri, Alessandria, Edizioni dell’Orso, 1995.XXXV

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