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FONDAMENTA. 10 - Rotary Old Books

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nella memoria della collettività bresciana dopo il terribile “sacco” del 1512) rimane ilmotivo principale che spinge una donna a combattere. Accanto a questo la devozioneal marito e alla di lui famiglia: Brigida Avogadro scende nell’agone proprio per sostenerela lotta del coniuge in favore di Venezia. A guerra finita la ricompensa cheBrigida riceve: un appannaggio a vita e l’abolizione del «dazio della masena» per lacomunità diventa, appunto, un vantaggio per l’immagine (e per i redditi) della stirpedegli Avogadro. Brigida entra nella storia (e nella retorica) familiare: di lei, dellesue gesta, non è stata finora ritrovata traccia. Anche su questa assenza di documentisi basa la leggenda: sospesa fra realtà e sogno, spinta dall’amore verso il marito e la dilui stirpe, la coraggiosa bresciana diventa (forse) per l’immaginario nobiliare dellasocietà d’Antico Regime (e non solo), un tipo di “moglie ideale”.La “signora” della corte: Ginevra Gambara e le altreOpportuna mi sembra sia stata la scelta della curatrice di presentare più figure femminiliappartenenti alla famiglia Gambara. Attraverso le loro vicende si ricostruiscenon tanto e non solo un pezzo di storia di questa stirpe, ma anche un’atmosfera dicorte e, soprattutto, ci si rende conto di quanto, sulla linea tracciata dagli studi degliultimi decenni, vadano conosciute le piccole signorie feudali (come quella deiGambara, appunto), per vedere punti di contatto e differenze con le “grandi” corti.Ancora, un confronto fra le donne dell’aristocrazia feudale e quelle di nobiltà piùlegata alla città ci illuminerebbe se esistano differenze culturali fra di loro. Daquanto si rileva da questa silloge, fondamentale appare la presenza di un insieme diconoscenze che si tramanda dalla madre (e dalle parenti) alle figlie di generazionein generazione. In più si nota come la cultura sia di supporto al prestigio della donnanobile. Ginevra Nogarola, la prima presentataci appartenente a questa tipologia,deve, con la ben più nota sorella Isotta, alla mamma e alla zia Angela, già illustratasinelle lettere, una solida preparazione e l’amore per gli studi umanistici. Non acaso i primi corrispondenti dotti delle figlie (Ginevra e Isotta, appunto) sono quellidella madre che viene, dalla letteratura contemporanea, paragonata a Cornelia. Ilsuo “grembo” offre alle figlie l’arma preziosissima della cultura.Cultura solida: le tre epistole che di Ginevra Nogarola Gambara ci rimangonodenotano un’ampia conoscenza delle fonti latine, il modello ciceroniano, naturalmente,prevale, appare anche la conoscenza di altri scrittori da Livio a Quintiliano.Questi testi ci confermano ancora una volta, se ce ne fosse bisogno, l’importanzadella lettera come espressione, talvolta unica, della cultura e della personalitàdi un’intellettuale: è il caso di Ginevra Nogarola. Resta, naturalmente, ladomanda di quanto, nel caso delle donne (e qui di Ginevra), le missive non sia-XLIII

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