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IL libbro su Padre ADELIO

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I genitori sono sorpresi, e forse anche il parroco don Luigi Tenti,giunto in paese proprio quell'anno 1950, dopo che altri duesacerdoti avevano visto crescere il 'monellaccio' Adelio: donAmatore Albuzzi e don Enrico Alberio."Mia madre era raggiante per la scelta di <strong>su</strong>o figlio" ricorda la sorella Ernestina."Mio padre, invece, era piuttosto titubante, soprattutto perché vedeva quelragazzo troppo e<strong>su</strong>berante per intraprendere una strada vocazionale così seria eimpegnativa".A questo proposito abbiamo un ricordo di Guglielmo Piatti, notaio."Il parroco allora era don Enrico Alberio. Ebbene, don Enrico si è semprerifiutato di dare il benestare, affinché Adelio potesse entrare nel seminario diMasnago. Era troppo discolo. Il foglio di consenso giunse per mano e con la firmadi don Luigi Tenti".Adelio varca dunque la soglia del seminario di Masnago, confortatonella scelta dalla cara Madre di San Cassiano, che sarà luce e punto diriferimento per tutta la <strong>su</strong>a vita. Le scuole medie a Masnago, ilginnasio nel seminario di Seveso San Pietro, il liceo a Venegono.Adelio è un trascinatore, biondo, occhi azzurri, bello d'aspetto ericco di iniziative. Nel 1958 arriva la maturità liceale (liceo classico al'Cairoli' di Varese) e <strong>su</strong>bito dopo una lettera del Rettore diVenegono, diretta al parroco di Velate.La cronaca della consegna della missiva ci viene regalata dallo stessoAdelio, attraverso un articolo apparso <strong>su</strong>l settimanale cattolico'Luce!' del 1966."Ce n'era voluto del tempo per decidermi, ma ora stavo correndo con passorisoluto la breve distanza tra la casa mia e quella parrocchiale. Era unadomenica sera (del 1958 ndr), le grida che avevano riempito l'Oratorio per tuttala giornata si erano dileguate, come si stava dileguando lentamente la luce diquella bella giornata di luglio. Varcai la soglia dell'Oratorio: restavano solo dueo tre ragazzi che scopavano e rimettevano in ordine; girai lo sguardo; non mi erosbagliato, era proprio lì che dava brevi ordini e lui stesso aiutava a spostare sediee a chiudere finestre. 'Don Luigi — lo chiamai con forza, ma notai nella miavoce i segni dell'emozione — avrei bisogno di parlarle seriamente in privato. Ho46

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