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FuoriAsse#17

Officina della cultura

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Il segreto del buio è che dentro c’è tutto,<br />

dentro c’è tutto, le voci e le sbarre.<br />

Quando ero piccola mi chiamavano Tenebra,<br />

io non volevo far loro del male ma<br />

essergli amica, partecipare al cammina,<br />

cammina. E invece accadeva. Non poteva<br />

non accadere.<br />

Mi sentivo sprofondare. Gli alberi. I<br />

rami. Le fronde. Le serpi. Sibilavano. Il<br />

vento del nord. Avevo i piedi di fango. O<br />

ero io il fango?<br />

Mio padre su in cima. I volti delle nubi.<br />

L’aurora.<br />

Cammina, dico all’uomo e lo trascino. Il<br />

collare non è abbastanza stretto e ha<br />

ai polsi sei spilli, sanguina. Cammina,<br />

cammina. Divisa militare, passi marziali,<br />

io, gli altri cinque e il riflesso. Non<br />

sono più sola, papà. Non sono più sola<br />

nel bosco. E tutti eseguono gli ordini<br />

miei. Il prigioniero ha un cappuccio<br />

nero. Muto. Bendato. A malapena respira.<br />

Mio padre diceva: che hai fatto? Sei<br />

sporca di fango, di fango, che hai fatto?<br />

Cammina!<br />

Con il fucile puntato alle tempie, ai polsi<br />

spilli, fluido organico gocciola sulle fronde<br />

nere dei cipressi abbattuti e sul fango,<br />

sotto una luna di lupo che urla alla<br />

notte.<br />

Cammina!<br />

No, striscia e fa l’odore putrido della<br />

carne cruda. Striscia! Tu, striscia!<br />

Raccoglie la polvere, la polvere, la polvere,<br />

gli insetti, la polvere, negli spilli,<br />

nelle ferite aperte, gli schizzi. Polvere,<br />

sangue e merda. La polvere. La polvere.<br />

Cammina!<br />

Chi era quell’uomo? Mi disse.<br />

Nessuno, papà, nessun uomo.<br />

Chi era ti ho chiesto! Una puttana sei! E<br />

hai solo dodici anni!<br />

Il bosco, con le mani grandi e laide.<br />

L’oscurità sovrana. I rami.<br />

Puniscimi! Puniscimi!<br />

L’hai voluto tu, l’hai voluto.<br />

Ricordati, hai detto di sì. Vostro onore?<br />

FUOR ASSE<br />

109<br />

Ricordati, hai detto di sì. Vostro onore?<br />

Consenziente. Vostro onore? Assolto.<br />

Vostro onore? Colpa sua. Vostro onore?<br />

Colpa sua. Puttana. Consenziente. Assolto.<br />

E striscia, bastardo. Gli anfibi sulle giugulari.<br />

Il fucile alle tempie. Alle tempie.<br />

Alle tempie. Il volto tumefatto. Nelle<br />

labbra una ferita. Torrente. Palude.<br />

Bosco. Nella bocca mugugni. Gli anfibi<br />

sulla testa. Sul volto incappucciato e<br />

muto. Il cappuccio scostato, le gote<br />

rigate di rosso e anche il collo. Un volto<br />

qualunque. Ricorda mio padre.<br />

Avanti march! Sulla testa. Sui capelli. I<br />

miei li ho rasati all’entrata nell’arma e i<br />

suoi li strappo, via il cappuccio, uno per<br />

uno, li strappo.<br />

L’hai voluto, ripeto.<br />

Voluto. Consenziente. Bastardo.<br />

Pietà!<br />

Nella bocca il fucile, fino in fondo. Nella<br />

bocca. Nella bocca. Chissà se ha lo<br />

stesso gusto. Succhia e sta zitta. Chissà<br />

se ce l’ha.<br />

E ora prega. Prega. L’hai voluto tu.<br />

Prega, bastardo, bravo, da verme, prega.<br />

Il grilletto. La canna. Puntate. Fuoco. Il<br />

boato. Violini. Violini, sovrastano l’oscuro<br />

baluginare di un albore artico.<br />

©Anca Cernoschi<br />

Lettera 22

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