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Il segreto del buio è che dentro c’è tutto,<br />
dentro c’è tutto, le voci e le sbarre.<br />
Quando ero piccola mi chiamavano Tenebra,<br />
io non volevo far loro del male ma<br />
essergli amica, partecipare al cammina,<br />
cammina. E invece accadeva. Non poteva<br />
non accadere.<br />
Mi sentivo sprofondare. Gli alberi. I<br />
rami. Le fronde. Le serpi. Sibilavano. Il<br />
vento del nord. Avevo i piedi di fango. O<br />
ero io il fango?<br />
Mio padre su in cima. I volti delle nubi.<br />
L’aurora.<br />
Cammina, dico all’uomo e lo trascino. Il<br />
collare non è abbastanza stretto e ha<br />
ai polsi sei spilli, sanguina. Cammina,<br />
cammina. Divisa militare, passi marziali,<br />
io, gli altri cinque e il riflesso. Non<br />
sono più sola, papà. Non sono più sola<br />
nel bosco. E tutti eseguono gli ordini<br />
miei. Il prigioniero ha un cappuccio<br />
nero. Muto. Bendato. A malapena respira.<br />
Mio padre diceva: che hai fatto? Sei<br />
sporca di fango, di fango, che hai fatto?<br />
Cammina!<br />
Con il fucile puntato alle tempie, ai polsi<br />
spilli, fluido organico gocciola sulle fronde<br />
nere dei cipressi abbattuti e sul fango,<br />
sotto una luna di lupo che urla alla<br />
notte.<br />
Cammina!<br />
No, striscia e fa l’odore putrido della<br />
carne cruda. Striscia! Tu, striscia!<br />
Raccoglie la polvere, la polvere, la polvere,<br />
gli insetti, la polvere, negli spilli,<br />
nelle ferite aperte, gli schizzi. Polvere,<br />
sangue e merda. La polvere. La polvere.<br />
Cammina!<br />
Chi era quell’uomo? Mi disse.<br />
Nessuno, papà, nessun uomo.<br />
Chi era ti ho chiesto! Una puttana sei! E<br />
hai solo dodici anni!<br />
Il bosco, con le mani grandi e laide.<br />
L’oscurità sovrana. I rami.<br />
Puniscimi! Puniscimi!<br />
L’hai voluto tu, l’hai voluto.<br />
Ricordati, hai detto di sì. Vostro onore?<br />
FUOR ASSE<br />
109<br />
Ricordati, hai detto di sì. Vostro onore?<br />
Consenziente. Vostro onore? Assolto.<br />
Vostro onore? Colpa sua. Vostro onore?<br />
Colpa sua. Puttana. Consenziente. Assolto.<br />
E striscia, bastardo. Gli anfibi sulle giugulari.<br />
Il fucile alle tempie. Alle tempie.<br />
Alle tempie. Il volto tumefatto. Nelle<br />
labbra una ferita. Torrente. Palude.<br />
Bosco. Nella bocca mugugni. Gli anfibi<br />
sulla testa. Sul volto incappucciato e<br />
muto. Il cappuccio scostato, le gote<br />
rigate di rosso e anche il collo. Un volto<br />
qualunque. Ricorda mio padre.<br />
Avanti march! Sulla testa. Sui capelli. I<br />
miei li ho rasati all’entrata nell’arma e i<br />
suoi li strappo, via il cappuccio, uno per<br />
uno, li strappo.<br />
L’hai voluto, ripeto.<br />
Voluto. Consenziente. Bastardo.<br />
Pietà!<br />
Nella bocca il fucile, fino in fondo. Nella<br />
bocca. Nella bocca. Chissà se ha lo<br />
stesso gusto. Succhia e sta zitta. Chissà<br />
se ce l’ha.<br />
E ora prega. Prega. L’hai voluto tu.<br />
Prega, bastardo, bravo, da verme, prega.<br />
Il grilletto. La canna. Puntate. Fuoco. Il<br />
boato. Violini. Violini, sovrastano l’oscuro<br />
baluginare di un albore artico.<br />
©Anca Cernoschi<br />
Lettera 22