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mente, nei paesi europei il 68% della<br />
popolazione legge almeno un libro all’anno<br />
4 , contro il 42% in Italia? Perché il<br />
modo migliore per imparare a comprendere<br />
il significato dei testi è leggerli.<br />
Infatti, in termini di literacy – ovvero, la<br />
capacità degli individui di comprendere<br />
e interpretare in modo adeguato il significato<br />
dei testi scritti –, l’Italia si colloca,<br />
purtroppo, agli ultimi posti fra i paesi<br />
Ocse 5 .<br />
Che fare, allora? Quando ci si confronta<br />
con un paradosso del tipo “gli Italiani<br />
non leggono libri e non comprendono i<br />
testi scritti, nonostante non abbiano<br />
probabilmente mai letto così tanto” è<br />
importante provare a sfrondare la discussione<br />
da ogni aspetto ideologico.<br />
L’ideologia che dovremmo abbattere ha<br />
un nome, si chiama retorica della lettura.<br />
La retorica della lettura assume la<br />
forma di alcune frasi ricorrenti e imperative:<br />
“leggere è necessario”, “leggere è<br />
importante”, “bisogna sforzarsi di leggere”<br />
e via discorrendo. L’immagine che<br />
questa retorica manifesta non può che<br />
ottenere un solo risultato: allontanare le<br />
persone dai libri.<br />
C’è un messaggio soggiacente e più sottile,<br />
che la retorica della lettura finisce<br />
per inculcare nelle nostre menti: leggere<br />
è difficile, perciò richiede il filtro di un<br />
intermediario colto in grado di interpretare<br />
il testo prima che ciascuno di noi<br />
possa leggerlo. Il rischio che la retorica<br />
della lettura apre, dunque, è doppio,<br />
perché oltre a scoraggiare i lettori finisce<br />
per circoscrivere la lettura e la letteratura<br />
a un discorso per iniziati, nel quale<br />
l’interlocutore primo del testo, il lettore,<br />
non ha diritto di pronunciarsi senza il<br />
filtro di un ‘confratello’ esperto.<br />
È infatti significativo come, mentre la<br />
lettura è in declino, nella nostra nazione<br />
proliferino le iniziative che si propongono<br />
di promuoverla. Da questo punto di<br />
vista, il web e i social network rappresentano<br />
uno strumento di osservazione<br />
significativo. Di fatto, in Italia, non passa<br />
settimana senza che una nuova manifestazione<br />
o un nuovo festival letterario<br />
si affacci all’orizzonte. C’è, tuttavia,<br />
un problema coerente con i dati sopra<br />
esposti: queste iniziative finiscono per<br />
colpire soprattutto i cosiddetti lettori<br />
forti, quel 13,7% di cittadini che leggono<br />
almeno un libro al mese e per i quali la<br />
lettura è uno stile di vita. Come fare,<br />
allora, per raggiungere anche gli studenti<br />
meno interessati alla lettura, le<br />
categorie sociali svantaggiate, le persone<br />
che non hanno libri in casa e gli stranieri<br />
residenti in Italia, che leggono meno<br />
degli Italiani stessi 6 ?<br />
Le iniziative a favore della lettura, siano<br />
esse pubbliche, private o non profit,<br />
hanno un problema di scala. Non siamo<br />
in grado di stimare e misurare il loro<br />
effettivo impatto culturale e sociale, e,<br />
allo stesso tempo, esse non sono in<br />
grado di replicare e “far scalare” il proprio<br />
modello su un bacino più ampio,<br />
rispetto a quello su cui sono abituate ad<br />
agire. A ciò si aggiunge la difficoltà di<br />
operare in un’area linguistica limitata a<br />
poche decine di milioni di abitanti, che<br />
riduce ulteriormente il numero di mecenati<br />
e investitori, rispetto a quanto non<br />
avvenga nei paesi anglosassoni. Ma perché<br />
un mecenate o un investitore dovrebbero<br />
sostenere una o più iniziative<br />
delle quali non sono in grado di misurare<br />
l’effettivo impatto? Il circolo vizioso<br />
rischia perciò di spingere il Paese verso<br />
l’immobilismo o, peggio, verso soluzioni<br />
estemporanee.<br />
Un forte interesse all’innovazione culturale<br />
dovrebbe muovere il settore dell’edi-<br />
4 SPECIAL EUROBAROMETER 399, Cultural Access and Participation, novembre 2013.<br />
5 OCSE, Survey of Adult Skills. PIAAC, 2012.<br />
6 I cittadini stranieri residenti in Italia che tra il 2011 e il 2012 dichiaravano di aver letto almeno un libro<br />
rappresentavano il 37,8%. (ISTAT, ibidem).<br />
FUOR ASSE 35<br />
Redazione Diffusa