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FuoriAsse#17

Officina della cultura

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CC - Quanto c’è di vostro nei dischi che<br />

pubblicate, nel senso che corrispondono<br />

esattamente ai vostri gusti di ascoltatori,<br />

e quanto invece risponde a un’analisi<br />

razionale del tipo di progetto e di come<br />

potrebbe funzionare?<br />

EC - So che non ci crederà nessuno, ma<br />

quando scegliamo qualcuno su cui puntare<br />

raramente pensiamo a come potrebbe<br />

funzionare. Siamo molto istintivi<br />

in questo e infatti capita spesso anche<br />

di sbagliarsi.<br />

Capita di essere convinti che una cosa<br />

farà il botto semplicemente perché a noi<br />

piace da impazzire e poi restare di sasso<br />

se succede poco e niente.<br />

Io credo che nel 2016 non abbia più<br />

molto senso pensare all’etichetta discografica<br />

che ti costruisce addosso un immaginario<br />

e fa tutto il lavoro al posto<br />

tuo: c’è tanto di noi e dei nostri gusti<br />

nelle cose che pubblichiamo, ma il grosso<br />

è merito dei musicisti. 42 è un mezzo<br />

per divulgare musica e non un fine.<br />

CC - I vinili colorati, le edizioni limitate,<br />

le magliette eccetera: quanto conta tutto<br />

questo materiale di contorno rispetto<br />

alla musica e, per esempio, alla scelta di<br />

limitarsi a mettere invece un disco in<br />

download? Esiste una categoria di pubblico<br />

feticista da accontentare? Esiste<br />

un mercato discografico indipendente<br />

oppure c’è il pubblico dei live e, all’estremità<br />

opposta, la nicchia dei collezionisti?<br />

EC - Mi sorprende un po’ che tu chiami<br />

queste cose “contorno” mentre in qualche<br />

modo per me sono tutti elementi importanti<br />

perché avvicinano la musica<br />

alle persone e servono poi per creare<br />

e amplificare quell’immaginario di cui<br />

parlavamo prima. E alla fine è come dicevo<br />

prima: ogni disco ha la sua storia.<br />

Ci sono dischi che nascono per essere<br />

stampati su un supporto particolare e<br />

altri per cui il download e lo streaming<br />

diventa la faccenda principale. Tutto sta<br />

nel capire cosa vogliono e cosa piace<br />

quelli che la musica la ascoltano e la<br />

comprano.<br />

E io sono uno di loro, eh, Uno della peggiore<br />

specie: compratore compulsivo, e<br />

collezionista anche se non avvelenato<br />

(non sono uno da “prima stampa a tutti<br />

i costi” ma se un disco mi piace lo devo<br />

avere fisicamente).<br />

A me per esempio non piace eccedere<br />

con le edizioni limitate: di solito ci limitiamo<br />

a fare un vinile (se colorato o normale<br />

lo decidono le band), un cd e poi<br />

digitale. E chi vuole comprare compra<br />

quello che più lo aggrada, mentre mi<br />

sembra che ormai si tenda sempre di<br />

più a fare dieci versioni dello stesso<br />

disco per farlo comprare dieci volte dalla<br />

stessa persona. Ed è una visione che<br />

con condivido.<br />

Esistono tutte le cose che hai citato e<br />

credo che sia l’insieme di tutto questo a<br />

fare un minimo la differenza.<br />

Non ha più senso ragionare a compartimenti<br />

stagni.<br />

CC - Nel panorama dell’industria musicale<br />

italiana scegliete una cosa sola da<br />

cambiare e una che dovrebbe a vostro<br />

avviso rimanere immutata.<br />

EC - Trovo che sia un momento interessante<br />

e che stiano venendo fuori diverse<br />

cose che hanno potenziale e che posso-<br />

FUOR ASSE<br />

128 Fronte Indipendente

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