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n. 83 Gennaio 2014

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Ricordando Beppe Fenoglio<br />

Premio alla memoria ad Anteprima Vendemmia<br />

Salvatore Vullo - Settore Programmazione e valorizzazione del sistema agroalimentare<br />

Beppe Fenoglio, nato ad Alba nel 1922, morto a Torino nel<br />

1963, è stato un grande scrittore del primo dopoguerra. Il<br />

2013 è stato l’anno delle celebrazioni per la ricorrenza del 50°<br />

della morte, promosse dal Centro studi Beppe Fenoglio.<br />

Tra i tanti meriti, Fenoglio ha portato le Langhe e il mondo<br />

contadino nella grande letteratura: anche per questo, nella ricorrenza<br />

del 50° anniversario, come Assessorato all’Agricoltura<br />

della Regione Piemonte, con l’assessore Claudio Sacchetto, lo<br />

abbiamo ricordato e abbiamo parlato di questo rapporto tra<br />

Fenoglio e il mondo contadino piemontese in alcuni importanti<br />

incontri che si sono svolti in occasione dell’ultimo Salone del<br />

Gusto di Torino, al Vinitaly di Verona nell’aprile scorso, nella<br />

edizione 2013 di Cheese a Bra, e il 29 novembre a Milano, durante<br />

la manifestazione Piemonte Anteprima Vendemmia 2013<br />

con l’assegnazione dell’omonimo premio “alla memoria”, dedicato<br />

a Beppe Fenoglio e consegnato alla figlia Margherita.<br />

E lo ricordiamo ancora con questo articolo che traccia una breve<br />

nota bio-bibliografica di Beppe Fenoglio e che cita alcuni<br />

passaggi e frasi emblematiche del rapporto tra Fenoglio e il<br />

mondo contadino.<br />

Le sue opere significative sono: “I ventitrè giorni della città di<br />

Alba”, pubblicato nel 1952, “La malora”, pubblicato nel 1954,<br />

“Primavera di bellezza”, pubblicato nel 1959. Le altre sue opere<br />

sono uscite postume, ricavate dai tanti suoi scritti e appunti<br />

vergati a mano, sparsi e spersi (in buona parte vergati a mano<br />

sul retro dei fogli di contabilità della macelleria del padre, o<br />

della carta intestata dell’azienda vinicola in cui lavorava): “Un<br />

giorno di fuoco” (1963), “Una questione privata” (1965), “Il<br />

partigiano Johnny” (1968), “La paga del sabato” (1969).<br />

Con Cesare Pavese, Fenoglio è lo scrittore che porta le Langhe<br />

nella grande letteratura; anche per questo le Langhe, oltre<br />

che un suggestivo territorio del Piemonte, diventano un luogo<br />

mitico, un “luogo dell’anima”. Della terra di Piemonte, la Langa<br />

rappresenta il luogo arcaico, remoto, cuore e simbolo. Una<br />

sorta di scrigno che ne raccoglie la storia, i valori, l’identità, le<br />

tradizioni più autentiche. Espressione di quel mondo contadino<br />

e rurale su cui affondano le nostre radici, luoghi simbolo<br />

delle fatiche e miserie di un non tanto lontano passato. Ma le<br />

Langhe, con la sua razza di “Langhetti”, sono anche il simbolo<br />

dell’umanesimo e del rinascimento piemontese, grazie proprio<br />

agli uomini e donne di Langa, alla loro caparbietà, senso del<br />

sacrificio, laboriosità, voglia di affrancarsi, di riscatto, che sono<br />

gli elementi caratteristici e peculiari del Piemonte.<br />

Beppe Fenoglio è un grandioso simbolo di questo rapporto con<br />

la Langa, la terra che ispira tutte le sue opere, che ne fa da scenario,<br />

che ne rende protagonisti i suoi abitanti. Un rapporto,<br />

quello tra Fenoglio e le Langhe, che è durato per tutta la sua<br />

breve vita. Fenoglio infatti non si è mai allontanato da quella<br />

Agricoltura <strong>83</strong><br />

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