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Condizione dell'infanzia nel mondo - Unicef

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I primi 28 giorni di vita<br />

di Zulfiqar A. Bhutta, Professore e Preside, Dipartimento Pediatria e Salute dell’infanzia, Aga Khan University, Karachi, Pakistan<br />

È risaputo che una grande percentuale di decessi infantili si verifica<br />

<strong>nel</strong> periodo neonatale, cioè durante i primi 28 giorni di vita.<br />

Il 40% circa dei 9,2 milioni stimati di decessi di bambini sotto i<br />

cinque anni avvenuti in tutto il <strong>mondo</strong> <strong>nel</strong> 2007, si è verificato<br />

<strong>nel</strong> periodo neonatale. In molti paesi in via di sviluppo, i decessi<br />

di neonati rappresentano oltre la metà di tutti i decessi durante<br />

l’infanzia e la stragrande maggioranza si verifica nei primi giorni<br />

di vita. Le cause principali di questi decessi sono le infezioni<br />

gravi (36%), la prematurità (27%), l’asfissia da parto (23%) e le<br />

malformazioni congenite (7%). Queste cifre non comprendono i<br />

3 milioni stimati di parti di feti morti all’anno. Intorno al 30-40%<br />

di questi parti di feti morti può derivare da eventi che insorgono<br />

durante il travaglio e il parto che, a loro volta, possono causare<br />

problemi intrauterini e asfissia.<br />

La relativa mancanza di progressi <strong>nel</strong> ridurre i decessi neonatali<br />

deriva da diversi fattori. Ma quello più importante è che, a differenza<br />

del periodo pre e post parto (da 29 giorni a 59 mesi), la<br />

salute del neonato è strettamente legata alla salute materna. Per<br />

migliorarla sono necessari interventi che affrontino questioni<br />

complesse quali l’empowerment delle donne, i tabù socioculturali<br />

e la sensibilità dei sistemi sanitari.<br />

Alcuni dei fattori specifici che determinano i decessi neonatali<br />

sono:<br />

• La mancanza di attenzione alla salute materna e l’accesso limitato<br />

al personale sanitario qualificato.<br />

• La qualità scadente dell’assistenza sanitaria materna, soprattutto<br />

durante i parti in casa, che sono associati con almeno<br />

metà di tutti i decessi neonatali.<br />

• Il riconoscimento inadeguato delle malattie neonatali e la<br />

richiesta insufficiente di assistenza sanitaria tra le famiglie e le<br />

comunità.<br />

• Un repertorio limitato di interventi per i disturbi neonatali,<br />

come l’asfissia da parto ed i problemi dovuti al parto prematuro.<br />

• L’assenza di consenso sugli interventi e le strategie per prevenire<br />

e curare le infezioni neonatali gravi, a parte il tetano neonatale,<br />

a livello delle comunità.<br />

Negli ultimi anni, la nostra comprensione delle malattie e della<br />

mortalità neonatale è notevolmente migliorata. La distribuzione<br />

disuguale dei decessi materni e neonatali indica che la maggior<br />

parte dei decessi si verifica tra le popolazioni povere rurali e<br />

negli insediamenti abusivi urbani spesso ignorati. Molti paesi<br />

riconoscono anche che non sarà possibile conseguire l’Obiettivo<br />

di Sviluppo del Millennio di ridurre la mortalità infantile senza<br />

migliorare l’assistenza per le madri ed i neonati e senza concentrare<br />

l’impegno sulla riduzione dei decessi nei primi 28 giorni di<br />

vita.<br />

Sono anche migliorati i dati a sostegno delle strategie e degli<br />

interventi basati sulle partnership a livello locale. Un gran numero<br />

di programmi, basati in gran parte <strong>nel</strong>l’Asia meridionale, ha<br />

tentato di ridurre la morbilità e la mortalità neonatale <strong>nel</strong>le<br />

comunità usando approcci innovativi. In uno studio che ha fatto<br />

storia condotto <strong>nel</strong>la parte rurale dello stato di Maharashtra in<br />

India, il dottor Abhay Band ed i suoi colleghi hanno addestrato<br />

gli operatori sanitari delle comunità che lavoravano assieme agli<br />

assistenti al parto tradizionali, a riconoscere le malattie neonatali<br />

gravi quali l’asfissia da parto o le infezioni batteriche sospette,<br />

ed a trattarle rispettivamente con la rianimazione o la somministrazione<br />

di antibiotici orali o iniettabili a domicilio. Il programma<br />

ha mostrato una riduzione significativa della mortalità neonatale<br />

con queste strategie di assistenza a domicilio. Più recentemente,<br />

i ricercatori della Johns Hopkins University hanno<br />

dimostrato l’efficacia dell’impiego degli operatori sanitari addestrati<br />

delle comunità <strong>nel</strong> fornire un pacchetto integrato di assistenza<br />

neonatale preventiva e curativa a Sylhet, <strong>nel</strong> Bangladesh<br />

rurale. Sebbene l’erogazione di assistenza a domicilio abbia<br />

avuto un ruolo importante in questi studi, è possibile che benefici<br />

significativi siano anche derivati dal miglioramento delle pratiche<br />

delle famiglie e della cura dei neonati. In uno studio condotto<br />

a Makwanpur, <strong>nel</strong> Nepal rurale, gruppi di sostegno delle<br />

donne, assistiti da facilitatori addestrati, hanno ottenuto una<br />

riduzione significativa <strong>nel</strong>la mortalità neonatale. Altri studi<br />

hanno indicato che una strategia concertata di educazione all’assistenza<br />

neonatale presso le comunità può determinare notevoli<br />

cambiamenti <strong>nel</strong>le pratiche e riduzioni della mortalità neonatale.<br />

Tutti questi studi recenti dimostrano che educare le comunità a<br />

migliorare l’assistenza materna e neonatale e a trattare le infezioni<br />

neonatali a casa può migliorare notevolmente la sopravvivenza<br />

neonatale. Perché queste strategie possano influire sui<br />

sistemi di salute pubblica <strong>nel</strong> prossimo futuro, bisogna replicarle<br />

su vasta scala mediante la motivazione e la formazione degli<br />

operatori sanitari a disposizione. Un’espansione di questo genere<br />

si è avuta <strong>nel</strong> Pakistan rurale, dove operatori sanitari di sesso<br />

femminile della comunità collaborano con i comitati sanitari ed i<br />

gruppi femminili dei villaggi. Una recente valutazione dell’iniziativa<br />

pakistana ha mostrato una riduzione significativa della mortalità<br />

prenatale e neonatale ed un aumento della richiesta di<br />

assistenza materna qualificata.<br />

Questi dati danno sostegno alle strategie per migliorare la salute<br />

materna e neonatale <strong>nel</strong>le comunità e <strong>nel</strong>le famiglie con i<br />

tassi più elevati di mortalità e con l’accesso più limitato all’assistenza<br />

sanitaria di qualità. La sfida consiste <strong>nel</strong>l’integrare le strategie<br />

e gli interventi efficaci <strong>nel</strong> continuum di assistenza per le<br />

madri e i neonati, sia a livello delle comunità che delle strutture<br />

sanitarie. Stime recenti indicano che fornendo interventi di base<br />

di prevenzione e cura alle madri e ai neonati <strong>nel</strong>l’ambito dell’assistenza<br />

sanitaria di base con livelli realistici di copertura, si possono<br />

ridurre i decessi materni e neonatali dal 20 al 40%.<br />

Sebbene queste misure siano promettenti, soprattutto quando si<br />

realizzano diversi pacchetti di interventi complementari che vengono<br />

forniti da una serie di operatori sanitari, in molti paesi in<br />

via di sviluppo permangono gravi strozzature che limitano l’erogazione<br />

di questi servizi, quali il malfunzionamento dei sistemi<br />

sanitari ed il numero limitato di personale sanitario qualificato.<br />

Questi ostacoli possono e devono essere rimossi per mezzo di<br />

strategie mirate a raggiungere le famiglie, le comunità ed i<br />

distretti che sono maggiormente a rischio di essere tralasciati<br />

dall’assistenza sanitaria di base e dai servizi per la maternità.<br />

Malgrado queste difficoltà e le nostre lacune su come meglio<br />

affrontare i problemi neonatali complessi, come l’asfissia da<br />

parto, la fragilità dei neonati prematuri e le infezioni batteriche<br />

gravi <strong>nel</strong>l’ambito delle comunità, una cosa è chiara: sappiamo<br />

abbastanza sulle cose che funzionano per fare la differenza. È<br />

pertanto cruciale mettere in atto ciò che sappiamo e creare le<br />

politiche per un’assistenza materna e neonatale adeguata laddove<br />

è più importante: tra i poveri delle zone rurali e urbane.<br />

Vedi Note, pagina 109.<br />

IL CONTINUUM DI ASSISTENZA NEL TEMPO E NELLO SPAZIO: RISCHI E OPPORTUNITÀ 57

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