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Notes<br />
UN RESTAURO IMPORTANTE<br />
È rientrata nel normale percorso museale di Palazzo Venezia, a Roma,<br />
la Sala delle Fatiche di Ercole. È stata chiusa al pubblico per diversi mesi<br />
D<br />
opo il restauro del soffitto<br />
e del fregio a fresco, a<br />
maggio di quest’anno è<br />
stata riaperta al pubblico la Sala<br />
delle Fatiche di Ercole, a Palazzo<br />
Venezia, a Roma. I lavori sono stati<br />
interamente finanziati dalla<br />
Fondazione Silvano Toti attraverso<br />
una donazione liberale: essi<br />
rappresentano una dimostrazione<br />
dell’efficacia del rapporto fra pubblico<br />
e privato. La Fondazione SilvanoToti<br />
promuove da anni la salvaguardia<br />
del patrimonio culturale,<br />
artistico e ambientale italiano. Il<br />
suo impegno nel sociale è costante<br />
nel tempo e sostiene la tutela dei<br />
diritti dell'uomo, con particolare<br />
attenzione alle categorie più svantaggiate.<br />
L’intervento è stato materialmente<br />
eseguito da L’Officina,<br />
Consorzio di restauro e conservazione<br />
opere d’arte. La Sala delle Fatiche<br />
di Ercole si trova al piano nobile<br />
di Palazzo Venezia, nell’appartamento<br />
del fondatore dell’edificio,<br />
il cardinale veneziano<br />
Pietro Barbo, poi divenuto papa<br />
Paolo II (1464-1471). La sala era<br />
ufficialmente destinata alla custodia<br />
dei paramenti sacri del<br />
pontefice e perciò era chiamata anche<br />
Sala dei Paramenti. Il fregio a<br />
fresco che ne decora la parte alta<br />
raffigura in trompe-l’œil una loggia<br />
a dodici arcate, quattro con<br />
fontane e amorini, le otto restanti<br />
con fatiche dell’eroe: Ercole e il<br />
leone Nemeo, Ercole e Anteo, Ercole<br />
e i buoi di Gerione, Ercole e<br />
Gerione, Ercole e il drago Ladone,<br />
Ercole e la cerva<br />
di Cerinea, Ercole<br />
e gli uccelli<br />
di Stinfalo e infine Ercole e il<br />
centauro Nesso. La matrice culturale<br />
dell’autore, ancora anonimo,<br />
va ricondotta all’Italia del nord,<br />
forse nell’ambito di Andrea Mantegna.<br />
Già in passato le decorazioni<br />
erano state oggetto di restauro, fra<br />
l’altro nella seconda metà del XIX<br />
secolo, nel 1928 e infine nel<br />
1970. Tenendo presente questa<br />
complessa vicenda conservativa, il<br />
nuovo intervento ha dapprima rimosso<br />
il fisiologico deposito di<br />
sporco, le vecchie vernici superficiali,<br />
nel frattempo ingiallite, e le<br />
estese ridipinture dei fondi azzurri<br />
delle scene raffigurate entro la<br />
finta loggia, per poi passare al reintegro<br />
delle lacune, laddove naturalmente<br />
necessario e possibile. I<br />
lavori hanno determinato il<br />
recupero dell’equilibrio cromatico<br />
d’insieme, in precedenza<br />
gravemente compromesso;<br />
quel che più<br />
conta, hanno restituito<br />
l’idea del finto loggiato aperto,<br />
una delle idee-base del progetto<br />
decorativo d’origine, di<br />
evidente derivazione albertiana.<br />
INFORMAZIONI<br />
PALAZZO VENEZIA<br />
Via del Plebiscito, 118 - 00186 Roma<br />
Tel. + 39 06 69994388 | +39 06<br />
69994283/4 (segreteria, lun-ven<br />
h. 9 -14) – pm-laz@beniculturali.it<br />
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